Giorgio Esposito, Novella 2000, n. 10, 05/03/2009, pp. 60 ཿ 63, 5 marzo 2009
Antonio Di Pietro. Ventenne e con in tasca un diploma da perito elettronico, emigra in Germania e va a lavorare, come operaio, in una fonderia
Antonio Di Pietro. Ventenne e con in tasca un diploma da perito elettronico, emigra in Germania e va a lavorare, come operaio, in una fonderia. Un anno più tardi, vince un concorso al ministero della Difesa e ritorna in Italia dove a 23 anni si sposa per la prima volta. A 24 nasce il primogenito, Cristiano, e nel 1973 si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza. Dopo la laurea, diventa segretario comunale nel Bergamasco, poi commissario di polizia, infine magistrato e politico. «Da emigrante mandavo i soldi a casa; da muratore volevo fare il muro dritto; da poliziotto mi impegnavo per arrestare il delinquente di turno; da magistrato ho pensato che la legge fosse uguale per tutti. Ogni cosa l’ho vissuta con estrema intensità». *** Il padre «era un uomo semplice e genuino che neanche comprendeva come avrebbe potuto, una laurea, cambiarmi vita. Ho solo cercato di non deluderlo. Quando parlo di papà, dico anche mamma: erano una mente e un corpo, quattro braccia che lavoravano in campagna e chi arrivava prima metteva il piatto in tavola. Non esisteva il ruolo uomo-donna». *** «Almeno una volta a settimana cerco di tornare a casa, in campagna, dove mi aspettano, oltre ai famigliari, gli animali. Se potessi ci resterei anche per lavorare. Ma, sia chiaro: non abito in ville spettacolari. Vivo a Curno, in provincia di Bergamo, dove negli anni ”80, con 38 milioni di lire, ho acquistato un vecchio cascinale che ho fatto ristrutturare e oggi è il mio rifugio. Spesso torno anche al paese di origine, a Montenero di Bisaccia, nella vecchia masseria di famiglia, dove mio padre faceva il contadino. La campagna è la mia vera passione e nei pochi momenti liberi mi piace occuparmi della terra». *** «Quando vado a Montenero, ritrovo i compagni delle scuole elementari che stanno ancora lì, con i quali mi confronto non perché sono stato ministro, magistrato o perché sono capo di un partito. Per loro sono e resto Tonino». *** «Vado dal fornaio come farebbe un qualsiasi marito e faccio la spesa come un comune mortale». *** Il momento più bello della sua vita è stato «quando ho vinto il concorso al ministero della Difesa, ero emigrante in Germania. Ho portato a termine il mio turno di lavoro in fabbrica e a tarda sera ho caricato sulla macchina tutto ciò che avevo, compreso il materasso sul portabagagli. Fino a quel momento, il mio futuro era quello di emigrante che lavorava in fabbrica come un asino dalla mattina alla sera. Quel concorso è stata la mia rivincita. A mezzanotte ho chiuso la porta dell’appartamento in cui vivevo in Baviera e sono andato incontro al futuro. Nella vita ci vogliono due condizioni per riuscire: un treno che passa e il coraggio di saltarci sopra». *** Ha tre nipoti. *** Il figlio Cristiano si è dimesso dall’Idv dopo essere stato intercettato nell’ambito dell’inchiesta Mautone.