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 2011  aprile 08 Venerdì calendario

QUEI CATTOLICI CON LA SINDROME DEL CONCILIO

Il vicepresidente del Cnr Roberto De Mattei, al centro delle polemiche per aver riproposto le parole di un vescovo dopo il terremoto di Messina del 1908, e per aver presentato la diffusione dell’omosessualità come causa della fine dell’impero romano, è diventato negli ultimi tempi un punto di riferimento importante per il variegato mondo tradizionalista, quel mondo vissuto per decenni borderline, in modo quasi clandestino, che oggi conosce una stagione di grande visibilità mediatica.
Ma non sono queste affermazioni ad effetto ad averlo reso popolarissimo nell’ambiente tradizionalista, quanto piuttosto la sua critica serrata, da destra, al Concilio. Con il suo recente volume Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta , lo storico del Cnr ha infatti dato voce e argomenti a quella sparuta minoranza che ritiene l’assise convocata da Giovanni XXIII la causa della secolarizzazione e dell’annacquamento dell’identità cristiana. Fino a poco tempo fa, questa tesi era stata sostenuta solo dal gruppo dell’arcivescovo francese Marcel Lefebvre, il Che Guevara del tradizionalismo, strenuo oppositore delle riforme conciliari fino alla rottura con Roma, avvenuta nel 1988.
Sulla sponda più teologica, insieme a De Mattei, c’è un altro grande ispiratore di questo neonato movimento anticonciliare tradizionalista: è monsignor Brunero Gherardini, decano della facoltà teologica della Lateranense, canonico di San Pietro e autore di una critica serrata al Vaticano II che spopola tra i cattolici del dissenso da destra. Mentre vanno per la maggiore nell’ambiente, e non solo Oltralpe, i volumi dello storico francese Jean Madiran.
Il tentativo messo in atto da Benedetto XVI fin dall’inizio del suo pontificato per recuperare l’ala lefebvriana e ridare cittadinanza alle istanze di chi ha continuato a chiedere maggiore sacralità nella liturgia cattolica ha fatto sì che quest’area – molto differenziata al suo interno, dove si incrociano simpatie ancien régime e nostalgie per le messe antiche – uscisse dal ghetto. Ma con esiti imprevisti. Ratzinger nel 2007 ha liberalizzato la messa preconciliare e due anni dopo ha tolto le scomuniche ai quattro vescovi lefebvriani, vivendo momenti davvero difficili a motivo delle tristemente note dichiarazioni negazioniste sulle camere a gas sostenute da uno di questi, Richard Williamson. L’intento di Benedetto XVI era e rimane quello di favorire la riconciliazione in ogni direzione. Anche per questo il Papa ha proposto una lettura dei documenti del Vaticano II che li interpreta non come rottura con la tradizione precedente, ma come necessaria riforma nella continuità.
Questa lettura però non è stata affatto assunta da una parte considerevole del movimento tradizionalista, che invece, insistendo a presentare il Concilio come una frattura, ne vorrebbe di fatto la cancellazione. E così, proprio da questo mondo sono venute critiche a Ratzinger. Ad esempio per la sua decisione di convocare ad Assisi il prossimo ottobre un incontro di preghiera per la pace con i rappresentanti delle religioni mondiali, in occasione del venticinquesimo anniversario di quello voluto da Giovanni Paolo II. De Mattei, insieme ad altri intellettuali e giornalisti, ha firmato su Il Foglio un appello a Benedetto XVI perché cancelli l’incontro, considerato come un cedimento al sincretismo. È interessante notare che questo dissenso da destra viene sostenuto con motivazioni teologiche: in pratica si dice al Papa che andando a pregare ad Assisi con i leader delle altre religioni non sarebbe in linea con il suo stesso pontificato.
Un’altra battaglia in corso riguarda la beatificazione di Giovanni Paolo II. Un gruppo di tradizionalisti americani ha spiegato in un articolato documento tutti i motivi che dovrebbero spingere Benedetto XVI a fare marcia indietro (e la riunione di Assisi 1986 è uno degli argomenti a cui viene dato più spazio), mentre in Italia il blog pontifex ha lanciato una campagna contro l’«eretico» Wojtyla, reo di aver baciato una volta una copia del Corano.
Anche se minoritario, il nuovo movimento tradizionalista e antimoderno mostra di saper usare benissimo gli strumenti più moderni: sono infatti blog e siti di quell’area – come ad esempio l’italiano messainlatino.it – a risultare tra i più cliccati. Ipad e smartphone tra incenso e vecchi merletti.