Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 02 Venerdì calendario

Sanità, spesa delle Regioni a 108 mld - Continua ad aumentare, anche se con un trend più lento, la spesa sanitaria delle Regioni, che a fine 2008 ha quasi sfiorato 108 miliardi di euro

Sanità, spesa delle Regioni a 108 mld - Continua ad aumentare, anche se con un trend più lento, la spesa sanitaria delle Regioni, che a fine 2008 ha quasi sfiorato 108 miliardi di euro. Nel quinquennio 2004-2008 la spesa è cresciuta del 17,3%, ma se nel 2005 l’incremento rispetto all’anno precedente era del 7,2%, nel 2008 il passo in avanti è più contenuto, solo il 2,3%. Merito dei nuovi vincoli che comportano in presenza di uno sforamento delle previsioni comportano un automatico inasprimento delle addizionali regionali. Il quadro complessivo, però, resta molto variegato, con luci e ombre e soprattutto con amministrazioni più virtuose e altre meno. Non a caso delle sei Regioni vigilate speciali (Liguria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, e Sicilia) e impegnate in una dura manovra di rientro dall’eccessivo debito, due, Liguria e Sicilia, sono state promosse (la seconda per la verità un po’ a stento), la Regione Lazio è passata con riserva, mentre per Abruzzo, Molise, e Campania è scattato il cartellino rosso: saranno ridotti i finanziamenti aggiuntivi e rischiano anche il commissariamento. E non è tutto, anche la Calabria è finita sotto diffida dopo che a marzo il monitoraggio effettuato dal tavolo tecnico nazionale ha evidenziato nel consuntivo 2008 un disavanzo non coperto di 322 milioni. A trarre un bilancio complessivo della situazione è la Corte dei Conti che ha appena inviato al Parlamento la relazione sulla gestione finanziaria delle regioni per gli esercizi 2007 e 2008. Un tomo di oltre 300 pagine dedicato in gran parte alla sanità, ossia al punto più dolente per ogni amministrazione regionale. In un quadro complessivo dei conti pubblici che ha visto nel 2008 risultati peggiori delle previsioni (minor prodotto interno lordo, maggior indebitamento complessivo e peggioramento complessivo delle gestioni delle amministrazioni centrali e degli enti previdenziali), le amministrazioni locali, tutto sommato, hanno migliorato il loro disavanzo (0,2% del pil, contro una previsione dello 0,6%). Ma è un dato da leggere in controluce, visto che le entrate tributarie hanno subito un calo del 6,2% nel gettito delle imposte indirette (effetto degli sgravi Irap e delle esenzioni dell’Ici), mentre le imposte dirette sono salite del 10,4%, ma soprattutto sono aumentati i trasferimenti pubblici correnti (+12,3%). Nel gioco combinato di questi flussi le spese regionali complessive sono aumentate del 5,9%, e come si è detto, la spesa sanitaria è salita da sola del 2,3%. A pesare sono sempre la spesa per il personale (35,1 miliardi di euro il costo complessivo, 4% in più rispetto al 2007), l’acquisto di beni e servizi (31,9 miliardi), i costi della spesa farmaceutica in convenzione,, che è anche l’unico dato in flessione rispetto al 2007, con punte maggiori nelle regioni finite sotto vigilanza come il Lazio (-5,9%), e Sicilia (-6%). In aumento, invece, la spesa farmaceutica ospedaliera, che unita a quella territoriale porta la voce complessiva a 17 miliardi di euro, pari al 17,4% del finanziamento al servizio sanitario nazionale. Se poi dai dati complessivi si passa all’analisi dei risultati d’esercizio per ciascuna regione (vedere la tabella in basso), emerge che il gap tra Nord e Sud resta altissimo. Ben 12 sono le regioni che presentano a fine anno un saldo negativo tra costi e ricavi (comprendendo nel conto anche il costo per il trasferimento di pazienti in altre Regioni più attrezzate), portando il disavanzo generale a 3,4 miliardi, ma oltre l’80% di questa cifra si concentra in Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. L’amministrazione guidata da Piero Marrazzo, per esempio, ha dovuto effettuare nel 2008 ben due correzioni di rotta per mantenersi entro i binari del piano di rientro, ma la quota di trasferimenti dal fondo transitorio è ancora condizionata. Se non rinuncerà a istituire gli ospedali di montagna, niente soldi aggiuntivi. Semaforo rosso, come già si è detto per la Campania, cui è stata richiesta una manovra di contenimento dei costi per il 2009 da circa 1 miliardo che attualmente «non risulta garantita», mentre sono sicure «criticità e inadeguatezze» che rendono difficilmente realizzabili i piani di rientro di Abruzzo e Molise.