Stefania Miretti, la Stampa 05/03/2009, 5 marzo 2009
Quarantun anni sono un’età difficile per una signora, è troppo presto per mollare il colpo e troppo tardi per aver davvero voglia di rimettersi in pista ogni mattina
Quarantun anni sono un’età difficile per una signora, è troppo presto per mollare il colpo e troppo tardi per aver davvero voglia di rimettersi in pista ogni mattina. Perciò non stupisce che Carla Bruni sia entrata in quella fase della vita in cui, due giorni su tre, quel che una donna desidera veramente è un paio di scarpe comode (per quanto concerne i desideri del giorno rimanente, ma più che altro sono guizzi d’un momento, fa testo la recente fotografia in cui madame Sarkozy fissa il ministro Fillon con lo sguardo della gatta che sta per inghiottire il topolino). E’ a quel punto che l’idea di un altro figlio s’insinua. Un altro figlio è senza dubbio meglio d’un altro amante. E’ una cosa tutto sommato abbastanza giovanile, ma meno deprimente e faticosa dell’andarsene in giro a sedurre. Ti permette di rimetterti al centro dell’attenzione, operazione non semplicissima in generale e ancor di più se nel corso della tua vita hai già sfilato e cantato, se hai già attraversato la tua fase rock fidanzandoti con Eric Clapton e Mick Jagger e quella hollywoodiana lasciandoti amare da Kevin Costner e Vincent Perez; se hai già avuto un miliardario (Donald Trump) e un filosofo, anzi due (gli Enthoven); se hai già sfasciato famiglie, piantato un padre per metterti col suo primogenito. Se hai scoperto di avere un genitore biologico diverso da quello che t’ha cresciuta e sulle cui ginocchia hai posato mezza nuda; se ti sei già goduta le tue nozze lampo col presidente più ganzo d’Europa, hai fatto il miglior inchino alla regina Elisabetta, e ora cominci a chiederti quanto potrà reggere la storia della saggia moglie monogama d’un signore che va alle riunioni condominiali a braccetto con la suocera. Non più di tanto, in effetti: le avventure della coppia italo-francese, al netto delle polemiche sul caso Battisti e delle scaramucce con Berlusconi, ci stavano venendo un po’ a noia. Nessuno ricorda come fosse vestita Carlà al terzo viaggio ufficiale (chemisier nocciola? tailleur grigio-azzurro?), i memoriali della signora Marysa non dovrebbero più riservare grosse sorprese, e dall’altra parte dell’Oceano il ballo degli Obama, più giovani, più belli, più innamorati e con un miglior sbiancatore di denti, ha fatto il resto. Restavano le periodiche illazioni su una possibile gravidanza della première dame. Ma Carla è donna troppo informata dei fatti per non sapere che le foto d’una quarantenne sorpresa in spiaggia col giro vita un po’ allentato finiscono sui giornali perché in qualche modo bisognerà pur riempirli: tutti fingono d’aspettarsi il bebè e in realtà pensano al fisiologico ingrassamento premenopausa. Così, ieri, il colpo di reni. L’annuncio che la riporta trionfalmente in copertina. Intervistata da Madame Figaro, la prima inquilina dell’Eliseo (che barba, che noia) si dichiara intenzionata a procedere con l’adozione: «Mi piacerebbe avere un secondo figlio. Se non sarà possibile biologicamente, ne adotterò uno», confida all’intervistatrice, precisando di non essere «ossessionata dai legami di sangue». Ben fatto. Seguirà rilancio mediatico della famiglia allargata dell’Eliseo (ci sono già: Aurélien, 7 anni, figlio di Carlà e Raphaël Enthoven; Pierre e Jean, nati dal primo matrimonio del presidente; l’undicenne Louis, che Sarkò ha avuto da Cécilia). Seguiranno previsioni (sarà un piccolo francese? un bimbetto del Terzo Mondo, come quelli prediletti dalle star?) e più attenzione alle missioni umanitarie internazionali di Carlà spiacevolmente liquidate con una foto-notizia sui giornali. Seguirà e proseguirà, soprattutto, il feuilleton: «Essere mamma di qualcuno è cosa di tutti i giorni, non solo dei primi nove mesi, e questo dura tutta la vita», ha spiegato la Bruni a Madame Figaro. Le donne lo sanno. Le più smagate sanno che vale, eventualmente, anche per le copertine, come ogni cosa soggetta all’ineffabile tic-tac dell’orologio biologico.