Federico Rampini, la Repubblica 8/4/2011, 8 aprile 2011
SE CHIUDE PER CRISI LA STATUA DELLA LIBERTA’
Volevate passare Pasqua qui in America? Ripensateci, potreste trovare chiusa la Statua della Libertà. Niente gita neanche da Manhattan a Ellis Island per visitare il celebre museo dell´immigrazione. Accesso vietato all´isola (ex-penitenziario) di Alcatraz nella Baia di San Francisco.
Off-limits i monumenti nazionali di Washington, compresi i musei dello Smithsonian. Niente parchi nazionali. Poveretti i turisti asiatici: ogni anno a decine di migliaia si sobbarcano 12 ore di volo sul Pacifico per assistere alla Festa della fioritura dei ciliegi a Washington; anche quella salterà, perché è organizzata dal National Park Service. Ma forse per molti non-europei sarà impossibile arrivare in America, se le ambasciate Usa devono chiudere gli uffici visti. Sono queste alcune delle misure che possono scattare fin da sabato all´alba, se in queste ore di febbrile negoziato non si sarà trovato un accordo sui tagli al bilancio statale.
Il braccio di ferro tra Barack Obama, il suo partito democratico, e la destra repubblicana sul budget federale non è solo un grande scontro politico con implicazioni economiche importanti. E´ anche uno psicodramma nazionale che improvvisamente rivela all´America quanto la sua vita quotidiana dipende dai servizi pubblici. Hai voglia a denunciare "Washington ladrona", come fa il movimento anti-Stato del Tea Party. Ma poi che succede se si ferma la raccolta della spazzatura, se il fisco smette di pagare i crediti d´imposta, e perfino i militari che soccorrono i terremotati in Giappone restano senza paga? Se passa la scadenza per l´approvazione del budget senza un compromesso in extremis, e quindi scatta l´impossibilità legale di erogare certe spese, di colpo l´America intera sarà messa di fronte a un´emergenza che va oltre la sfera della politica e dell´economia, investe la qualità della vita, tante piccole abitudini quotidiane che fanno l´identità di una nazione.
Fino a ieri si è scherzato sugli 800.000 dipendenti federali che verrebbero lasciati a casa senza stipendio. O tutti gli altri, che pur continuando a lavorare si vedrebbero "spegnere" i loro Blackberry con tutte le email: perché gli smart-phone di servizio non rientrano nella categoria delle "spese essenziali" protette da fondi di riserva nel bilancio. I burocrati non godono di una bella immagine, soprattutto nella destra anti-Stato del Tea Party c´è chi gongola all´idea di castigare il pubblico impiego. Salvo scoprire, nella lunga lista dei servizi federali che sono a rischio di sospensione, che qualcosa tocca ciascuno di noi.
Il servizio meteo si è attrezzato per garantire gli allarmi in caso di uragano; dovrà fare a meno delle previsioni del tempo «a cinque giorni» seguite da milioni di telespettatori. La Social Security promette che continuerà a pagare 53 milioni di pensioni mensili, però non potrà smaltire le pratiche per i neo-pensionati, neppure per invalidità. L´Istituto della Sanità dovrà sospendere i test per l´approvazione di nuovi medicinali e apparecchiature biomediche. La Federal Housing Administration smetterà di erogare garanzie sui mutui-casa. Il trattamento peggiore è destinato proprio a Washington. In virtù del suo statuto speciale, la capitale è trattata come un´agenzia federale. Quindi anche quelli che in altre metropoli sono dei servizi locali, pagati coi bilanci dei Comuni, a Washington si fermerebbero: la raccolta dei rifiuti, le biblioteche municipali, l´ufficio della motorizzazione civile (rilascio delle patenti), perfino la University of the District of Columbia. Unica consolazione: la paralisi nelle multe per la sosta vietata, un piccolo regalo per compensare gli automobilisti. A funzionare regolarmente saranno, per legge, tutti i servizi di emergenza e per la tutela dell´ordine pubblico, ma certi tribunali lavoreranno a scartamento ridotto. I disagi, se scatta la chiusura dei servizi federali non-essenziali, si diffonderanno nel mondo intero. Il segretario alla Difesa Robert Gates, in visita a Bagdad, è stato costretto ad ammetterlo rispondendo alla domanda di un soldato: anche le paghe dei militari rischiano sospensioni o almeno ritardi di diverse settimane. Alla fine il segno politico di questa vicenda può cambiare. La rivincita della destra, che ha conquistato la maggioranza alla Camera nel novembre scorso, è alimentata dalla visione ideale di uno "Stato minimo". Vai a sapere come reagirà la maggioranza degli americani, quando lo Stato si renderà introvabile.