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 2016  aprile 01 Venerdì calendario

Tramonta così l’ipotesi della fusione tra Sole 24 Ore e Corriere

La nomina a presidente di Confindustria di Vincenzo Boccia porta con sé, come effetto domino, il nuovo corso del Sole 24 Ore. I prossimi saranno infatti mesi di confronto, analisi e valutazione dei profili dei nuovi possibili vertici della casa editrice. Quel che è certo è che tra presidente, amministratore delegato e direttore del quotidiano, qualcuno lascerà l’incarico.
Ma la prima rilevante novità che sarà apportata dal neo presidente degli industriali italiani è lo stop all’ipotetico progetto di integrazione tra la il quotidiano di viale dell’Astronomia e il Corriere della Sera (Rcs Mediagroup). Un modo, si diceva in ambienti finanziari, per rispondere al matrimonio d’affari tra il Gruppo L’Espresso e la Itedi di casa Fca, che porterà alla creazione del polo Repubblica-Stampa-Secolo XIX, oltre alle 18 testate locali di Finegil. Un disegno che, nonostante le ripetute smentite, era caldeggiato da Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, e sostenitore dell’altro candidato all’alto scranno confindustriale, Alberto Vacchi. Se questo è il primo punto fermo per il futuro del Sole 24 Ore, adesso si apre la partita per le poltrone di Benito Benedini (presidente), Donatella Treu (ad) e Roberto Napoletano (direttore). Probabilmente non verrà effettuato un triplo ricambio contestuale. Ma si procederà per step. Ed è possibile che una nomina escluda l’altra. Ma andiamo con ordine.
Al momento chi rischia di più è Benedini: il suo ruolo potrebbe essere preso da Giorgio Squinzi, il numero 1 uscente di Confindustria, vicino a Boccia e soprattutto a Emma Marcegaglia, la vera vincitrice dell’intera partita. Se dovesse davvero arrivare il proprietario della Mapei e del Sassuolo Calcio, difficilmente resterà l’ad Treu. Quest’ultima, in particolare, sconta una gestione non proprio facile: nel quinquennio di sua competenza, il gruppo ha prodotto una perdita complessiva di 204 milioni a fronte di ricavi che sono scesi dai 467 milioni del 2011 ai 430 milioni del 2012 ai 325 milioni dello scorso anno. Mentre a Treu è finora andato (2010-2014) un emolumento totale di 3,16 milioni. Così si potrebbe guardare ai candidati che negli ultimi anni sono stati tirati in ballo per Rcs. L’alternativa a Squinzi, nell’ottica di una pax armata con il fronte pro-Vacchi, potrebbe essere l’indicazione dello stesso Rocca a numero 1 della casa editrice. Questa partita si giocherà nell’arco di due mesi. Richiederà più tempo, invece, la riflessione sul direttore Napoletano che ha portato il quotidiano a essere il secondo, per diffusione (carta+digitale), su scala nazionale alle spalle del Corsera. Anche se in ambito federale qualcuno ha sollevato dubbi sui dati (nei mesi scorsi è circolata la voce di un esposto che però non è mai stato presentato). Per la poltrona i papabili sono tre: due soluzioni interne, tra le quali il vicedirettore vicario Edoardo De Biasi, e Dario Di Vico, firma di punta del quotidiano di via Solferino.