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 2015  aprile 14 Martedì calendario

L’irritazione della Turchia verso papa Francesco • In quattro giorni sono stati soccorsi 7mila migranti • La Consob ha bocciato l’offerta pubblica di acquisto e scambio di Ei Towers per Rai Way • Si dimette il presidente dell’Anas • Morti gli scrittori Grass e Galeano • Giardiello andò dagli assistenti sociali prima di compiere la strage nel tribunale di Milano • Il ritorno del disco in vinile Turchia La Turchia è irritata dalle parole di papa Francesco, che domenica ha ricordato il genocidio degli armeni del 1915

L’irritazione della Turchia verso papa Francesco • In quattro giorni sono stati soccorsi 7mila migranti • La Consob ha bocciato l’offerta pubblica di acquisto e scambio di Ei Towers per Rai Way • Si dimette il presidente dell’Anas • Morti gli scrittori Grass e Galeano • Giardiello andò dagli assistenti sociali prima di compiere la strage nel tribunale di Milano • Il ritorno del disco in vinile Turchia La Turchia è irritata dalle parole di papa Francesco, che domenica ha ricordato il genocidio degli armeni del 1915. Il ministro turco degli Affari europei, Volkan Bozkir, è stato molto diretto: «Papa Francesco è argentino, il Paese che accolse i nazisti, gli autori dell’Olocausto degli ebrei, ecco perché ha usato le parole “genocidio armeno”». Non meno duri i toni usati dal ministro degli Esteri di Ankara Mevlut Cavusoglu contro il Pontefice: «Utilizzare il termine “genocidio armeno” rivela una posizione contraddittoria e discriminatoria». E con lui anche il presidente del Parlamento turco Cemil Cicek che ha accusato papa Francesco di «calunnie e discriminazioni». «Il genocidio, infatti, è un concetto giuridico: le dichiarazioni del Papa rivelano una discriminazione dei musulmani e dei turchi di fronte ai cristiani». Anche Mehmet Gormez, il religioso Gran Muftì, non ha esitato a criticare duramente le parole del Papa, sostenendo che le dichiarazioni sul genocidio sono «senza fondamento» e «ispirate da lobby politiche e ditte di relazioni pubbliche». Migranti In quattro giorni sono stati soccorsi quasi 7mila migranti a ridosso delle coste libiche. Domenica sera i militari italiani sono riusciti a salvare 144 disperati recuperando 9 morti. Una decima vittima è stata trovata durante un altro salvataggio. Il bilancio dei primi 100 giorni dell’anno segna 500 morti tra i migranti: 30 volte più dello stesso periodo del 2014. Ci sono stati 120 sbarchi dall’inizio dell’anno che fino a ieri mattina hanno portato in Italia 18.260 persone. Nell’elenco degli stranieri giunti in Italia ci sono quasi 2.000 eritrei, oltre 1.500 somali, altrettanti provenienti dal Gambia e dalla Siria. Più di 1.000 sono minori, oltre 1.000 sono le donne. La maggior parte ha diritto all’asilo, chiede di ottenere il riconoscimento e poi partire per altri Paesi europei, qualcuno addirittura mira a raggiungere gli Stati Uniti. Ma le procedure per il rilascio dello status continuano ad essere lunghe, il rischio forte è che non si riesca a fare fronte alle istanze prima che la situazione degeneri ulteriormente. I luoghi destinati all’accoglienza sono pieni e perciò il Viminale ha indirizzato una richiesta ai prefetti: trovare subito 6.500 posti. Una circolare firmata dal prefetto Mario Morcone, direttore del Dipartimento Immigrazione, prevede che Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia e Campania mettano a disposizione 700 posti, 300 la Puglia, 250 il Lazio e le Marche mentre altri 1.500 vanno divisi nel resto d’Italia. La Lombardia ha già fatto sapere che ci sono problemi dovuti all’organizzazione dell’Expo, dal Veneto non arrivano risposte chiare nonostante il ministero dell’Interno abbia più volte evidenziato la necessità di avere una «distribuzione sull’intero territorio anche per evitare problemi di ordine pubblico». Rai Way La Consob ha bocciato l’offerta di Ei Towers, società del gruppo Mediaset, su Rai Way ritenendo «non procedibile» l’opas (offerta pubblica di acquisto e scambio) sulla società delle torri Rai. La Commissione ha comunicato alla stessa Ei Towers di ritenere l’offerta «non procedibile» spiegando che l’aver abbassato da 66,7 al 40% la soglia per la validità dell’Opa fa venir meno i presupposti e gli obiettivi della proposta. Se Ei Towers vuole creare un operatore unico nazionale negli apparati di trasmissione radio e tv dovrà formulare una nuova proposta di acquisto per Rai Way. La parola passa all’Antitrust dove oggi i vertici di Ei Towers saranno ascoltati nell’audizione finale sull’istruttoria. Saranno presenti anche i rappresentanti di Sky, La7 (Cairo) e Persidera, soggetti interessati all’operazione che puntava inizialmente ad almeno il 66,7% della società, oggi controllata al 65% da Viale Mazzini, con l’obiettivo finale di arrivare a una fusione. Anas Dopo i numerosi crolli di strade e viadotti curati dall’Anas, si è dimesso Pietro Ciucci, presidente della società dello Stato che gestisce la rete stradale e autostradale d’interesse nazionale. Negli ultimi tempi Anas ha dovuto rendere conto di una serie incredibile di incidenti. L’ultimo venerdì scorso sulla A19 Palermo-Catania, dove ha ceduto un pilone. Ma la serie negativa parte da febbraio 2013 quando è crollato di un pezzo del viadotto Verdura lungo la statale 115 tra Agrigento e Sciacca. E poi a luglio 2014 sulla statale 626 tra Campobello di Licata, Ravanusa e Canicattì, hanno ceduto le carreggiate di un ponte mentre stava passando una macchina. Il caso più eclatante è quello del viadotto Scorciavacche sulla statale Palermo-Agrigento, inaugurato alla vigilia di Natale scorso, con tre mesi di anticipo, e crollato dopo una settimana. Grass È morto ieri a Lubecca, a 87 anni, lo scrittore tedesco Günter Grass, premio Nobel per la Letteratura nel 1999. Fece scalpore, nel 2006, quando confessò che si era portato dentro «come una vergogna» per sessant’anni, con un «senso di colpa» inestinguibile, l’arruolamento nelle Waffen-SS, dove prestò giuramento a diciassette anni, nel febbraio del ’45. Nel libro Sbucciando la cipolla scrisse: «Più venivo a conoscenza dei crimini delle Waffen-SS, più si aggravava la vergogna di averne fatto parte. Io so quali ferite il simbolo delle SS, il termine SS, riapra nella memoria di molti degli abitanti di Israele e devo accettare che la doppia S sarà per me il marchio di Caino fino alla fine dei miei giorni». Galeano È morto a Montevideo, a 74 anni, lo scrittore uruguayano Eduardo Galeano. Costretto all’esilio dopo il putsch del 1973, si era rifugiato in Argentina, e tre anni dopo, nuovamente, era dovuto fuggire in Spagna, dove rimase fino al 1985, quando in Uruguay cadde il regime militare. Il suo libro più famoso: Le vene aperte dell’America Latina. Tra le sue opere: la trilogia di Memoria del fuoco, La conquista che non scoprì l’America, Splendori e miserie del gioco del calcio, Un incerto stato di grazia (con Sebastião Salgado e Fred Ritchin), Specchi, Le parole in cammino, Il libro degli abbracci, eccetera. Nel 2009 Hugo Chavez, presidente del Venezuela, regalò a Obama l’edizione inglese di Le vene aperte, dicendogli che si trattava di un’opera fondamentale per capire l’America Latina. Assistenti Il 2 aprile Claudio Giardiello, killer nel Palazzo di Giustizia di Milano, si è rivolto a un assistente sociale nel comune di Garbagnate. L’assistente sociale che lo ha ascoltato ha capito che c’era un forte malessere e gli ha fissato un nuovo colloquio per il 7 aprile. Quel giorno Giardiello arriva in tarda mattinata: chi lo incontra nella sala colloqui, vede un uomo che sfoga la piena del suo rancore con una psicologa che non può far altro che ascoltare. «Non era pensabile interromperlo» dice un funzionario. In due ore di monologo racconta delle sue ansie e della paura di perdere la casa in affitto, assegnata a 600 euro al mese. L’ufficio gli consiglia di rivolgersi al collocamento e fissa un nuovo appuntamento con la psicologa per il 22 aprile, quando Giardiello avrebbe dovuto ricevere prescrizioni più precise. Intanto in carcere Gierdiello si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma fa capire che spiegherà presto al gip le sue ragioni: «Vi racconterò tutte le ingiustizie che ho subìto». Per gli psichiatri del carcere è «totalmente capace di partecipare» all’interrogatorio. Dischi Nel 2014, in tutta la Gran Bretagna, è stato venduto 1 milione e 290mila dischi in vinile, il livello più alto degli ultimi diciotto anni. Quest’anno si segnala un ulteriore aumento del 70% nelle vendite, che dovrebbero dunque superare quota 2 milioni. Per il momento il vinile rappresenta soltanto l’1,5% del fatturato dell’industria discografica britannica. Ma sette anni fa rappresentava solo lo 0,4%. Tendenza analoga negli Stati Uniti, dove l’anno scorso le vendite di dischi in vinile hanno sfiorato 8 milioni di copie con un aumento del 49% rispetto al 2013, e in Italia, dove nel 2014 sono aumentate del 66% (Franceschini, Rep).