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 2009  marzo 05 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

C’è lo strano caso del tribunale internazionale dell’Aja che spicca un mandato di cattura contro un capo di Stato in carica. Pretende che Bashir, presidente del Sudan, sia arrestato e che gli venga consegnato in modo da poterlo processare.

Come se chiedessero – dico per dire – l’arresto di Napolitano o di Sarkozy?
Proprio così.

E può succedere? Esiste una giustizia mondiale con una polizia mondiale eccetera?
No.

E allora?
E’ una lunga storia. Esiste un tribunale internazionale, che si chiama Corte penale internazionale dell’Aja. Lo riconoscono 104 Stati. Questo tribunale è chiamato a giudicare i crimini di guerra, quelli contro la pace e quelli contro l’umanità. Ha avuto da giudicare sui crimini in Ruanda e su quelli commessi nella ex Jugoslavia. Un’esperienza significativa, ma avara di risultati concreti. I Paesi di questa o di quella parte del mondo, anche se dicono di voler perseguire pace e giustizia, fanno sempre politica e quindi, anche nel caso del tribunale, favoriscono o ostacolano, consegnano o favoriscono le fughe, a seconda dei calcoli e delle convenienze. Un handicap enorme del tribunale è che gli Stati Uniti, la potenza più aggressiva della Terra, non lo riconoscono. Gli americani hanno spiegato che loro non accetterebbero mai di farsi processare da chicchessia. E quindi il tribunale faccia quello che crede. Lei capisce che così tutta l’azione dei giudici internazionali è monca in partenza: tutti sono passibili di giudizio, ma non gli Stati Uniti! E come sarebbe? vero peraltro che anche all’Aja fanno politica, e che non bisogna abboccare alla falsa opinione che il bene sia tutto da una parte e il male tutto dall’altra. Per esempio questa sentenza di ieri, alla fine a che serve?
A chi serve?

Di che si tratta?
Lei avrà sentito parlare del Darfur: deserto vasto come la Francia e che appartiene al Sudan. Deserto sopra, ma pieno di petrolio e uranio sotto. C’è, in questa zona, una vecchia rivalità per l’acqua tra agricoltori e allevatori. Gli agricoltori sono africani e animisti. I pastori, arabi e musulmani. Il governo del Sudan è in mano all’Islam e il governo sostiene naturalmente pastori e nomadi. Nel 2003 scoppia la guerra civile e da Karthoum – la capitale – parte l’incarico alla più guerriera delle tribù nomadi, quella dei Janjaweed, l’incarico, voglio dire, di massacrare i contadini africani. Questi massacri sono stati raccontati da Antonio Cassese, che è stato il primo presidente della Corte dell’Aja. «La violenza si svolge sempre nello stesso modo. All’alba appare un aereo, un Antonov (serve per il trasporto di truppe, ma viene invece riempito di bombe); lancia una o due bombe, soprattutto per terrorizzare la popolazione (un pilota di questi aerei, interrogato da noi della Commissione di inchiesta, ci disse che sganciava le bombe sulla base di coordinate che gli fornivano i superiori, e poi si allontanava senza neanche sapere cosa avesse colpito). Tutti gli abitanti scappano, ma si trovano circondati dai Janjaweed a cavallo o su cammelli, armati di fucili e mitra, e appoggiati da pick-up governativi su cui sono installati mitragliatrici e mortai. I villaggi sono subito preda delle fiamme. I civili cercano di salvare le loro povere cose, fuggendo all’impazzata quanto più lontano possibile. I miliziani armati radunano le donne e le violentano. Finiscono di bruciare le case ancora intatte, saccheggiano, uccidono quanti più uomini possibile. Sono aiutati da truppe governative in tute mimetiche o verde oliva, truppe che però di solito restano fuori del villaggio, a sparare e uccidere da lontano. Intanto uno o due elicotteri mitragliano dall’alto chi fugge. Chi si salva, quando torna qualche ora dopo trova il villaggio devastato e inabitabile. Comincia così la processione dei profughi, che si trasferiscono negli enormi centri di raccolta, dove sopravvivono solo grazie alla generosità delle organizzazioni umanitarie». I profughi al momento sono più di due milioni. Il tribunale dell’Aja vuole che per questo sia arrestato il presidente sudanese Bashir.

Perché ha dubbi su questa richiesta?
Perché è una richiesta inutile e può solo provocare altre rappresaglie. In Sudan sono già cominciate le manifestazioni d’appoggio al presidente, che ha rilasciato dichiarazioni beffarde nei confronti del procuratore generale Ocampo, l’uomo che ha chiesto l’arresto. Vi saranno altri morti. Lo dico, sapendo che Bashir è un massacratore. Ma il Sudan è protetto dalla Cina e quelli dell’Aja non piacciono agli americani. In queste condizioni sarebbe saggio muoversi con prudenza evitando finte vittorie politiche di nessun effetto. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/3/2009]
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