
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Oggi la Camera approva lo scudo fiscale, col voto di fiducia posto dal governo, fatto che ha moltiplicato accuse e polemiche.
• Lo scudo fiscale è quella legge che mi permette di riportare in Italia i capitali portati di nascosto all’estero?
Esattamente: si paga una tassa del 5% e si riportano a casa. Quindi: se denunci – mettiamo – un milione e lo trasferisci su una banca italiana, dovrai versare al fisco soltanto 50 mila euro. La cosa appare iniqua perché, se tu avessi regolarmente denunciato quella somma nel momento in cui l’hai guadagnata, avresti dovuto pagare di tasse 470-480 mila euro. Si dice: l’evasore riporterà i soldi a casa, ma subito dopo ricomincerà a fare il furbo. Tanto può star sicuro che a un certo punto il governo varerà un altro scudo e lo metterà al sicuro. Tremonti risponde che, fatta questa sanatoria, si intensificherà la lotta all’evasione e ai paradisi. L’altro giorno sono arrivate notizie sul fatto che la nostra Agenzia delle Entrate s’è già fatta mandare l’elenco di italiani che hanno conti o residenze all’estero. Gli Stati, a causa della crisi, hanno bisogno di soldi, cioè di fermare o frenare gli evasori e per questo si sono alleati. Secondo l’Associazione dei banchieri privati, i soldi che gli italiani hanno accumulato all’estero per nasconderli all’erario sono 270 miliardi, arrotondabili a 300. Tremonti ha detto che non ci sono evidenze relativamente alla correttezza di questo numero. Cioè, quanti sono i soldi italiani parcheggiati all’estero non si sa.
• Come fa uno a portare i soldi all’estero? In valigia? E al confine non se ne accorgono?
No, quale valigia? Il sistema più adoperato è la sovrafatturazione. La società A deve comprare qualcosa da una società C, che sta all’estero. Costituisce allora una società estera B, a cui fa fare l’acquisto. Questa società B compra il bene al suo prezzo normale, mettiamo 100 euro. Poi lo rivende alla società A, quella che sta in Italia e ha messo in moto il marchingegno, per 1000 euro, dieci volte il prezzo vero. La società A ha così una scusa per mandare denaro fuori dall’Italia, a saldo di un acquisto che i documenti certificano come normale. I mille euro vengono poi suddivisi in due provviste: 100 euro serviranno a pagare il bene a C, 900 euro finiranno su un conto segreto collocato in un paradiso fiscale, un posto cioè dove non si pagano le tasse. Il conto appartiene naturalmente al padrone dell’azienda A. Nei paradisi fiscali, secondo stime di Private Bankers , ci sono in questo momento 7000 miliardi di dollari e di questi almeno 1600 sono frutto di attività criminose.
• Cioè chi ha portato soldi all’estero ha commesso per forza uno o più reati. Lo scudo fiscale ti salva anche da questi reati?
Sì, grazie a un emendamento introdotto in Senato per iniziativa del senatore Fleres, lo scudo protegge da quasi tutti i reati eventualmente commessi a suo tempo, compreso il falso in bilancio. Sono sospesi anche gli obblighi di segnalazione previsti dalle norme antiriciclaggio. Insomma, l’evasore la fa franca su tutta la linea, a meno che prima del 15 settembre non sia già cominciata contro di lui un’azione giudiziaria. In questo caso, non può ricorrere allo scudo.
• Scusi, non è un po’ una porcheria?
Sì, lo è. Però c’è la crisi e il governo ha bisogno di 2-4 miliardi, che incasserà se rientreranno almeno 40-80 miliardi di capitali. Con questi soldi si potrebbero finanziare università e ricerca, oppure le missioni militari all’estero, o anche detassare il lavoro o coprire il rinnovo dei contratti pubblici (che da solo vale 2,5 miliardi). Lo scudo è stato varato in forma di decreto due mesi fa, c’è quindi stato il tempo di constatare che le adesioni erano poche. Allora è scattato l’emendamento Fleres e sono cominciate le contestazioni. Quando il decreto è stato approvato alla Camera mercoledì (oggi si vota la conversione in legge), molti deputati del Pd non si sono presentati permettendo che lo scudo andasse avanti. Le assenze nei banchi della maggioranza erano infatti parecchie, segno che PdL e Lega stavano tranquilli, ma segno anche che, se l’opposizione avesse voluto, lo scudo sarebbe stato bloccato. L’IdV, che fa un’opposizione molto dura a queste norme, ha perciò messo sotto accusa anche i democratici.
• Che cosa chiede l’Italia dei Valori?
Che Napolitano non firmi la legge e la lasci decadere (questo accadrà se il capo dello Stato non promulgherà lo scudo entro domani). Ieri c’è stata una manifestazione dell’IdV davanti a Montecitorio. Di Pietro s’è presentato con la coppola ( foto LaPresse in alto ), per significare che queste norme sono un aiuto alla criminalità. Tuttavia non ci sono in realtà profili di incostituzionalità e perciò Napolitano firmerà. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 2/10/2009]
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