14 aprile 2015
Giancarlo Bossola, 59 anni, ex poliziotto sovrintendente delle volanti di Alessandria, dove aveva servizio per 30 anni
Giancarlo Bossola, 59 anni, ex poliziotto sovrintendente delle volanti di Alessandria, dove aveva servizio per 30 anni. Era stato sposato con una signora Maria, ma ormai tutti lo ritenevano vedovo. Invece la donna si era separata ed era andata a vivere lontano da quando nella loro vita era entrata Norma Rivera Ramirez, 52 anni, cubana, di professione santona. I vicini lo vedevano con questa donna o con l’altra sua amante, Rosalina Redofi, 46 anni, badante della madre novantenne del poliziotto. Tante volte nel cuore della notte erano stati svegliati da «urla disumane» che provenivano da quell’appartamento. In effetti oramai il Bossola era così intriso di superstizioni magiche da arrivare a pianificare la propria morte, della santona e della Redofi. Per prima cosa c’era da sistemare Norma Rivera Ramirez. E infatti, dopo averla sistemata su un letto, non si sa se dopo averla stordita in qualche modo, tutta nuda a parte una collana amuleto a girocollo, le diede fuoco. Chiamò la polizia della questura di Genova: «Andate e troverete la mia santona morta, ma fate attenzione». Quindi prese a nolo una macchina, la riempì di taniche di benzina, passò a prendere Rosalina Redofi e sfrecciò lungo l’Autostrada dei Fiori. Poco prima di Finale Ligure, tamponò l’auto che lo precedeva, accostò al guard rail, appiccò il fuoco nell’abitacolo ormai saturo di esalazioni. Nella cucina dell’ex poliziotto fu trovata una lettera in cui descriveva per filo e per segno ciò che avrebbe dovuto fare come «strumento nelle mani delle divinità della santeria». Giornata di martedì 14 aprile, prima in una casa di via Giovanni Pascoli, zona sud di Alessandria, e poi nei pressi del viadotto di Orco Feligno, Savona.