la Repubblica, 14 aprile 2015
Vendite record, il ritorno dell’album in vinile. In Inghilterra e in Italia aumenti dal 66 al 70 per cento. E gli acquirenti sono i giovani
A volte ritornano. Spodestati prima dalle musicassette, quindi dai cd, i dischi in vinile stanno vivendo un sorprendente revival in Inghilterra, così come in altri paesi, Italia compresa, tanto che a Londra è stata ripristinata una hit parade riservata soltanto alla loro categoria. Nel 2014, in tutta la Gran Bretagna, hanno venduto 1 milione e 290 mila copie, il livello più alto degli ultimi diciotto anni; quest’anno si segnala un ulteriore aumento del 70 per cento nelle vendite, che dovrebbero dunque superare quota 2 milioni. Beninteso, si tratta di un settore di nicchia, che rappresenta soltanto l’1,5 per cento del fatturato dell’industria discografica britannica. Ma appena sette anni fa rappresentava lo 0,4. Poi è successo qualcosa. Nell’era della musica in streaming, scaricata direttamente sull’iPod, sullo smart phone o sul tablet da internet, spesso per di più illegalmente ovvero senza pagare un soldo alle case discografiche, è tornata la voglia di entrare in un negozio e di pagare per portarsi a casa un album in vinile. Tendenza analoga negli Stati Uniti, dove l’anno scorso le vendite di dischi in vinile hanno sfiorato gli 8 milioni di copie con un aumento del 49 per cento rispetto al 2013, e in Italia, dove nel 2014 sono aumentate del 66 per cento.
«È il piacere fisico della musica opposto a quello digitale», spiega Gennaro Castaldo della British Phonographic Industry: azionare lo stereo, il “giradischi” come si chiamava un tempo, magari appoggiando delicatamente la puntina con le proprie mani sul disco che ruota. La qualità musicale, sostiene qualcuno, è migliore. La qualità tattile dell’esperienza, il rituale, per non parlare della sensazione di sfogliare la propria collezione di album dalle iconiche copertine, sono impagabili. Un altro fattore è la nostalgia, perlomeno per il pubblico dai cinquant’anni in su.
Pubblicata sul sito della Official Charts Company, la classifica dei dischi in vinile più venduti è stata lanciata qualche giorno prima del 18 aprile, che gli inglesi celebrano come Record Store Day, la giornata dei negozi di musica. L’hit parade di questa prima settimana vede in testa All time Low tra i 33 giri, Underworld fra i 45 giri, ma nella “top ten” figurano anche nuove edizioni di classici, da David Bowie ai Led Zeppelin. E dall’inizio del 2015 il disco più venduto in assoluto è di Noel Gallagher, l’ex-cantante degli Oasis, seguito dai Public Service Broadcasting e da Bob Dylan e dai Pink Floyd. «Certo, è un piccolo business», commenta Martin Talbot, presidente dell’Official Charts Company. «Ma non sono soltanto i nostalgici degli anni ’60-’70 a comprare i dischi in vinile, li comprano anche mia figlia e i suoi amici, che hanno 15 anni».