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 2016  aprile 01 Venerdì calendario

«A volte ci indebitiamo con il futuro per pagare i debiti con il passato». Ah, questi sceneggiatori che vogliono fare letteratura!

Enea alla ricerca di Anchise. A Herat, il Capitano Enea De Santis (Raoul Bova) è al comando della Task Force 45, un gruppo di intervento speciale dell’Esercito Italiano. Durante un’operazione conosce Samira (Megan Montaner), una bella ragazza afghana con cui nasce subito una forte attrazione.
Samira lavora in uno degli ospedali di Recovery, l’organizzazione no profit fondata da Romeo De Santis (Ugo Pagliai), il padre di Enea sparito misteriosamente tre anni prima. Enea cerca con determinazione di chiarire i motivi della sua scomparsa e si trova di fronte a un fuoco amico, fatto di intrighi e misteri. Di Fuoco Amico TF45 – Eroe per amore, Bova è interprete e produttore (Canale5, mercoledì, 21.28). Le 8 puntate sono state scritte da Sandrone Dazieri, Giovanni Robbiano, Nicoletta Polledro, Chiara Laudani, Eleonora Cimpanelli, Giorgio Nerone e Beniamino Catena (quest’ultimo anche regista della serie) e sono un misto di action e spy story: più credibile nelle scene di azione che in quelle di spionaggio (spioni all’italiana, poi!).
Curiosa la dichiarazione del direttore della fiction di Mediaset, Antonino Antonucci Ferrara. Ha detto in sede di presentazione: «Volevamo fare un prodotto diverso dal solito. Volevo fare una spy story. Il nostro eroe in questa fiction non poteva non essere Raoul Bova che ci ha già dato successi importanti come Ultimo». E infatti le parti più interessanti sono proprio quelle che ricordano altre fiction Mediaset (Ultimo, Nassirya, per non dimenticare, Intelligence – Servizi & segreti, tanto per citarne alcune), mentre «il diverso dal solito» (ovvero l’intrigo spionistico che vede i nostri servizi nella parte del «cattivo») è un garbuglio piuttosto pasticciato e poco attendibile.
Si può metter in bocca a Samira, in un momento confidenziale, frasi come questa? «A volte ci indebitiamo con il futuro per pagare i debiti con il passato». Ah, questi sceneggiatori che vogliono fare letteratura!