Lucia Annunziata, la Stampa 05/03/2009, 5 marzo 2009
LETTERE
Con un euro di pane e politica -
Si è svolta a Torino la manifestazione nazionale del sindacato di sinistra per protestare contro tutto, macchie solari comprese. Non poteva certo mancare Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, che non ha perso occasione di ricordare l’intenzione di voler ridistribuire il reddito a favore dei salari. Nobile intento, che si traduce nella volontà di togliere ai poveri per dare ai ricchi per non farli sentire orfani dei loro i pregiati capi di cachemire. Non poteva mancare il gesto provocatorio che ha dimostrato ancora una volta come i politici siano gli esseri più lontani in assoluto dalla vita reale, quelli di sinistra dimostrano d’essere lontani anche dai lavoratori. Ha distribuito pane a un euro al chilo. Sembrerebbe un gesto di carità verso i più bisognosi, ma chi l’ha fatto non sa che il pane a Torino si trova già a un euro al chilo negli ipermercati e nei forni di periferia, non serve aspettare un corteo sindacale per farne scorta. Ci aspettano altri omaggi, di quelli che risolvono il problema del fine mese, la prossima volta magari ci sarà la distribuzione del gasolio a un euro al litro.
GIUSEPPE PERONI, CARMAGNOLA (TO)
Ammetto, caro lettore, che non le manca il senso dell’umorismo: l’idea di politici che distribuiscono il pane a un prezzo speciale che è già tale ai supermercati fa capire immediatamente quanto spesso nella nostra attuale politica la buona volontà non sia sempre accoppiata alla necessaria conoscenza della realtà. Devo però aggiungere, a fronte della sua presa in giro, che io penso Ferrero sia in assoluta buona fede. Vediamo se ci risponde su questa storia del pane. Per quel che riguarda la redistribuzione del reddito, vorrei ricordarle che questa linea non è solo di Rifondazione, ma ha anche adepti in luoghi molto più felpati o più famosi delle impoverite file della sinistra radicale italiana. Vorrei qui riportarle alla memoria l’indicazione - più volte ripetuta negli ultimi anni - della Banca d’Italia, che vede proprio nel blocco della crescita dei salari italiani (a livelli minimi in Europa) una ragione di crisi economica. Quello di Draghi non è mai stato, ovviamente, un invito alla redistribuzione del reddito, ma certamente un puntare il dito sui danni di un eccesso di squilibrio nella distribuzione della ricchezza. Togliere ai ricchi (un po’) per dare ai poveri è un obiettivo che si è poi posto con molta pubblicità e senza timori il nuovo presidente Usa Barack Obama. vero che i conservatori hanno per questo già cominciato ad attaccarlo come «socialista», ma anche lei, caro signor Peroni, converrà che anche nelle turbolenze attuali i più «ricchi» continuano a non potersi lamentare. Finisco dicendo che la mia non è un’istigazione contro i ricchi (la ricchezza non è una colpa né uno status da punire): penso solo che una redistribuzione, ben fatta, che non sia eccessiva per nessuno, può essere uno stimolo alla ripresa.