Paolo Valentino, Corriere della Sera, 5/3/2009, 5 marzo 2009
Usa, risolto il giallo della stagista uccisa - Come in una canzone di De Andrè, nella primavera del 2001 una giovane californiana, che aveva appena finito un tirocinio in un ufficio federale a Washington, sparì misteriosamente mentre faceva jogging in un parco cittadino
Usa, risolto il giallo della stagista uccisa - Come in una canzone di De Andrè, nella primavera del 2001 una giovane californiana, che aveva appena finito un tirocinio in un ufficio federale a Washington, sparì misteriosamente mentre faceva jogging in un parco cittadino. Chandra Levy aveva 24 anni e la sua scomparsa segnò l’inizio di un lungo dramma nazionale, che pietrificò la capitale americana per un anno. I primi sospetti si indirizzarono infatti su un deputato democratico della California, Gary A. Condit, un uomo sposato che tra balbettamenti e reticenze aveva infine ammesso di avere una relazione con la ragazza. Condit non fu mai incriminato, ma l’ombra rimase e lo scandalo contribuì a rovinargli la carriera politica. Il cadavere di Chandra venne ritrovato nel maggio del 2002, in un remoto anfratto del Rock Creek Park. L’avevano violentata e poi uccisa. Il colpevole non era mai stato individuato. Almeno fino all’altro giorno. Ora il presunto assassino ha finalmente un volto. E non è quello tenebroso di Condit, che la povera Chandra, parlando una volta con un’amica, aveva paragonato ad Harrison Ford. La polizia del Distretto di Columbia e i procuratori federali hanno annunciato di aver emesso un affidavit per l’incriminazione di Ingmar Guandique, un salvadoregno di 27 anni già in carcere, dove sconta una condanna a 10 anni per aver aggredito e violentato due donne nello stesso parco e nello stesso periodo in cui scomparve Chandra Levy. Un’inchiesta nuova di zecca, ordinata tre anni fa da Cathy Lainer, non appena insidiatasi come capo della polizia di Washington, ha permesso di raccogliere una quantità impressionante di indizi e soprattutto le dichiarazioni convergenti di una dozzina di testimoni, che l’indagine originaria aveva sottovalutato o peggio ignorato. Fra queste, le dichiarazioni di persone che conoscevano da tempo il sospettato: a loro Guandique avrebbe raccontato per telefono e per lettera di aver ucciso la ragazza. Ancora, secondo l’affidavit, un’altra donna sostiene di essere stata avvicinata da Guandique mentre camminava nel Rock Creek Park, il 1˚ maggio 2001, lo stesso giorno della sparizione di Chandra. La signora era fuggita, ma aveva riconosciuto l’aggressore da una foto sui giornali. «Oggi abbiamo compiuto un passo importante per rendere giustizia a Chandra e alla sua famiglia», ha detto Lainer, fiduciosa che le «prove circostanziali in nostro possesso siano sufficienti a ottenere una condanna ». Secondo il capo d’accusa, Guandique non avrebbe agito da solo, ma sarebbe stato aiutato da due complici, i cui nomi restano segreti. «Una buona notizia, che purtroppo non ci ridarà indietro nostra figlia», ha commentato Susan Levy, la madre della vittima. Anche Gary Condit, che nel 2002 dopo 14 anni al Congresso fu sconfitto alle elezioni, ha reagito con sollievo all’annuncio: «Siamo felici che la famiglia Levy abbia infine la risposta che aspettava da otto anni. Per quanto riguarda la mia, che in questi anni mi ha sostenuto nell’avversità, la sua costanza è stata ripagata. Peccato che un insaziabile appetito per il sensazionalismo abbia impedito di cercare le vere risposte per così tanto tempo. Nessuno ha mai voluto ascoltare la mia parte della storia». Il nome di Guandique, arrivato illegalmente negli USA nel 2000, era in verità già emerso all’epoca del delitto. Ma come ha raccontato la scorsa estate il Washington Post in una lunga inchiesta, in 14 puntate, la polizia si concentrò tutta sul deputato, la sua storia con Chandra e le sue altre ex amanti, trascurando di seguire tracce importanti che portavano al salvadoregno, già protagonista di diversi assalti a scopo sessuale nel parco della tragedia. Ma Condit ci mise del suo, tacendo prima e mostrandosi evasivo dopo, sia con gli inquirenti che con i media, sulla sua relazione con la ragazza. Nel-l’estate del 2001 ammise di avere avuto con lei rapporti sessuali. Ma nel 2004, quando il procuratore Paul Li Calsi gli chiese se la loro fosse una «storia romantica», la sua risposta fu: «No».