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 2009  ottobre 02 Venerdì calendario

IL FABBISOGNO SUPERA I 72 MILIARDI

Si conferma di circa 33 miliardi, tra i primi nove mesi del 2009 e lo stesso periodo dell’anno precedente, il peggioramento dei conti del settore statale. Il deficit di cassa del mese appena trascorso è risultato di 11,8 miliardi, in linea con le attese e quasi identico, anzi più esattamente in lievissimo calo, rispetto al fabbisogno di settembre 2008.
Nei nove mesi dell’anno, la differenza rimane insomma im-portante: 72,6 miliardi è il fabbisogno dell’esercizio in corso, poco meno di 40 quello del 2008. Il deficit accumulatosi sino ad oggi appare conforme alle stime del Tesoro per l’intero 2009: circa 87,3 miliardi, pari al 5,7% del prodotto interno.
La nota dell’Economia si limita a parlare, rispetto a settembre 2008, di «una riduzione del gettito fiscale» che «ha comunque trovato compensazione in una contenuta dinamica dei pagamenti connessa sia allo slittamento a ottobre di alcune erogazioni, sia a un rallentamento dei prelievi dalla tesoreria statale da parte degli enti territoriali».
Da notare che la Relazione previsionale e programmatica ha riveduto in meglio – rispetto al Dpef di luglio - le stime sui conti di cassa mentre ha lasciato invariate quelle sull’indebitamento di competenza delle Amministrazioni, altra versione del disavanzo cui si guarda ai fini dei parametri europei.
Si è detto che il nuovo fabbisogno del settore statale risulterebbe a fine anno del 5,7% del Pil; non più del 5,9 per cento. Dal momento che anche il Pil 2009 è stato riveduto in meglio – sempre rispetto alle previsioni di inizio estate – anche a questo occorre badare nei conteggi. Dai quali risulta un fabbisogno 2009, secondo la nuova indicazione, di 2,4 miliardi inferiore a quello stimato solo tre mesi prima.
Come si giustifica la riduzione? Ben pochi elementi lasciano oggi sperare che i conti dello Stato migliorino spontaneamente nell’ultima frazione dell’esercizio rispetto alle previsioni che se ne tracciavano a luglio. Un solo fattore sembra giocare a favore del calo del deficit di cassa: le minori emissioni dei Tremonti Bond.
Questi titoli, che le banche possono emettere e il Tesoro sottoscrivere per rafforzarne i requisiti patrimoniali, sono meno appetiti di quanto immaginato all’inizio.
Dei dieci-dodici miliardi che si pensava sarebbero stati emessi, le operazioni effettivamente compiute risultano ammontare a circa quattro miliardi. Poiché per acquistarli il Tesoro deve attingere alla cassa, è probabile che la previsione di un minor impegno su questo fronte sia all’origine della riduzione nella stima annuale di deficit. E nulla esclude che, avvicinandosi la fine dell’esercizio, il divario tra le emissioni previste in origine e quelle effettuate risulti ancora più significativo, portando a una nuova riduzione nelle previsioni di fabbisogno.
A rafforzare questa ipotesi è il fatto che l’indebitamento di competenza, tra luglio e oggi, sia rimasto invariato – sempre nelle proiezioni dell’Economia – al 5,3% del Pil. Le sottoscrizioni dei bond, infatti, se gravano sulle uscite di cassa e, dunque, sul relativo saldo, non pesano invece sul conto di competenza economica. Che dunque non è cambiato, se non – in cifra assoluta – per la modesta somma di 500 milioni conseguente alla sola revisione in aumento del Pil.