Brunella Schisa, il venerdì di Repubblica 8/4/2011, 8 aprile 2011
IL TERREMOTO DISTRUGGERA’ ROMA?
Tredici, quattordici, quindici e sedici maggio. Nelle carte del «profeta dei terremoti» romagnolo Raffaele Bendandi non c’è traccia dell’undici maggio. La clamorosa bufala che da sei mesi attraversa il web, secondo la quale, in quella data, un terribile sisma sconvolgerà la capitale non nasce da via Manara 17, sede dell’Osservatorio Geofisico Raffaele Bendandi, ex casa dell’«eretico faentino».
«Sono sommersa di mail e di telefonate. I contatti su Facebook sono ormai migliaia» si lamenta Paola Lagorio, fisica e direttrice dell’Osservatorio. «L’altro giorno mi ha chiamato un signore: “L’11 mia figlia ha un torneo a Roma, che faccio? Prenoto l’albergo?” Che ne so! Rispondo a tutti che qui non c’è nessuna carta che preveda un terremoto l’11 maggio a Roma, ma, con l’attività sismica continua, non posso nemmeno affermare che certamente non ci sarà».
Siamo nella casa museo dell’uomo dei terremoti, morto nel 1979, quasi novantenne e in solitudine. Il suo corpo fu trovato cinque giorni dopo. Non aveva amici, i compaesani lo avvicinavano solo se c’era un sisma, altrimenti si tenevano alla larga. Era un misantropo, forse per reazione alla diffidenza della gente. Di sicuro era dispettoso, se non ha lasciato scritto nulla di intellegibile. Dopo avere annunciato di avere scoperto la formula per prevedere i terremoti se l’è portata con sé nella tomba. Una beffa per tutti, e soprattutto per chi, dopo la sua morte, saccheggiò la sua casa.
«Qualcuno cercava, appunto, la famosa formula. Buttarono per aria appunti, buste, quaderni» racconta Paola Lagorio, mentre mostra un sismografo costruito da Bendandi ancora in funzione. Uno dei tanti da lui progettati e realizzati grazie alla sua prodigiosa manualità. Aveva la quinta elementare, quanto gli bastava per fare i suoi calcoli, il resto lo aveva appreso da un orologiaio e poi in falegnameria.
Nel 1908, quando un terremoto rase al suolo Messina, Raffaele
aveva appena 15 anni, ma fu così sconvolto che cominciò a elaborare la sua teoria. Secondo lui, «come la Luna e il Sole riescono a creare una marea liquida sulla Terra, gli stessi astri allineati in una certa posizione possono determinare una marea solida» dice Paola Lagorio.
Bendandi nel 1923 era così convinto della sua intuizione che convocò una conferenza stampa e col suo forte accento marchigiano dichiarò di essere in grado di prevedere i terremoti. Apriti cielo! Scetticismo, ironia, attacchi. Irritato, il
fabbricante dei terremoti, il Catastrofico, il Barbanera dei terremoti, come lo definì la stampa, depositò presso un notaio la previsione sgrammaticata di due sismi: «Le manifestazioni telluriche in vista da oggi al 10 gennaio 1924 sono due: la prima il 21 dicembre, cioè domani stesso di origine americana (Centro America). La seconda invece più importante come intensità, il 2 gennaio, con probabile epicentro nella Penisola Balcanica, o tutt’al più nell’Egeo». Due terremoti effettivamente ci furono e consolidarono la fama di Bendandi, anche se l’area che aveva indicato era troppo estesa per poter parlare di una previsione esatta. Lo stesso «profeta» ammetteva del resto di non essere ancora in grado di determinare con precisione il luogo in cui si sarebbe verificato il sisma. Perciò nel ’26, il prefetto di Bologna lo diffidò dal fare annunci che gettavano la popolazione nel panico scatenando sui giornali titoli a caratteri cubitali.
«Nella vita di previsioni ne avrà fatte oltre un centinaio. Spesso azzeccate. Ma restava il problema della collocazione dell’epicentro. Con uno scarto di dieci chilometri una previsione non è considerata attendibile e lui spesso sbagliava anche di centinaia di chilometri».
Paola Lagorio mostra una busta ingiallita con scritto a matita blu «Distruggere fuoco». «Il contenuto è stato in parte bruciato. Dentro abbiamo trovato, semicarbonizzati, gli studi di Bendandi dal 1997 al 2012. Mancano invece quelli del periodo ’79 al ’96. Impossibile sapere se li abbia bruciati lo stesso autore prima di morire, oppure qualcun altro dopo».
Mi mette sotto il naso le carte di cui tutti parlano e che nessuno ha visto. Quelle in cui, secondo molti siti in rete, sono previsti due terribili sismi per l’11 maggio 2011 e del 5-6 aprile 2012. Fogli leggeri come veline, bruciati in basso a destra, con una serie di numeri disposti in sei file. Il primo a tre cifre è scritto in
rosso, seguito da alcune date a matita disposte in un ordine incomprensibile, non cronologico.
Cerco per prima la data incriminata per Roma. L’11 maggio manca. Ci sono il 3, il 13, 1l 14, il 15, il 16, il 27 e il 30. Poi si salta all’11 giugno. C’è invece l’11 marzo, giorno del terremoto in Giappone. Seguito dal 21 marzo (passato indenne, grazie a Dio), dal 17 aprile e dal 10 giugno. Mi sembra di dare i numeri e guardo poco convinta la mia interlocutrice.
«Non sappiamo cosa significhino, forse sono previsioni sulle tempeste magnetiche. Bendandi era molto attirato dalle macchie solari, ma, come vede, si tratta di una serie di date senza alcuna indicazione di luogo».
Squilla il telefono, lei risponde. Ascolta costernata. È uno sconosciuto che chiama da Roma per rimproverarla di avergli fatto spendere quarantamila euro per l’acquisto di un camper dove dormirà l’11 maggio. «Sono sotto stress. Lavoro giorno e notte per cercare di decifrare le carte, mi sono suggestionata anch’io, ma qui non c’è nulla che possa far immaginare un qualsiasi terremoto imminente a Roma». Mi porge i fogli con le previsioni del 2012. Cerco le date del 5 e 6 aprile. Non ci sono. Mi accorgo di tirare un sospiro di sollievo. Qui finiscono gli studi di Bendandi sul nostro destino. E anche le bufale.
Se sopravviveremo al 21 dicembre 2012 che, secondo la profezia Maya dovrebbe portare alla distruzione del mondo, siamo salvi noi e le generazioni future fino ai tris tris nipoti. Ma attenzione, secondo il catastrofico Bendandi due cataclismi arriveranno, nel 2521 e nel 2761, quando si verificherà una congiunzione planetaria simile a quella che provocò la scomparsa di Atlantide diecimila anni fa. Dunque, se non avremo distrutto il pianeta con le nostre mani, ci penseranno gli astri.