1927-1928
Il diario dell’alunno Giulio Andreotti
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri Pietro Ciucci ha annunciato le sue dimissioni. Le presenterà a metà maggio, in occasione dell’assemblea di bilancio.
• Pietro Ciucci? E chi è?
Il presidente dell’Anas. Che cos’è l’Anas, almeno, lo sa?
• Quella delle Autostrade?
Esatto. Azienda Nazionale Autonoma delle Strade.
• E come mai il Ciucci s’è dimesso?
Guai sulle strade. Dopo lo smottamento di gennaio con relativo rototraslamento (termine tecnico) del viadotto Scorciavacche sulla statale 121 Palermo-Agrigento — e il viadotto era appena stato inaugurato —, c’è stato adesso il cedimento del pilone sulla Palermo-Catania o A19, cedimento provocato sì da una frana, ma insomma… Quest’ultimo disastro ha tagliato la Sicilia in due, il viadotto Himera andrà demolito e ricostruito, una questione di anni. Da una prima stima, per il ripristino della viabilità occorreranno circa 30 milioni di euro, è emerso ieri durante una riunione tra Anas e Regione Sicilia. Per arrivare da Palermo a Catania, a questo punto, ci vorranno cinque ore, anche se entro un paio di mesi sarà individuato e reso più efficace un percorso alternativo. L’assessore regionale alle infrastrutture Giovanni Pizzo ha chiesto lo stato d’emergenza, il presidente della Regione Crocetta l’intervento dell’esercito, il sindaco di Catania, Enzo Bianco, vorrebbe che Ryanair organizzasse un servizio aereo low cost tra le due città (la compagnia si è dichiarata tendenzialmente interessata). Ma intanto si scopre che la Regione Siciliana aveva già deliberato il 12 marzo scorso lo stato di calamità naturale della zona, in conseguenza delle precipitazioni piovose eccezionali abbattutesi sul territorio. Ci sono anche altre questioni, per esempio l’esplosione dell’asfalto sulla Nuova 554 che collega Cagliari alle località turistiche (anche qui: la pioggia insieme con una progettazione a quanto sembra un minimo sciatta), il procedere allucinato del terzo tronco della metropolitana di Roma, il 78enne annegato ieri nel Modenese finendo con l’auto in un sottopasso allagato da due mesi… In generale Anas è subissata dalle critiche. Il 70% delle frane di tutta Europa è concentrata in Italia e chi ha in mano la rete autostradale dovrebbe forse tenerne conto. Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura di missione di Palazzo Chigi, dice da un pezzo che Ciucci, il presidente, «deve assumersi le sue responsabilità».
• Per non parlare della Salerno-Reggio Calabria.
I giornalisti del Corriere della Sera Stella e Rizzo hanno scritto: «Poco più di un decennio dopo l’inaugurazione, il governo Craxi doveva già stanziare mille miliardi di lire per sistemare un mucchio di opere incompiute e correggere errori progettuali. […] Nel 1987 la Salerno-Reggio poteva essere sistemata con 983 milioni di euro. Dieci anni più tardi la cifra si era già impennata a 4 miliardi. All’inizio del Terzo Millennio, mentre la Fillea Cgil denunciava che di quel passo i lavori sarebbero finiti nel 2040, stavamo a quasi 7. E su, su, su fino alla stima attuale: 9 miliardi. Cioè 52 euro per ogni cittadino. Fate i conti: 20 milioni abbondanti a km. Vale a dire che per sistemare l’autostrada si spenderà quasi quattro volte di più che per costruirla». Su questo capolavoro, il presidente Ciucci l’anno scorso ha detto: «La nuova Salerno-Reggio non è l’autostrada della vergogna, ma è il più grande progetto economico-finanziario infrastrutturale italiano e costituisce un motivo di vanto e di orgoglio per il nostro Paese». Frase coraggiosa, eh?, sapendo quello che sappiamo su quel pezzo d’asfalto appaltato a camorra, ‘ndrangheta e politici del posto. Ciucci ha però un suo modo di prender le cose e s’è visto anche stavolta. Lui non se ne va per i casini combinati dall’azienda di cui è il capo, ma «in segno di rispetto per il nuovo ministro, al fine di favorire le più opportune decisioni in materia di governance di Anas». Il Nostro sarebbe comunque scaduto l’anno prossimo e senza possibilità di rinnovo. Il nuovo ministro a cui si riferisce nella nota di commiato è, come saprà, Graziano Delrio.
• Delrio respingerà le dimissioni?
Ma per carità. Ciucci, dipendente dell’Anas da 45 anni, è presidente dal 2006. È il classico personaggio che nella logica di Renzi va rottamato al più presto. Anche perché Delrio ha annunciato una rivoluzione nella politica delle infrastrutture. Mentre fino ad oggi si navigava sulla rotta stabilita dalla cosiddetta legge obiettivo, un provvedimento voluto da Berlusconi nel 2001 per accelerare le grandi opere pubbliche (tante belle cose messe su carta, ma in genere con finanziamenti tutti da trovare), il nuovo ministro ha già annunciato, col plauso dei costruttori, che si abbandonerà la politica delle grandi opere e si procederà invece col sistema di aprire tanti piccoli cantieri dedicati soprattutto alla manutenzione o alla chiusura di lavori normali, niente di faraonico tipo il Ponte sullo Stretto. Dice il ministro: «Le uniche Grandi Opere sono quelle utili. Che possono essere anche riparare una scuola o mettere in sicurezza il costone di una montagna».
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