
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La ministra Federica Guidi, titolare del dicastero dello Sviluppo Economico, s’è dimessa ieri pomeriggio per via del fidanzato Gianluca Gemelli, indagato dalla procura di Potenza nell’ambito dell’inchiesta intorno allo smaltimento dei rifiuti, al traffico di influenze e al pagamento di tangenti connessi all’estrazione del petrolio in Basilicata. Ci sono anche cinque arresti, mentre l’arresto del Gemelli, il fidanzato, non è stato concesso dal gip.
• Sarebbe bello capirci qualcosa.
Cominciamo dal ministro Guidi. L’ha messa nei guai un’intercettazione del 13 dicembre 2014 nella quale si sente la ministra parlare col suo fidazato. Il testo dell’intercettazione, diffuso ieri dalle agenzie, è il seguente: «Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se... è d’accordo anche Mariaelena la... quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte... Rimetterlo dentro alla legge... con l’emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa... ehm... dall’altra parte si muove tutto!». Il fidanzato Gianluca Gemelli chiede se la cosa riguardi i suoi amici. La Guidi risponde: «Eh, certo, capito? Per questo te l’ho detto». Il fidanzato Gemelli, finita la conversazione con la fidanzata, chiama il dirigente della Total, Giuseppe Cobianchi: «La chiamo per darle la buona notizia, si ricorda che tempo fa c’è stato casino che avevano ritirato un emendamento? Pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al Senato... pare ci sia l’accordo con Boschi e compagni. È tutto sbloccato».
• C’è ancora molto da capire, ma direi che a questo punto bisogna dare qualche ragguaglio sulle dimissioni.
Sì. La ministra ha scritto al premier: «Caro Matteo, sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni dall’incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese». Da Renzi non c’è finora una riga di dichiarazione, ma metto la mano sul fuoco che le dimissioni alla Guidi gliele ha imposte lui. La Guidi aveva suscitato un vespaio già al momento della nomina, due anni fa, perché è un’imprenditrice figlia di un grande imprenditore (Guidalberto Guidi) e il ministero dello Sviluppo Economico è quello a cui fanno riferimento proprio le imprese. Il conflitto d’interessi era nelle cose e quella nomina fu un errore. D’altra parte, costringendola ad andarsene, Renzi ha almeno in parte disinnescato la mina che l’opposizione si apprestava a fargli esplodere sotto i piedi. I grillini e la Lega avevano già chiesto le dimissioni della Guidi e, soprattutto, tra pochi giorni c’è il referendum sulle trivelle, che improvvisamente la faccenda Guidi consegna alle prime pagine dei giornali.
• Spieghiamo almeno le parole: «Tempa Rossa» e «referendum sulle trivelle». Di che emendamento stiamo parlando?
In Basilicata c’è il petrolio e a largo della Puglia e in particolare di Taranto c’è sicuramente metano. Si tratta del più grande giacimento d’Europa. In Val d’Angri l’Eni già estrae a Viggiano, poi c’è un’altra zona sicuramente ricca nella località Tempa Rossa, territorio del comune di Corneto Perticara, provincia di Potenza. Le trivelle qui doveva mettercele la Exxon, che, trattandosi del nostro complicato Paese, ha preferito lasciar perdere e cedere tutto ai francesi della Total. L’emendamento di cui parla la Guidi, approvato con l’assenso della Maria Elena Boschi (i grillini vogliono che adesso si dimetta anche la Boschi), è scritto nel solito italiano incomprensibile, ma ci pare che significhi questo: quando si autorizzeranno le procedure estrattive, si autorizzeranno pure, con unico atto, tutte le procedure connesse, stivaggio, trasporto eccetera. Semplificazione burocratica, ma il Gemelli fidanzato della Guidi opera appunto nel settore del trasporto, stivaggio e connessi, e con quell’emendamento si facilitava il subappalto da parte della Total a lui. Si tratta di un affare di due miliardi e mezzo.
• Il reato?
Relativamente al Gemelli, «traffico di influenze», cioè hai approfittato delle tue relazioni con un pubblico ufficiale (il fidanzamento col ministro) per ottenere lavori che altrimenti non avresti mai ottenuto. Politicamente, la Guidi è indifendibile e ha fatto bene ad andarsene. Sul referendum delle trivelle (il 17 aprile saremo chiamati a dire sì o no alla continuazione dei contratti che concedono a un centinaio di piattaforme di perforare in mare per cercare gas o petrolio) e le sue connessioni con questo caso avremo modo di parlare forse già domani o comunque nei prossimi giorni. Resta solo una domanda, che sarà bene fare subito.
• Quale?
Come mai, risalendo l’intercettazione al 13 dicembre 2014, lo scandalo scoppia solo adesso?
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