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 2015  aprile 14 Martedì calendario

Immigrazione, i centri d’accoglienza sono al collasso. Sicilia e Calabria non ce la fanno più: in questi primi tre mesi e mezzo ne hanno visti arrivare più di 14mila e per il futuro si prevede il peggio. La richiesta del Viminale ai prefetti: trovare 6.500 posti subito, anche con provvedimenti di occupazione d’urgenza e requisizione

La richiesta partita dal Viminale e indirizzata ai prefetti è perentoria: trovare subito 6.500 posti anche con «provvedimenti di occupazione d’urgenza e requisizione». Perché la situazione è ormai al collasso, i luoghi destinati all’accoglienza sono pieni e soprattutto non si sa che cosa accadrà nelle prossime settimane.
Le previsioni parlano di migliaia di persone pronte ad arrivare in Italia, i numeri già forniscono il quadro dell’emergenza con 120 sbarchi dall’inizio dell’anno che fino a ieri mattina hanno portato nel nostro Paese 18.260 persone. E non è finita, perché altre sedici richieste di aiuto sono giunte nelle ultime ore e con gli arrivi della notte gli stranieri potrebbero superare quota 20.000, esattamente come nello stesso periodo del 2014, anno certamente da record. Ma la necessità di nuovi alloggi si scontra con le resistenze degli amministratori locali, soprattutto in quelle Regioni dove il 31 maggio si andrà a votare per eleggere i nuovi governatori.
Lombardia e Veneto
La circolare firmata dal prefetto Mario Morcone, direttore del Dipartimento Immigrazione, prevede che Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia e Campania mettano a disposizione 700 posti, 300 la Puglia, 250 il Lazio e le Marche mentre altri 1.500 vanno divisi nel resto d’Italia. La Lombardia ha già fatto sapere che ci sono problemi dovuti all’organizzazione dell’Expo, dal Veneto non arrivano risposte chiare nonostante il ministero dell’Interno abbia più volte evidenziato la necessità di avere una «distribuzione sull’intero territorio anche per evitare problemi di ordine pubblico», in particolare «una suddivisione equa delle responsabilità di tutti i capoluoghi di provincia senza esclusioni ed eccezioni», naturalmente in proporzione rispetto al numero degli abitanti.
Per questo nella circolare non si esclude la possibilità che i prefetti ricorrano a misure drastiche pur di reperire strutture disponibili. Perché, come viene specificato nel provvedimento trasmesso ieri, «è indispensabile trovare soluzioni per una civile accoglienza ai gruppi di migranti e richiedenti asilo».
Tende e caserme
Intanto ci si attrezza in vista dell’estate non escludendo di poter sistemare gli stranieri all’interno delle caserme. Le procedure per dare inizio ai lavori di ristrutturazione sono state avviate, se la situazione dovesse peggiorare non è però escluso di far ricorso alle tende. Del resto le informazioni raccolte dai poliziotti della direzione centrale confermano che sulle coste libiche ci sono centinaia di migliaia di persone, molte già ammassate nei campi profughi e dunque in balia dei trafficanti.
Non rassicura il fatto che a marzo le partenze siano diminuite perché negli ultimi giorni c’è stata un’impennata che fa temere il peggio. E questo convince gli alti funzionari del Viminale a procedere con procedura d’urgenza invitando i prefetti «in situazioni di particolare necessità a ricorrere a forme di contrattazione diretta, per un tempo limitato alla predisposizione degli atti di gara», pur di trovare luoghi dove sistemare i profughi».
Donne e bambini
Nell’elenco degli stranieri giunti in Italia ci sono quasi 2.000 eritrei, oltre 1.500 somali, altrettanti provenienti dal Gambia e dalla Siria. Più di 1.000 sono minori, oltre 1.000 sono le donne. La maggior parte ha diritto all’asilo, chiede di ottenere il riconoscimento e poi partire per altri Paesi europei, qualcuno addirittura mira a raggiungere gli Stati Uniti. Ma le procedure per il rilascio dello status continuano ad essere lunghe, il rischio forte è che non si riesca a fare fronte alle istanze prima che la situazione degeneri ulteriormente.
Per questo si cerca di fare fronte con il reperimento di alloggi di qualsiasi tipo e nei prossimi giorni si potrebbe decidere di riunire governatori e rappresentanti dei Comuni, per stilare un piano di accoglienza che alleggerisca la situazione di Sicilia e Calabria tenendo conto che nelle due Regioni sono arrivate in questi primi tre mesi e mezzo del 2015 rispettivamente 11.761 e 2.282 stranieri.