Francesco Forte, LiberoMercato 5/3/2009, 5 marzo 2009
I TRE FIGLI DI VERONICA FINANZIANO IL NEMICO DELLA SORELLA MARINA
Forse papà Silvio non sarà proprio contento. Certamente non avrà apprezzato Marina, la sorellona più grande. Dal bilancio della Holding Quattordicesima emerge un investimento di 5 milioni nella Sator. Messa così sembra una delle solite partite che si aprono quando l’alta finanza confina con il monopòli. In realtà questo investimento rappresenta un’altra puntata della dinasty fra i numerosi eredi del Cavaliere. Infatti la Holding Quattordicesima non è proprio una società qualunque: possiede il 21,4% di Fininvest essendo una delle scatole attraverso cui Berlusconi e i suoi ragazzi controllano l’impero di famiglia. Fa capo a Luigi, Barbara ed Eleonora [foto Lapresse], i tre figli di Veronica. Sator è la finanziaria d’investimenti fondata da Matteo Arpe, ex amministratore delegato di Capitalia.
Matteo e Cesare
Ora è noto che i rapporti fra Matteo Arpe e l’attuale presidente di Mediobanca, Cesare Geronzi non sono proprio ottimi. Anzi diciamo pure che sono pessimi. Era stato proprio Geronzi, quando ancora presiedeva Capitalia, a ottenere dagli azionisti il licenziamento di Arpe. Il fatto accadeva quasi due anni fa e da allora la situazione non è migliorata. Le strade si sono divise. Arpe con la ricca liquidazione (circa 50 miliardi) ha fondato Sator. Geronzi si è seduto sulla poltrona che era stata di Enrico Cuccia alla testa della più blasonata banca d’affari italiana. L’ostilità, però, è rimasta elevata. Nel sistema delle alleanze che regola la finanza italiana accade che ormai gli amici di Arpe vengano considerati personaggi poco graditi a Geronzi e al sistema che ruota intorno a Mediobanca. Ecco allora che la scelta fatta da Luigi, Eleonora e Barbara finisce per sembrare uno sgarbo a Marina e, un gesto di forte autonomia rispetto alle scelte manageriali del gruppo fondato da papà Silvio. Marina, infatti, è consigliere d’amministrazione di Mediobanca e la galassia del Cavaliere (sia con Fininvet che con Mediolanum) compare fra i grandi soci della banca d’affari milanese.
Ecco perchè i cinque milioni che la Holding Quattordicesima vuole investire nelle operazioni di Matteo Arpe finiscono per sembrare il prezzo del rancore. Quasi che i tre figli di Veronica non perdessero occasione per prendere le distanze da Marina e da Piersilvio.
Barbara e Marina
Un sospetto che carica di altri significati le affermazioni pubbliche di Barbara che, in una intervista pubblicata la scorsa settimana, non aveva nascosto le sue ambizioni sulla Mondadori. appena il caso di notare che presidente della casa editrice di Segrate è, tanto per cambiare, Marina. Ora l’investimento della Holding Quattordicesima in Sator che si aggiunge al fatto che il giovane Luigi ha fatto il suo tirocinio nel mondo dell’alta finanza proprio accanto a Matteo Arpe. Adesso l’ultima voce. Il ragazzo non solo ha investito cinque milioni insieme alle sorelle nell’iniziativa dell’ex amministratore delegato di Capitalia. Sembra anche che potrebbe chiedere a papà Silvio di essere liquidato per impiegare il ricavato nella Sator. In questa maniera andrebbe a collocare il suo futuro ben lontano dai destini dell’impero televisivo. Nessuna conferma, ovviamente. Solo il dubbio che i figli di Veronica hanno obiettivi ben divergenti rispetto ai due fratelli più grandi. Queste avvertenza cambiano sapore ai rimproveri pubblici di Veronica nei confronti del cavaliere. Non solo l’affetto della donna ferita dalle presunte infedeltà del marito. Ma soprattutto la mamma che vuole garantire il futuro dei suoi ragazzi.
Mediobanca e Bolloré
In ogni caso la gestione di Mediobanca appare abbastanza distante dai problemi, reali o no, che interessano la famiglia Berlusconi. A fine anno, infatti, scade il patto di sindacato che governa la banca d’affari. Ieri il finanziere Vincent Bolloré, capo delegazione degli azionisti francesi, ha aperto i giochi. Ha annunciato la disponibilità dei suoi amici ad aumentare la quota «se sarà possibile». Una scelta che potrebbe rompere i delicati equilibri su cui si regge Mediobanca. Uno scontro in Piazzetta Cuccia farebbe scoppiare una guerra nucleare ai piani alti della finanza italiana. Tanto grande da rendere da riportare la dinasty degli eredi Berlusconi al ruolo di piccola divergenza domestica.