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 2009  ottobre 02 Venerdì calendario

I PAPERONI AMERICANI BRUCIANO 300 MILIARDI

Hanno bruciato 300 miliardi di dollari. Nell’anno in cui migliaia di americani hanno perso la casa e milioni il lavoro, i 400 americani più ricchi suscitano forse poca compassione. Ma il declino della loro fortuna collettiva, calcolato dalla rivista Forbes, è ugualmente un sintomo di quanto abbia "morso" la crisi economica e finanziaria: i 300 miliardi rappresentano pur sempre il 19% del loro patrimonio, sceso a 1.127 miliardi di dollari.
Non basta: è solo la quinta volta in 28 anni – e la prima negli ultimi sette – che le cassaforti dei super-ricchi si alleggeriscono. Ben 314 tra loro, più di due terzi, hanno sofferto perdite. E il club di Forbes è diventato meno esclusivo: per entrare non occorre neppure essere miliardari, bastano 950 milioni contro gli 1,3 miliardi del 2008.
I vertici della classifica non hanno subito rivoluzioni. La pattuglia dei primi dieci, che ha visto evaporate in tutto 40 miliardi, è guidata da un volto noto,quello di Bill Gates.Il fondatore di Microsoft , pur dovendo rinunciare a sette miliardi, si è aggiudicato il titolo di re dei ricchi per il sedicesimo anno consecutivo dall’alto di 50 miliardi. Seguito dal finanziere Warren Buffett: nonostante il suo leggendario acume, l’Oracolo di Omaha ha perso più di tutti fra i grandi, una decina di miliardi, fermandosi a quota 40 miliardi.
Terzo in classifica si è confermato Larrry Ellison, il fondatore di Oracle , che ha la distinzione di essere l’unico nel gruppetto di testa ad aver preservato pressoché intatta la sua fortuna: 27 miliardi. Dal quarto al settimo posto è insediata la ricchezza degli eredi Walton, ciascuno con un gruzzolo personale tra i 21,5 e i 19 miliardi, cresciuta con Wal-Mart.
E in bella evidenza è rimasto alle loro spalle Michael Bloomberg: il principe dei media nonché sindaco di New York, alla caccia del terzo mandato consecutivo, ha conservato l’ottava posizione con 17,5 miliardi, abbastanza per spendere senza troppi pensieri forse 200 milioni di tasca propria nella campagna elettorale.
Non tutti i miliardari – o quasi – potrebbero però rimanere tali a lungo: è il caso di uno dei 19 nuovi entrati, Jeffry Picower, che è riuscito portare via miliardi di dollari dal fondo del truffatore del secolo Bernie Madoff prima del collasso. Il patrimonio dell’investitore della Florida, ex avvocato e contabile, è oggi valutato in un miliardo.
Ma Picower ha ricevuto proprio ieri, in concomitanza con il suo ingresso nella classifica di Fortune, una nuova richiesta di Irvin Pirard: il fiduciario incaricato dal tribunale di risarcire gli investitori danneggiati dallo scandalo vuole da lui la restituzione di ben 7,2 miliardi. In precedenza Picard aveva chiesto a Picower, che considera complice nella truffa nonostante i suoi dinieghi, la più modica cifra di cinque miliardi.
Tra i nuovi super-ricchi al centro dell’attenzione, per ragioni del tutto diverse, c’è anche Isaac Permutter: è l’amministratore delegato di Marvel Entertainment , la patria dei super-eroi da poco rilevatadalla
Disney in un’operazione multimiliardaria. Altre curiosità: se l’età media è 65,8 anni, i giovani non mancano, a cominicare dal 25enne Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, con due miliardi buoni per la venticinquesima posizione. Dei 400, inoltre, ben 274 vengono considerati self-made, con in tasca patrimoni creati dal nulla, e altri 52 hanno trasformato piccole eredità in ingenti fortune. Nella migliore tradizione americana.