Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  aprile 14 Martedì calendario

Torna il superdollaro: euro sotto 1,06. Ripartono le scommesse sui tassi americani. Le Borse europee in rialzo, ordini oltre tre miliardi sul BTp Italia

Ancora una seduta da primato per Piazza Affari, nel giorno in cui è il Tesoro italiano a giocare un ruolo da protagonista assoluto, piazzando ben 7,5 miliardi di titoli di Stato a 3, 7 e 15 anni e avviando con buoni risultati il collocamento del nuovo BTp Italia, e il superdollaro a riconquistare la scena tornando ad avvicinare i massimi da 12 anni a questa parte sia sull’euro (sotto quota 1,06) sia rispetto alle altre principali valute. A menare le danze, sullo sfondo, è ovviamente sempre la liquidità elargita a piene mani dalla Banca centrale europea (Bce) con il piano di riacquisti di titoli pubblici: 9,2 miliardi di euro nella settimana terminata il 10 aprile, in parziale rallentamento rispetto ai 7 giorni precedenti (11,5 miliardi), ma a sufficienza per portare il quantitativo complessivo dal 9 marzo scorso a 61,7 miliardi.
In ogni caso si tratta di denaro che gli investitori destinano da una parte a quei pochi bond sovrani che ancora garantiscono rendimenti positivi e dall’altra dirottano verso l’azionario. Così il Ftse Mib ne ha approfittato per riagganciare quota 24mila per la prima volta dal 2009 e terminare a +0,55%, meglio ancora è andata a Madrid (+1%), mentre Parigi (+0,26%) e Francoforte (-0,29%) sono rimaste più vicine alla parità. Le notizie poco rassicuranti sulla possibile frenata dell’economia della Cina – dove a marzo si sono contratti tanto l’import (-12,7% se calcolato in dollari) quanto l’export (-14,6% quando ci si attendeva invece una crescita del 9%) – non hanno avuto conseguenze, mentre sul listino milanese hanno semmai esercitato un impatto favorevole i dati sulla produzione industriale italiana, tornata a crescere su base mensile (+0,6%, oltre le attese).
Ma è soprattutto sul fronte del reddito fisso che la giornata di ieri ha riservato conferme importanti: l’asta del Tesoro ha registrato tassi in leggera risalita sulle scadenze 3 anni (0,23% da 0,18%) e 7 anni (0,89% da 0,71%), ma il confronto in questo caso era piuttosto difficile visto che le operazioni precedenti si erano tenute il mese scorso subito dopo l’avvio delle manovre Bce; per il 15 anni, il cui rendimento si confrontava con l’emissione di febbraio, si è invece registrato un ribasso (1,64% da 2,10%). Nel complesso, se si tiene conto anche del relativo affollamento di emissioni sulle scadenze medio-lunghe e del diminuito appeal del BTp anche rispetto ai titoli di altri «periferici» come la Spagna, i dati dimostrano come l’appetito per i titoli del Tesoro sia lontano dall’esaurirsi nonostante l’appiattimento dei tassi.
E non si esaurisce neppure l’appetito dei risparmiatori italiani per il BTp Italia: ieri, nel primo giorno dedicato esclusivamente ai privati per la nuova emissione a 8 anni del titolo legato all’inflazione italiana, le richieste hanno sfiorato i 3,4 miliardi di euro. Non siamo certo ai livelli da record dei collocamenti a cavallo fra il 2012 e il 2013, ma è stata superata la quota raccolta nel primo giorno dell’operazione dello scorso ottobre, quando si terminò a 7 miliardi (4,5 miliardi dei quali dalle famiglie).
«I dati del primo giorno dimostrano che la clientela retail non è sensibile più di tanto dell’abbassamento della cedola reale minima allo 0,5% e considera questo strumento come una sorta di sostituto dei BoT nonostante la sua durata», sottolinea Piero Grilli, responsabile area trading titoli di Stato di Banca Akros. Domani e mercoledì (salvo chiusure anticipate) si replica, sempre per i privati. Giovedì sarà la volta degli investitori istituzionali, poi il Tesoro potrà tirare le somme ed eventualmente aumentare la cedola reale minima alla quale andrà aggiunta l’inflazione (eventuale).