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 2009  ottobre 02 Venerdì calendario

Suicidio con testamento biologico E i medici la lasciano morire- Ha scritto che non voleva essere salvata, poi ha preso il veleno MILANO – Si è suicidata ingerendo dell’anticongelan­te e impedendo ai medici del­l’ospedale di soccorrerla

Suicidio con testamento biologico E i medici la lasciano morire- Ha scritto che non voleva essere salvata, poi ha preso il veleno MILANO – Si è suicidata ingerendo dell’anticongelan­te e impedendo ai medici del­l’ospedale di soccorrerla. Aveva firmato un testamen­to biologico nel quale dichia­rava la sua volontà di ucci­dersi chiedendo di non esse­re salvata.  la storia di Kerrie Wool­torton, 26 anni, inglese di Norfolk, suicidatasi nel set­tembre di due anni fa. la storia del primo essere uma­no che, senza essere in una si­tuazione terminale, ha appo­sitamente utilizzato il testa­mento biologico per suicidar­si. Volontà rispettata dal per­sonale medico del «Norfolk and Norwich Hospital» dove Kerrie era arrivata dopo aver ingerito il veleno. Volevano salvarla ma non lo fecero per paura di essere incriminati per violenza in quanto la ra­gazza, al momento del ricove­ro, sapeva quel che stava fa­cendo e aveva le capacità mentali per rifiutare le cure. Kerrie morì dopo 24 ore. Il caso ha aperto un feroce dibattito in Inghilterra dove il living will , il testamento biologico, non è espressa­mente riconosciuto dalla leg­ge ma è un istituto della cui validità la giurisprudenza non dubita dal 1993, dal «ca­so Blond», una vicenda simi­le a quella di Eluana Englaro. E i medici che non rispetta­no il living will rischiano la radiazione dall’albo. La famiglia Wooltorton non ha mai smesso di critica­re l’operato dei medici soste­nendo che avrebbero dovuto salvarla in ogni caso. Anche se Kerrie aveva deciso di mo­rire da tempo prima. Era de­pressa, molto depressa, per­ché non poteva avere figli. L’inchiesta ha stabilito che nel suo ultimo anno di vita aveva tentato per ben nove volte il suicidio sempre con il solito sistema, il veleno. Il 15 settembre 2007 aveva redatto il suo testamento bio­logico dichiarando che era «cosciente al cento per cento di quelle che sarebbero state le conseguenze» del gesto e che non voleva essere salva­ta. Tre giorni dopo, il 18 set­tembre, aveva chiamato un’ambulanza dicendo che aveva appena ingerito del ve­leno. Portata d’urgenza in ospedale, la ragazza aveva esibito il testamento biologi­co dicendo che era arrivata lì solo per morire. Aveva chie­sto di essere ricoverata in una stanza da sola e che nes­suno le impedisse di morire. «Sapeva perfettamente cosa stava facendo mentre scrive­va il suo testamento biologi­co », ha dichiarato Melanie Miller, un’amica della Wool­torton, al Daily Telegraph che ha reso pubblica la vicen­da. «Kerrie non era stupida», ribadisce la Miller. Non lo era, aveva solo deciso di sui­cidarsi avvalendosi della leg­ge.