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 2015  aprile 14 Martedì calendario

SPIETH, L’EDUCATO CHE NON PERDONA

Secondo Ben Crenshaw, che ha giocato il suo 44° e ultimo Masters, è la trasposizione golfistica di Wyatt Earp, sceriffo e molto altro vincitore, con i suoi fratelli, della sparatoria all’Ok Corral, avvenuta il 26 ottobre 1881 a Tombstone, Arizona. Per Ernie Els, il gigante sudafricano che ha conquistato 4 Major, «è il miglior ragazzo che ho conosciuto in vita mia». Jordan Spieth, il texano che ha riscritto metà del libro dei record ad Augusta, è l’uno e l’altro: spietato e privo di emozioni in campo, quando usa ferri e wedge come l’implacabile Earp usava le pistole. Educato, rispettoso, gentile appena rimette i bastoni nella sacca.
Spieth ha 21 anni e vive in un quartiere senza eccessive pretese di Dallas dove le vie hanno i nomi dei personaggi di Walt Disney. Il centro del suo mondo è la famiglia, schierata quasi al completo domenica alla buca 18. Mamma Christine ha giocato a basket, papà Shawn a baseball, il fratello minore Steven, alto quasi due metri, fa canestro al liceo e poi c’è Ellie, la più piccola, 14 anni, che non era in Georgia e alla quale Jordan porta un regalo ogni volta che torna da una trasferta.
Ellie è autistica e, per Shawn, la cosa migliore che potesse capitare alla sua famiglia: «Crescere con Ellie ha insegnato a Jordan e a Steven a non pensare solo a se stessi, a non essere mai arroganti. Non so se Jordan diventerà numero 1 del mondo, sono convinto che farà il possibile per riuscirci ma credo che, comunque vada, questo obiettivo non sarà mai la sua vita, ma solo una parte».
All’obiettivo, in ogni caso, Jordan è già molto vicino. Ieri è infatti salito al secondo posto dietro Rory McIlroy, il 25enne nordirlandese con il quale, probabilmente, dominerà il golf per i prossimi 15 anni. Perché Spieth, che ha iniziato a giocare per caso, da dilettante ha più o meno ripetuto le imprese di Tiger Woods e da professionista, lo è diventato nel dicembre 2012, ha già vinto 5 titoli, compreso il primo Major. Vinto per distacco, rimanendo in testa dal primo drive di giovedì all’ultimo putt di domenica e chiudendo 18 colpi sotto il par, esattamente come il 21enne Tiger 18 anni fa, quando infilò ad Augusta la prima delle sue 4 giacche verdi.
A febbraio Jordan ha firmato contratti importanti e la Under Armour lo ha scelto per entrare nel golf come fece all’epoca la Nike con Tiger. Resta da vedere quanto ancora vincerà e se il successo e i milioni di dollari cambieranno il campione che si imbarazza quando gli chiedono dei suoi bei modi e della sua modestia perché, spiega, «non è buona educazione parlare bene di se stessi».