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 2009  ottobre 02 Venerdì calendario

«ALTRO CHE SANTORO CENSURATO IO SI’ CHE FUI CACCIATO DALLA RAI


Mimun, lei ha offerto la disponibilità del Tg5 a ospitare l’eventuale duello tra i candidati alla segreteria del Pd.
 nella tradizione del Tg5 ospitare duelli. Lo facemmo con Occhetto-Berlusconi nel 1994 e con Berlusconi-Prodi nel 1996.
Qualcuno vede la proposta come una una provocazione. O una foglia di fico.
Ma quale provocazione! Un dibattito tra i candidati leader del Pd è oggettivamente interessante per milioni di italiani. E l’azienda è d’accordo.
Ha chiesto il parere dei vertici?
No. Soltanto qualche pazzo pensa che qui a Mediaset siamo eterodiretti o che viviamo col telefonino in mano aspettando indicazioni.
Lei hai condotto in Rai anche l’ultimo grande duello tra Prodi e Berlusconi, nel 2006.
Mi fu chiesto dal direttore generale di fare il vigile urbano. Nonostante la noia della formula quel duello è il programma europeo più visto degli ultimi anni.
Franceschini dice che Bersani fugge il confronto tv.
Chi è in netto vantaggio come Bersani sceglie di non rischiare. E non c’è niente di male. Lo hanno fatto anche candidati premier.
Lo ha fatto Berlusconi.
Bersani è nato lo stesso giorno. Scherzi a parte, non voglio rivelare le mie simpatie e non voterò alle primarie, ma penso che un sistema democratico abbia bisogno di un’opposizione che svolge al meglio il proprio ruolo.
Bersani sbilancerà il Pd a sinistra, dice qualcuno.
Ricordiamoci che parliamo sempre di due coalizioni. Il Pdl non governa senza Lega. E il Pd è un partito robusto che ha bisogno a sua volta di alleati. Mi pare più semplice che stavolta li cerchi al centro.
Sabato la Fnsi scende in piazza a difesa della libertà di stampa.
La libertà di stampa c’è. Basta andare in edicola e dare un’occhiata ai titoli dei giornali. Quando si è alla disperazione ci si rifugia in un classico: la "democrazia in pericolo". Ma non sta né in cielo né in terra. Da troppo tempo il sindacato dei giornalisti svolge meglio il suo ruolo politico che quello di rappresentanza. Non a caso, per avere un contratto, neanche un granché, abbiamo atteso anni.
Non vorrà mica sostenere che i tg abbiano coperto bene la vicenda delle escort?
La nostra categoria non è immune alla voglia di correre in soccorso del vincitore. Invito a ricordare cosa scrisse Curzio Maltese quando Prodi vinse la prima volta le elezioni? Si sentiva la musica di sottofondo.
E quando Minzolini parla del premier cosa si sente?
Ma com’è che se al Tg1 va Minzolini «occupa» e se ci va Riotta «dirige»? Non capisco.
Oggi governa il centrodestra. Se la Rai è sotto schiaffo, è lì che bisogna rivolgersi.
Sono stato direttore del Tg2 dal 1994 al 2002, quasi tutti trascorsi sotto governi di centrosinistra e ricordo bene quello che accadeva. Se vogliamo parlare di un difetto di fondo nel rapporto politica-Rai, d’accordo. Se parliamo di un sistema diverso a seconda di chi governa, no.
E se parliamo di conflitto di interessi?
Sarò banale, ma continuo a chiedermi perché il centrosinistra non ha fatto una legge che ci tutelasse tutti.
Se il centrosinistra non ha fatto la legge non è ragione valida per archiviare la questione.
Quando il centrosinistra vinse nel 2006, un ministro mi raccontò che in una delle prime sedute del Consiglio dei ministri si parlava di sostituire il capo dei servizi segreti. Qualcuno obiettò: no, facciamo prima a sloggiare Mimun dal Tg1. E lo fecero subito. Mi tolsero persino l’accesso al computer aziendale, così non potevo nemmeno controllare la posta. E questi mi vengono a parlare di Bulgaria?
Parliamo di Strasburgo, allora. Era lei il direttore del Tg1 quando fu censurato il sonoro dello scontro all’Europarlamento in cui Berlusconi dava del kapò a Schulz.
Quando accadde io ero chiuso a chiave in una stanza per un appuntamento. Mi accorsi che era successo un casino dal numero di telefonate in segreteria telefonica. Decisi nell’edizione della sera di dare testualmente tutte le parole di Schulz.
Il servizio era firmato da Susanna Petruni, neovicedirettore del Tg1.
Sì. Ma la responsabilità resta sempre della direzione. Al Tg1 cose così sono successe a tutti. Ma io non sono un giornalista disonesto, come non lo era Borrelli e non lo è Minzolini.
E perché invece, a sentire il centrodestra, lo sarebbe Santoro?
Santoro è tecnicamente bravissimo, ma portatore di una faziosità che mi indispone. E di anno in anno alza l’asticella delle provocazioni.
Lei ci ha litigato più di una volta.
Lui si è permesso di dire in trasmissione: non ospiterò più Grillo il giorno in cui Mimun lo farà vedere al Tg5. Ma come? Io c’avevo fatto un servizio su Grillo. E sono andato in video per invitare Santoro a non dire più cazzate.
E lui?
Mi ha contestato che non avevo dato l’integrale. Ma chi lo dà l’integrale di Grillo?
Ora nel Pdl c’è chi vuole chiudere pure la Dandini. Magari non farà ridere, ma si può?
Non sarebbe male se i politici smettessero di occuparsi di queste faccende. Ma la sit com sul bagno di palazzo Grazioli resta una schifezza. Vale per Berlusconi e vale per me: se mi prendi di petto e fai dell’attacco al sottoscritto la ragione della tua vita non ti lascio perdere. Anzi, su Santoro ne ho un’altra.
Cioé?
Nel 2001 in quanto direttore del Tg2 avevo la responsabilità anche dei programmi di approfondimento della rete, compreso il Santoro dell’epoca. Non era mia intenzione mettere becco nelle sue scelte ma chiesi all’allora presidente della Rai Zaccaria che mi fosse garantita una responsabilità anche sostanziale del programma. Volevo solo avere la scaletta ventiquattro ore prima, per non fare la parte dello scemo. Zaccaria mi spiegò che non era possibile. Risultato è che il programma di Santoro sulla seconda rete passò sotto la direzione di Albino Longhi, direttore del Tg1. Questo è normale? Fosse successo a parti invertite, sarebbe scoppiato un casino, con richieste di intervento di Onu, Nato e Patto di Varsavia.
Tenere Travaglio senza contratto è meglio?
Travaglio è un genio, ha trovato un mercato e lo ha coltivato alla grande. Credo che nessuno più di lui spera che Berlusconi resti a Palazzo Chigi.
Lei a Travaglio diede dell’«infame» in un sms mandato a Gianfranco Funari, che in diretta rivelò il contenuto.
Ma no! Successe questo:giro su una tv locale e vedo Travaglio che mi massacra. Io e Funari eravamo amici, gli mandai quel messaggio. Ma non dicevo «infame» nel senso mafioso, dicevo alla romana, anfame, che fai? Mi processi così senza nemmeno chiamarmi alla sbarra?