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 2015  aprile 14 Martedì calendario

Margherita Buy, l’alter ego di Nanni Moretti in “Mia madre”: «Ma non mi ha detto: questo sono io e tu devi fare me. Sul set mi ha messo a mio agio, Nanni fa molto ridere anche quando ti dirige e lo vorresti uccidere. Non volevamo usare i sentimenti per suscitare pietà»

In Mia madre Margherita Buy è l’alter ego di Nanni Moretti: «Ma non mi ha detto: questo sono io e tu devi fare me. Sul set mi ha messo a mio agio, Nanni fa molto ridere anche quando ti dirige e lo vorresti uccidere. Ho pescato da lui, ma anche dalle registe donne con cui ho lavorato. Io, che da una vita mi faccio dirigere, mi sono divertita a sgridare gli attori. E dire “stop” sul set, ti dà un senso di potere incredibile. Anche perché quelle scene compensavano i momenti più dolorosi. La cosa più difficile è stata immedesimarmi nel dolore per la perdita della madre, un lutto che non ho avuto e che invece Nanni conosceva molto bene».
Quando Moretti le ha parlato per la prima volta del film?
«Primavera dell’anno scorso. Mi ha dato un trattamento che si chiamava Margherita. Ho pensato a uno scherzo».
Che indicazioni le ha dato sul personaggio?
«Lui non lavora in questo modo. Si fida. Il copione era preciso. Le indicazioni sono arrivate durante le riprese. Soprattutto c’era l’attenzione a non dare, nelle scene con mia madre malata e morente, la sensazione di un sentimento per suscitare pietà».
John Turturro?
«Si beccava a ogni ciak l’applauso della troupe, perché improvvisava. È simpatico, curioso. L’Italia gli regala un senso di appartenenza, anche se poi non è per niente italiano. Pensa di parlare la nostra lingua ma non dice una parola. Però è come se avesse un’essenza, e in effetti si fa capire».
Ha chiesto a Moretti perché ha scelto proprio lei?
«Gli ho detto che stava sbagliando attrice. Gli ho suggerito altre colleghe, al posto mio. Però lui ha detto “no, ce la farai”».
Siete al terzo film, dopo Il caimano e Habemus papam.
«Ci siamo conosciuti tanti anni fa, sul set di Domani accadrà. Non ci siamo mai frequentati, ma qualcosa ci lega. Mi ha coinvolto relativamente tardi nei film, anche se aveva provato a farlo in altri momenti. L’occasione giusta è stata Il caimano».
Com’è cambiato Moretti in questi anni?
«L’età cambia tutti. In questo film l’ho trovato molto più morbido, disponibile ad aprirsi verso i propri sentimenti. Qui ci sono cose che riguardano i suoi rapporti personali, a partire dalla meravigliosa dichiarazione d’amore verso sua madre».
Sul set si è commosso?
«Spesso, a modo suo. Tutti noi lo eravamo, credo che questo racconto tocchi il cuore di tante persone».
Moretti ha detto che il film poggia sulle sue spalle.
«Io sono contenta, ho accolto la responsabilità. Ma non so se ho tradito le aspettative di chi avrebbe voluto Nanni in quel ruolo».