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 2009  marzo 05 Giovedì calendario

Vanity Blair Adorato come una rock star, conteso dai centri congressi di mezzo mondo, ospite fisso di hotel extra-lusso: pare proprio che l’ex premier britannico Tony Blair abbia fatto bingo a lasciarsi alle spalle le auguste stanze di Downing Street

Vanity Blair Adorato come una rock star, conteso dai centri congressi di mezzo mondo, ospite fisso di hotel extra-lusso: pare proprio che l’ex premier britannico Tony Blair abbia fatto bingo a lasciarsi alle spalle le auguste stanze di Downing Street. Giovane, potente, famoso. E ora, grazie a laute consulenze e discorsi pagati a peso d’oro, anche ricco. Ce n’è abbastanza, insomma, per sciogliere le briglie all’ego. Ecco dunque il Blair di nuovo conio: vanitoso, straimpegnato, amante della bella vita e padre padrone di un vasto nugolo di attendenti. E quando transita da casa lascia in giro i calzini sporchi, tanto ci sono i servitorelli. A dipingere un ritratto del tutto inedito dell’ex leader del partito laburista britannico - stella polare della sinistra europea per un bel torno di tempo e ora inviato di pace in Medio Oriente per conto del Quartetto – è il tabloid Daily Mail. Che raccolte in confessionale le indiscrezioni «spifferate» dallo staff di Blair, è andato in stampa con uno speciale dal titolo eloquente: Vanity Blair. Il tempismo è davvero impeccabile. Blair, infatti, ha appena messo in piedi l’ennesima società - la Tony Blair Associates - per offrire consulenze in campo «politico ed economico». Suscitando subito scalpore e aspre critiche. L’idea, però, ha dato i suoi frutti, visto che il Kuwait sembra aver staccato un assegno a sette cifre pur di aver accesso ai «consigli» dell’ex premier britannico. Che, avendo registrato la società come una partnership e non come un’azienda vera e propria, potrà evitare di dichiarare pubblicamente i suoi introiti – tenendo dunque segrete le entità delle consulenze. Una frenesia senza limiti che inizia a procurargli qualche grattacapo sul fronte domestico. «Non sono mancate le liti con sua moglie Cherie proprio perché Tony è sempre impegnato», ha raccontato al Mail una fonte interna al suo entourage. «Ma Tony adora la vita che sta conducendo». Ovvero trascorrere in America il maggior tempo possibile: un suo discorso viene di norma ricompensato con una parcella da 170 mila sterline. Ma non è solo il denaro ad attrarre l’ex primo ministro di Sua Maestà. «Bisogna esserci», ha detto un’altra fonte bene informata, «per vedere l’adulazione che riceve: è trattato come una star del cinema e le donne svengono alla sua vista. una cosa inebriante. Comprensibile, quindi, che dopo tutto questo tornare alla vita di casa diventi un’esperienza banale: so di momenti non proprio felici». Stando al Mail, poi, neppure lo staff di Connaught Square - il palazzo del centro di Londra acquistato dai Blair per 3,6 milioni di sterline - è entusiasta quando il capo-famiglia rientra alla base: indumenti abbandonati in giro per casa come capita, calzini e altri capi intimi da raccattare a ginnastica ultimata. I più indiscreti si spingono a dire che l’ex premier non si degna neppure di togliere il tappo dalla vasca dopo il suo bagno mattutino. Quello che dà più i nervi a Cherie, ad ogni modo, è il suo atteggiamento evanescente: Tony va e viene a suo piacimento, passa poco tempo coi figli, e la trascura. Il lamento dell’ex first lady - in principio grande fan della nuova vita del marito e dei milioni che ha portato con sé, ben 15 secondo le ultime stime - è dunque finito per coincidere con un popolarissimo «questa casa non è un albergo». E ha quindi vietato l’ingresso a tutti i dipendenti di Tony - 40 solo a Londra - nel tentativo di ristabilire un po’ d’ordine. Cherie, però, non può arrivare al cuore dell’impero di Blair, ovvero gli uffici di Grosvenor Square - dove ha sede anche la Tony Blair Faith Foundation. Tony è laggiù il capo assoluto, i «suoi» ragazzi gli si rivolgono con il semplice termine «Boss» mentre lui si diverte a chiamare le impiegate con il vezzeggiativo «darling». Gli Usa, ad ogni modo, restano il vero tallone d’Achille di Blair. «A Tony piace molto l’attenzione che riceve negli Stati Uniti», ha confessato un amico dell’ex premier, «ma credo che il suo amore per gli States stia andando forse un po’ troppo in là». Le ragioni di questa cotta sono d’altra parte semplici da capire. «Dopo tutte le critiche che lo hanno colpito nei suoi ultimi anni a Downing Street - ha proseguito l’amico - scoprirsi tanto ammirato e amato è stato un vero toccasana per la sua autostima. Alcuni dei suoi amici più vecchi credono che sia ormai un egocentrico. Io - ha concluso l’anonimo amico - penso però che sia semplicemente pieno di energia». Con tanta salute da spendere non pare più così strano che Tony «l’americano» stia in realtà pensando seriamente a quel posto da primo presidente della nuova Unione Europea. L’ego, se non altro, ne trarrebbe certo giovamento.