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 2011  aprile 08 Venerdì calendario

IL MATRIMONIO DEL RE

Chissà se ha scelto la data con un occhio all´anniversario. Quando William sposerà Kate, venerdì 29 aprile, saranno trascorsi quasi trent´anni dalle nozze dei suoi genitori, Carlo e Diana. Quel matrimonio che sembrava una favola, e che invece finì in gossip, scandali e lutto, è stato il più grande evento televisivo della storia, guardato da 750 milioni di persone, un record che ha resistito fino ad oggi. Eppure, a confronto con ciò che si prepara per il Will&Kate show, fu niente. Se molto poco è cambiato nella cerimonia che porterà all´altare il giovane erede al trono, sostanzialmente immutata da secoli, tutto il resto è infatti irriconoscibile. Due miliardi di spettatori seguiranno l´avvenimento in tivù, più un altro mezzo miliardo sullo streaming in diretta via Internet e alla radio: complessivamente il 35 per cento della popolazione terrestre sarà dunque sintonizzato su Westminster Abbey. Il milione di inglesi e turisti che saranno assiepati lungo il percorso dalla chiesa a Buckingham Palace, per veder passare i due sposini in carrozza, più che guardare con i propri occhi inquadreranno la scena con le videocamere dei loro telefonini, che useranno anche per farne la cronaca simultanea su Twitter e Facebook. La Bbc avrà 400 reporter e tecnici impegnati in una maratona televisiva dalle 6 del mattino alle 4 del pomeriggio, la Cnn ne avrà 500, altri 8 mila inviati di giornali, tivù, radio e siti di tutto il mondo racconteranno il matrimonio minuto per minuto, dissezionandone ogni più piccolo aspetto in blog, post, videotelefonate satellitari. E appena due ore dopo il sì nuziale, una registrazione del fatidico momento verrà messa in vendita su iTunes, con la previsione che balzerà immediatamente al primo posto della hit parade internazionale, battendo ogni altro single e album musicale.
Nel 1981, quando si sposarono Carlo e Diana, la Bbc cominciò la giornata come tutti gli altri giorni: con i cartoni animati di Tom & Jerry. Negli Stati Uniti esistevano ancora soltanto tre network televisivi nazionali: Abc, Cbs, Nbc. La tivù via cavo era nella sua infanzia. I videoregistratori emettevano i primi vagiti. Non esistevano Internet, né telefoni cellulari, né ovviamente i social network. "Tweet" era il cinguettio emesso da un canarino che il gatto Silvestro cercava maldestramente di sbafarsi: nulla a che vedere con una scarica di 160 caratteri. In questo aprile 2011, viceversa, le nozze di William di Windsor e Kate Middleton diventeranno il reality show del secolo, una telenovela digitale senza precedenti, l´evento mediatico globale per eccellenza, polverizzando ogni confronto con mondiali di calcio, olimpiadi, premi Oscar, inaugurazioni presidenziali e funerali di pontefici. Il loro matrimonio sarebbe entrato perfino nelle nostre case in 3D, se fosse stata esaudita la richiesta di Sky, la rete televisiva del magnate Rupert Murdoch, ma palazzo reale ha risposto di no perché le telecamere per il tridimensionale sono troppo ingombranti e porterebbero via dei posti destinati agli invitati in chiesa: altrimenti avremmo potuto letteralmente toccarli con mano mentre vanno all´altare.
Bisogna ammettere che, come reality show, ha due protagonisti perfetti. «Trent´anni fa Diana aveva 20 anni ed era praticamente sconosciuta, una timida verginella che arrossiva se doveva pronunciare una parola, quanto a Carlo era universalmente percepito come stravagante e antipatico», dice Barbara Walters, la più famosa giornalista televisiva americana, che è già a Londra in avanscoperta per girare un documentario sull´evento. «Invece oggi abbiamo William, un principe hip e cool, e Kate, plebea e bella da far stramazzare, oltre che chiaramente non più vergine da un pezzo essendo da dieci anni in coppia col suo promesso sposo. È la versione aggiornata delle fiabe, Cenerentola che sposa il principe e diventa regina». Se qualcuno pensa che siano solo gli americani a interpretarla così, con la loro visione disneyana della vita, ecco un inglese doc, Pierre Morgan, ex-direttore di un vorace tabloid britannico, il Daily Mirror, adesso conduttore del talk-show della Cnn, che conferma: «Sarà il più grosso avvenimento televisivo della storia perché sulla faccia della terra non ci sono celebrità più grandi di questi due giovani». Non a caso ieri il governo ha emesso un´ingiunzione ai paparazzi a stare alla larga da Kate: nessuno vuole che la "nuova Diana" rischi di finire come la prima.
Il paradosso è che tanta eccitazione mediatica non sembra riflettersi per il momento in analogo entusiasmo trai sudditi di Sua Maestà. Solo il 56 per cento dei cittadini britannici, secondo un sondaggio, si dichiarano interessati alle "nozze del secolo". Alcuni sono apertamente disgustati: «Sono così poco interessato da questa faccenda che non ho nemmeno voglia di spiegare perché non sono interessato», dice a Repubblica lo scrittore Nick Hornby. Un altro romanziere, Will Self, confida che il 29 aprile intendeva restare chiuso in casa con tivù spenta e connessione Internet staccata, ma alla fine opterà per andare a un party "alternativo", il cui motto dice tutto: "Fuck the royal wedding", che non ha bisogno di traduzione. Frattanto solamente 4 mila richieste di chiudere le strade per organizzare uno "street party", vecchia tradizione da queste parti, con lunga tavola imbandita in mezzo alla via e bandierine dell´Union Jack appese a ogni finestra, sono giunte finora alle autorità municipali in tutto il Paese: un po´ poco rispetto alle aspettative (sebbene uno "street party" si terrà a Downing street, organizzato da David e Samantha Cameron per i dipendenti del primo ministro). In compenso, è tutto esaurito per voli, traghetti, alberghi in destinazioni esotiche: il 29 aprile è stato dichiarato festa nazionale e una concomitanza di altri "ponti" permette di fare undici giorni filati di vacanza prendendone appena tre di ferie. «Piuttosto che restare bloccato a Londra, fra code, caos, prezzi alle stelle e pericolo di attentati, me ne vado da qualsiasi altra parte», racconta un dentista che ha prenotato per sé e famiglia un lungo week-end in Provenza.
Ma la contraddizione fra il reality dei record e l´indifferenza o addirittura la fuga all´estero degli inglesi è solo apparente, sostiene John Walsh, veterano dei royal watcher, che seguì per il Times le nozze tra Carlo e Diana e ci sarà anche per quelle tra William e Kate. «Nel 1981 credevamo ancora alla santità della nostra monarchia e ci illudemmo che il matrimonio fra Carlo e Diana sarebbe stato una fiaba a lieto fine», osserva il cronista. «Ora sappiamo come è finita la fiaba e non riusciamo più a illuderci, non riusciamo a replicare il genuino entusiasmo popolare di trent´anni fa. C´è però qualcos´altro che oggi ci entusiasma e di cui vogliamo appassionatamente sentirci parte: la rivoluzione digitale. Per questo credo che il 29 aprile ci saranno lo stesso i record d´ascolto e le strade di Londra piene di folla: perché tutti vorranno poter dire "quel giorno c´ero anch´io" nel senso che ero davanti al video, al web o lungo il percorso con un iPhone o un iPad in mano, a scambiare immagini e impressioni via Twitter e Facebook». Potrebbero essere le nuove tecnologie, in definitiva, a salvare la famiglia reale e le "nozze del secolo". A dimostrazione che ai giorni nostri la gente non crede più alle favole, ma ai reality sì.