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 2009  marzo 05 Giovedì calendario

Finito un po’ così - grandi cene fra amiche, corredate da ciucche e tristi spogliarelli maschili - l’8 marzo è comunque una buona occasione per guardare le donne dall’oblò deformante ma in fondo veritiero della musica pop: e capire come se la passano, in questo scorcio di tempo che sembra portarle indietro fra violenze bestiali e sfruttamenti di ogni tipo

Finito un po’ così - grandi cene fra amiche, corredate da ciucche e tristi spogliarelli maschili - l’8 marzo è comunque una buona occasione per guardare le donne dall’oblò deformante ma in fondo veritiero della musica pop: e capire come se la passano, in questo scorcio di tempo che sembra portarle indietro fra violenze bestiali e sfruttamenti di ogni tipo. Infatti, anche nel pop non si scherza. L’ultimo modello clamoroso che ci si è presentato è quello di Rihanna: ritratta sui media con la faccia disfatta di pugni alla vigilia della notte dei Grammy dove avrebbe dovuto esibirsi, ha ora fatto la pace con il collega-fidanzato Chris Brown e insieme sono partiti per una vacanza a Miami. Il bel tomo non ancora ventenne l’aveva gonfiata durante una lite in macchina e poi, scappato e preso dalla polizia, aveva pagato senza fiatare 50 mila dollari per uscire di prigione. Sconsolante. Anche per i fans che hanno protestato inviando migliaia di e-mail ai siti web di Mtv e Tv Guide. E criticando soprattutto la cantante, disposta a perdonare il fidanzato. Così finisce che la giovane e promettente cantante delle Barbados ci fa ricordare il passato tumultuoso di un’altra ex-ex giovane tigre, Tina Turner, proprio in questi giorni in concerto a Londra alla vigilia del settantesimo compleanno, con le sue minigonne, i pizzi, i volant, come se il tempo non fosse passato: quando nei Sessanta Tina veniva massacrata di botte dal marito ora scomparso Ike Turner, le donne avevano davanti altre attese, altre speranze che con il senno di poi si sono rivelate tradite; ma Tina mostrò tutt’altro orgoglio che non Rihanna oggi, lasciò il marito e diventò, finalmente in proprio, una vera star. Abusi e resurrezioni Allora, come oggi, dietro le botte non era difficile indovinare un consumo prepotente di sostanze. E il leit-motiv del Terzo Millennio: di qualcosa bisogna abusare, per non essere out. Sono strade faticose, lastricate di dolori, ci sarà gente che arriverà in vecchiaia ridotta a pezzi, se la scienza non ci mette lo zampino. Chissà se a 70 anni avrà la stessa verve che ha oggi la Turner, un’altra falena in piena rinascita, Britney Spears: una delle poche che ancora autenticamente riempiono l’immaginario collettivo, ha cominciato ieri da New Orleans un tour dal quale si deduce che anche per lei la violenza non è mai troppa. Dean e Dan Caten, i gemelli canadesi di DSquared, le hanno disegnato intorno il solito ambiente bondage da schiavi del sesso: le prime scene del concerto-show (sulle orme di Madonna) sono di danzatori con catene e museruole di pelle, e in mezzo a loro lei canta le sue cosette. Davvero il dolore di tutti questi mesi, l’esser stata costretta a 27 anni a riparare come da piccola sotto la potestà del padre per poter continuare a vedere i due figli dai quali era stata allontanata, non le ha insegnato molto. Quello è il suo mondo modaiolo, quelli i suoi punti di riferimento: a quanto pare, permanenti. Le italiane prudenti Senza Fabrizio Corona in giro, e con ben più prudenza nella pelle, le donne della musica italiana offrono altre immagini, altre rassicurazioni. Siano giovani, nel pieno della forma come la quasi trentacinquenne Laura Pausini, che apre stasera a Torino il Primavera in anticipo tour che durerà un anno, in giro per il mondo; di lei si ha un’immagine di emozioni controllate e attente, un processo di maturazione che finisce per diventare il filo conduttore dei suoi dischi. O siano ben avanti con le primavere come la finalmente pacificata Ornella Vanoni, decana di tutte con i suoi gloriosi 75 anni: sabato, da Cesena, parte il suo tour che segue il fortunato album di duetti. Un tempo, a 75 anni, al massimo si lavorava all’uncinetto. Intanto, sarà fra poco nei teatri una splendida ultracinquantenne, Fiorella Mannoia: con quegli occhi, con quei muscoli, con quella decisione che le si legge in faccia, chi la picchierebbe mai? Se almeno Rihanna andasse a fare una scuola di autodifesa...