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 2009  ottobre 02 Venerdì calendario

LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI DEGLI AGNELLI


Che triste vita deve essere quella di una corte dove l’appannaggio della famiglia reale è inferiore a quello dei famigli. Una vita di rinunce, sotto il giogo del risparmio, e tutto per mantenere agli occhi del mondo la gloriosa immagine del casato: ecco che cosa c’è dietro l’understament della gloriosa dinastia industriale italiana. A guardare i redditi degli Agnelli, rivelati nel numero di Panorama oggi in edicola (...)

(...) si viene sopraffatti da un misto di sorpresa e delusione. Pensavamo fosse una favola per i poveri che anche i ricchi piangono. Pensavamo gli Agnelli ricchi come nababbi, braccino corto se c’era da sborsare per Fiat, ma di sovrana larghezza quando si trattava del loro portafoglio. E invece no. Anche se non mancano un paio d’eccezioni, guadagnano come una famiglia medio-borghese, in qualche caso anche meno. I redditi che denunciano al Fisco (talmente ordinari che effettivamente andrebbero denunciati - i redditi s’intende) sono la prova provata che la telenovela non ingannava: sì, anche i ricchi piangono: miseria. Che vecchiaia di stenti ha riservato la sorte a Cristiana Agnelli se tutto quello che è riuscita a tirar su nel 2007 è un magro reddito da 12mila euro? Non si parla di un personaggio di Miseria e nobilità, ma della sorella dell’Avvocato, sposata Brandolini d’Adda, mica noccioline. E che dire del povero Lapo Elkann se nel 2007 non è riuscito nemmeno a sfiorare 75mila euro? Meno, molto meno di un promotore finanziario di discreta esperienza. Certo, non è un reddito da fame, ma non c’è nemmeno da andar troppo lontani. Non sarà facile per Lapo frequentare il jet set internazionale, volare a Montecarlo, Miami o New York, e fare i conti nello stesso tempo con uno ”striminzito” reddito da 3.500 euro netti al mese. Finalmente si capisce perché, una volta uscito da Fiat, abbia iniziato a vendere occhiali a mille euro al paio: un po’ di argent de poche a Manhattan non guasta. Meno di lui guadagna, la cognata Lavinia, rampolla dei Borromeo, una stirpe di banchieri e santi, conti e arcivescovi. Poco male: lei ha sposato l’Agnelli giusto, quel John Philip, erede designato dell’Avvocato. Nel 2007, gli emolumenti da vicepresidente Fiat e da presidente di Exor (la capofila quotata del gruppo) hanno garantito al fratello maggiore di Lapo un bel reddito da 2,2 milioni di euro. Almeno John tiene alto la gloria della famiglia, anche se ci fa una figura barbina di fronte a uno storico collaboratore della famiglia, come Gianlugi Gabbetti (8,5 milioni nel 2007). Dichiarazione a sei cifre anche per la vedova dell’Avvocato: un milione e duecentomila euro e una casi di 12 vani a Roma. Gran parte della dinastia sfigura comunque di fronte ai guadagni dell’avvocato Franzo Grande Stevens (2,3 milioni nel 2007) e il manager Carlo Barel di Sant’Albano (1,6 milioni), due uomini di fiducia degli Agnelli. Gabetti, poi, possiede immobili in Svizzera e negli Usa, ricevendo peraltro donazione con una certa regolarità. Nel 2007, per esempio, l’attuale presidente della Giovanni Agnelli & C. e presidente onorario della Exor ha ricevuto quattro donazioni da 100mila euro l’una. Cambia il ramo della famiglia, ma la situazione non migliora di molto: Andrea, il cugino di Lapo e John, figlio del compianto Umberto Agnelli e di Allegra Caracciolo, ha dichiarato 167mila euro, come un manager di medio rango. Eppure siede nel consiglio di amministrazione della Fiat e in quello dell’Exor.

Una domanda ci assale: che ne sarà dei poveracci se loro, gli Agnelli, che rappresentano l’immagine-dell’Italia-nel-mondo, che-lo-stile-Agnelli-è-inconfondibile si sa, hanno redditi tutto sommato modesti rispetto all’immaginario costruito in mezzo secolo di venerazione mediatica? Vero è che nel modello Unico non rientrano gli investimenti finanziari: Bot, Btp, obbligazioni e azioni quotate non vanno indicate e sono soggette a tassazione separata. I redditi prodotti da questo patrimonio non vanno denunciati e sono soggetti a una tassazione del 12,5 per cento. Questo non vuol dire che l’Agenzia delle entrate non ne sia a conoscenza. Gli uomini del Fisco hanno infatti tutti gli strumenti per ricostruire la situazione patrimoniale di un contribuente. E probabilmente lo hanno già fatto nei confronti degli eredi di Gianni Agnelli, dopo che la figlia Margherita (madre di John e Lapo) ha intentato causa ereditaria, sostenendo che all’estero sarebbe nascosto un ”tesoretto segreto”, del valore compreso fra uno e due miliardi di euro, di cui Gabetti e Grande Stevens erano i gestori. Questo tesoretto non compare nell’ultima dichiarazione dell’Avvocato, quella del 2002. E così i segugi dell’Agenzia delle entrate si sono messi a setacciare le denunce dei redditi della famiglia, alla ricerca di qualche indicazione utile a rintracciare il tesoretto sfuggito alle maglie del Fisco.