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 2016  aprile 01 Venerdì calendario

IL CALCIO? IN MANO A TEPPISTI SEMIANALFABETI

La Gazzetta dello sport ha organizzato una giornata dedicata al suo storico direttore, Candido Cannavò, che ancora oggi resta un simbolo della “rosea” a pochi giorni dal grande compleanno: il 3 aprile, infatti, la Gazzetta taglia il traguardo dei 120 anni. Durante l’incontro, che si è svolto in un salone dello stadio di San Siro, Gianni Mura ha detto una cosa che mi ha profondamente colpito: «Per Candido, la notizia più importante di questi giorni sarebbe stata quella dei tifosi dello Sparta Praga che hanno umiliato una mendicante che chiedeva l’elemosina su Ponte Sant’Angelo». Non il campionato di calcio, non il moto-mondiale, non la Formula 1, non altro.
È così, e forse ancora una volta vale la pena di interrogarsi sugli esiti del tifo. Dopo gli ultrà del Psv Eindhoven, che a Madrid avevano umiliato mendicanti lanciando monetine, ecco un altro episodio inqualificabile, questa volta a Roma. Prima di Lazio-Sparta Praga, alcuni ultrà cechi sono stati ripresi da un giornalista di El Pais mentre urinavano su una mendicante, costretta ad alzarsi e andarsene tra l’indifferenza dei passanti.
Il video è stato poi messo in rete dal giornalista spagnolo, scatenando nuove polemiche anche perché il fatto segue di poche ore l’episodio di Madrid e quello di Barcellona, dove alcuni tifosi dell’Arsenal ubriachi avevano schernito l’handicap fisico di una mendicante disabile e di nazionalità straniera urlando: «Non attraversate la frontiera».

Fuga e umiliazione. La donna si chiama Isabela Caldarar, ha 45 anni. Alla domanda di un giornalista sul perché chieda l’elemosina in posizione sdraiata, ha risposto che «così non vedo quello che ho intorno. Spesso mi insultano, mi prendono in giro. Sdraiata, con la testa nascosta, non vedo niente. È anche un gesto di umiltà». Poi ha aggiunto: «Vengo da Sibiu, una città che si trova in Transilvania. Sono qui con mio marito. I miei figli sono rimasti tutti con mia madre. Io in Romania non avevo più niente. Prima facevo la contadina… ma poi è finito tutto».
Fuggire dal proprio Paese per disperazione e farsi umiliare in questo modo! Sono queste le nuove frontiere del tifo internazionale?
Il tifoso è, per definizione, un malato. Per i greci, il “typhos” era il vapore, il fumo, la febbre con torpore. Il tifoso è un entusiasta appassionato per una squadra sportiva; l’ultrà, invece, è spesso un pericoloso estremista. Tempo fa, Fabio Capello ha rivolto loro una dura invettiva: «In Italia comandano gli ultrà, fanno ciò che vogliono. Diciamo basta striscioni e gli striscioni ci sono sempre. Diciamo basta con gli oggetti in campo e tirano di tutto».
Il male è antico. Ma adesso è un inferno. Basta visitare alcuni siti degli ultrà per rendersi conto che il calcio è in mano a teppisti semianalfabeti. E l’episodio di Roma è solo l’ennesima conferma.