Ivo Caizzi, Corriere della Sera 8/4/2011, 8 aprile 2011
SALVATAGGIO PER LISBONA. CONTO DA NOVANTA MILIARDI
L’Eurozona dà il via al piano di salvataggio del Portogallo, il terzo Paese membro a chiedere aiuto dopo Grecia e Irlanda. Oggi i 17 ministri finanziari dell’Eurogruppo hanno messo in agenda il sostegno al governo dimissionario di Lisbona, che non è in grado di rifinanziare il debito pubblico nazionale da quando la speculazione ha fatto schizzare i tassi dei titoli di Stato portoghesi fino al 10%. Nella riunione informale di questa mattina, organizzata dalla presidenza ungherese di turno nel castello di Godollo fuori Budapest, dove è atteso anche il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il responsabile portoghese delle Finanze, Fernando Teixeira dos Santos, dovrebbe delineare i dettagli e l’importo della richiesta di aiuto a Bruxelles. Il presidente dell’Eurogruppo, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, aveva ipotizzato un intervento del fondo salva-Stati dell’Eurozona da 75 miliardi di euro. Ma da Lisbona sono rimbalzate stime che porterebbero a 85-90 miliardi, pari a circa la metà del Prodotto interno lordo nazionale. L’urgenza consiste in una decina di miliardi necessari per rifinanziare i debiti in scadenza fino a giugno. A Lisbona la crisi politica impone comunque un accordo politico bipartisan per far partire l’intervento di Bruxelles prima delle elezioni del 5 giugno prossimo. I ministri finanziari, che oggi e domani a Godollo hanno in programma anche l’Ecofin informale a 27 con la partecipazione dei governatori delle banche centrali, vorrebbero misure aggiuntive di risanamento della finanza pubblica portoghese in cambio degli aiuti. Il presidente della Banca centrale europea (Bce), il francese Jean-Claude Trichet, ha espresso «apprezzamento» per la decisione di Socrates e ha ammesso di averla «incoraggiata» . La Bce avrebbe imposto alle banche portoghesi di non comprare titoli di Stato nazionali se il governo avesse rinviato il salvataggio. In varie capitali temevano l’estensione del problema alle banche Ue esposte sul debito di Lisbona. L’Eurogruppo/Ecofin a Godollo ha in agenda proprio gli stress test sulla solidità delle principali banche dell’Ue da realizzare entro l’estate, che stanno convincendo a rafforzare il capitale degli istituti esposti nei Paesi a rischio. La Germania, che sconta seri problemi nel settore bancario, ha apprezzato l’annuncio di Socrates. Un freno è arrivato dalla Finlandia, che affronta le elezioni politiche il 17 aprile prossimo. Il premier di Helsinki, Mari Kiviniemi, teme l’emergente partito euroscettico, contrario a far gravare sui finlandesi il buco portoghese. La Commissione Ue e il direttore dell’Ocse, lo spagnolo Angel Gurría, hanno allontanato i sospetti di estensione della crisi dal Portogallo alla Spagna. Ma la speculazione appare pronta a scatenarsi dovunque ritiene di poter generare tensioni sui tassi e realizzare rapidi guadagni attaccando il debito pubblico. Ivo Caizzi