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 2015  aprile 14 Martedì calendario

BARBARI

«Sa come si dice, un po’ corre il cane, un po’ corre la lepre. La vita è già così complessa e difficile, chi sono io per renderla ancora più complicata? Vorrei vivere in un mondo migliore e invece siamo circondati dai barbari e la civiltà è tornata ai margini» (Arrigo Sacchi).

POCO «Mancini ha fatto la lista della spesa per i giocatori? Mihajlovic non lo farebbe mai...E a Moratti il calcio deve molto, ha messo più di un miliardo. Cosa darò io? Già ho dato la mia persona, ve pare poco?» (Massimo Ferrero).

SFIGATI «Siamo psicologicamente fragili. Smettiamo di giocare, commettiamo errori banali alle prime difficoltà. Ma il momento degli alibi è finito, voglio vedere un altro calcio. A Genova, dopo i tre legni colpiti, non c’eravamo più con la testa. Pensiamo di essere sfigati e usciamo dalla gara» (la crisi del Cagliari secondo il presidente Tommaso Giulini).

CASTELLO «Ero un fan di Ullrich e della T-Mobile, collezionavo le borracce e i gadget come un tifoso. Ma le mie illusioni sono cadute come un castello di carte. Ma invece di voltare le spalle al ciclismo, come hanno fatto molti tedeschi, mi sono convinto al contrario che bisognava battersi per dare a questo sport un’immagine nuova» (John Degenkolb, vincitore della Roubaix).

BELLISSIMO «È bellissimo perché negli ultimi anni la Spagna ci aveva distrutto: ci sono tre italiani che vanno forte in MotoGP e altri che stanno crescendo in Moto2 e Moto3. La Spagna rimane più forte, ma noi siamo in crescita» (Valentino Rossi).

RISPETTO «Con tutto il rispetto per Andrea Dovizioso, che sta andando forte e sta facendo bene, temo più Rossi, per tutto quello che ha vinto, per la sua esperienza, per la sua abitudine a giocarsi risultati importanti» (Marc Marquez).

SCIOLTI «Lottando con Marc e Valentino mi sono reso conto che loro riescono a essere più incisivi, più sciolti soprattutto all’inizio. Sicuramente abbiamo un grande motore, ma ci manca un po’ in fase di frenata. Quando nel tentativo di passare mi sono trovato a forzare e quasi tocco la gomma posteriore di Valentino, non sono stato contento: ho rischiato di mandare all’aria il risultato di tutti e due» (Andrea Dovizioso).

SOGNI «Il numero 10 del mondo era soltanto un sogno, che in realtà rimaneva lì. L’anno scorso è l’anno scorso, quest’anno, in singolare, faccio più fatica, i risultati parlano da soli» (Fabio Fognini e il suo momento difficile).