Maria Pia Fusco, la Repubblica 05/03/2009, 5 marzo 2009
MARIA PIA FUSCO
L’hanno tirato fuori dai vecchi archivi della Siae, la Società che tutela gli autori: il verbale d´esame che certifica la qualifica di "Compositore melodista" per un giovane artista romano. Era il 1957 e il giovane era nientemeno che Alberto Sordi. Il curioso verbale verrà oggi presentato al pubblico e consegnato ad Aurelia Sordi, la sorella 90enne dell´attore, cui la Fondazione dedicata all´Attore ha affidato la cura dell´eredità e dell´immagine dell´Albertone nazionale. Sempre stamane verrà anche dedicata all´attore romano l´aula di lettura del palazzo del Burcardo, al centro di Roma, un privilegio che la Società degli Autori aveva riservato soltanto a Giacomo Puccini. «Alberto Sordi è uno dei pochi autori iscritti alla Siae in quattro sezioni, rivista, teatro, musica e cinema», spiega Giorgio Assumma, presidente della Siae e della Fondazione Sordi. «Nel 1957 Sordi si iscrisse come suonatore di mandolino, uno strumento che conosceva bene, durante la guerra aveva fatto il militare in una banda dell´esercito». Non solo con un padre strumentista nell´orchestra del Teatro dell´Opera, aveva respirato musica da sempre.
«Ma prima del ´57 Sordi era già iscritto alla Siae come paroliere di riviste», ricorda Assumma. «Oggi i proventi sui diritti delle sue opere arrivano di continuo. In parte vanno alla sorella, il resto sono destinati ad opere sociali». Che l´avarizia di Sordi fosse solo una leggenda lo dimostra l´acquedotto fatto costruire da lui in Africa o il terreno di Trigoria che donò per ospitare un campus all´americana per professori e studenti, con un ospedale, un centro ricerche, ecc... Tra le curiosità che riguardano l´attore Assumma ne sottolinea una: «Ho dovuto mandare varie diffide ai tanti che sfruttano la sua immagine, in particolare quella con gli spaghetti, per promuovere prodotti industriali. Non solo in Italia. In Canada o in Australia si cerca di vendere formaggi e altri prodotti con il volto di Sordi sull´etichetta».