Mario Sconcerti, Corriere della Sera, 5/3/2009, 5 marzo 2009
La sensazione di essere usati - Appartengo ai pochi a cui non è piaciuto lo sfogo di Mourinho. Per inciso, sono convinto non sia piaciuto nemmeno a Moratti, che adesso si ritrova dentro casa una linea politica molto dura, una piccola guerra universale senza averla né scelta né dichiarata
La sensazione di essere usati - Appartengo ai pochi a cui non è piaciuto lo sfogo di Mourinho. Per inciso, sono convinto non sia piaciuto nemmeno a Moratti, che adesso si ritrova dentro casa una linea politica molto dura, una piccola guerra universale senza averla né scelta né dichiarata. Conosco da tempo le qualità di Mourinho e le apprezzo molto fin quando non trascendono. Non sono più un ragazzo e conosco un sacco di brutte parole, ma non mi piace chi va in televisione, la occupa per 7 minuti, cioè un’eternità, per dire a chi ascolta che è una prostituta (per di più intellettuale) e a chi non c’è di manipolare a suo vantaggio le situazioni. Cioè come dire un po’ a tutti che sono dei ladri. Deve esserci un limite, non di bon ton ma di convivenza, quasi di lealtà sportiva. Non si possono accusare altre società con questa straordinaria facilità indimostrata. Deve esserci un minimo di rispetto, di regole convenute. Non può bastare essere sinceri per poter offendere tutti. Non mi è piaciuto Mourinho perché trovo infinitamente sproporzionata la scintilla rispetto all’incendio. La storia parte da un rigore discusso concesso all’Inter, non da un torto subito. La risposta è che non si doveva nemmeno avanzare dei dubbi? Non si poteva discutere? Mourinho sa benissimo che in Italia si parla sempre di tutti, del Milan, della Roma, della Juve. Capita dopo una partita così che si parli anche di rigori e di Inter. Qual è il problema? Mourinho accusa un sistema di potere che però sembra saper usare benissimo. Tre settimane fa disse di avvertire cose strane e lo sottolineò a lungo con quelle prostitute intellettuali che sono i giornalisti e che quel giorno gli andava bene «manipolare». Rimprovera a Ranieri e Spalletti peccati che anche lui commette senza che gli sia mai stato risposto con la sua violenza. Vorrei peraltro capisse una cosa molto semplice, quasi automatica. Nessuno è obbligato a fare niente. Se non vuol parlare non parli. Ma ricordi anche che il suo stesso fastidio per un «dovere» non gradito lo avvertono magari anche quelli che «devono » per lavoro andare ad ascoltarlo. Non mi è piaciuto Mourinho perché ho avuto alla fine la sensazione che si sia stati tutti di nuovo usati. Come se Mourinho sia andato, stia andando, in cerca di una rottura, di una qualunque causa che gli dia una via d’uscita. Da dove non lo so. Ma quando si alza così tanto la voce, quando si è così fuori sintonia dalle cose che accadono sul campo (l’Inter è prima con 7 punti di vantaggio), vuol dire che dietro le offese c’è un messaggio. Quale, lo scopriremo forse tra 91 giorni.