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 2009  ottobre 02 Venerdì calendario

Oggi la Camera approva lo scu­do fiscale, col voto di fiducia po­sto dal governo, fatto che ha mol­tiplicato accuse e polemiche

Oggi la Camera approva lo scu­do fiscale, col voto di fiducia po­sto dal governo, fatto che ha mol­tiplicato accuse e polemiche.

Lo scudo fiscale è quella legge che mi permette di riportare in Italia i capitali portati di nasco­sto all’estero?
Esattamente: si paga una tassa del 5% e si riportano a casa. Quindi: se denunci – mettiamo – un milione e lo trasferisci su una banca italiana, dovrai ver­sare al fisco soltanto 50 mila eu­ro. La cosa appare iniqua per­ché, se tu avessi regolarmente denunciato quella somma nel momento in cui l’hai guadagna­ta, avresti dovuto pagare di tas­se 470-480 mila euro. Si dice: l’evasore riporterà i soldi a ca­sa, ma subito dopo ricomincerà a fare il furbo. Tanto può star sicuro che a un certo punto il governo varerà un altro scudo e lo metterà al sicuro. Tremonti risponde che, fatta questa sana­toria, si intensificherà la lotta al­l’evasione e ai paradisi. L’altro giorno sono arrivate notizie sul fatto che la nostra Agenzia del­le Entrate s’è già fatta mandare l’elenco di italiani che hanno conti o residenze all’estero. Gli Stati, a causa della crisi, hanno bisogno di soldi, cioè di ferma­re o frenare gli evasori e per questo si sono alleati. Secondo l’Associazione dei banchieri pri­vati, i soldi che gli italiani han­no accumulato all’estero per na­sconderli all’erario sono 270 mi­liardi, arrotondabili a 300. Tre­monti ha detto che non ci sono evidenze relativamente alla cor­rettezza di questo numero. Cioè, quanti sono i soldi italiani parcheggiati all’estero non si sa.

Come fa uno a portare i soldi al­l’estero? In valigia? E al confine non se ne accorgono?
No, quale valigia? Il sistema più adoperato è la sovrafattura­zione. La società A deve com­prare qualcosa da una società C, che sta all’estero. Costituisce allora una società estera B, a cui fa fare l’acquisto. Questa so­cietà B compra il bene al suo prezzo normale, mettiamo 100 euro. Poi lo rivende alla società A, quella che sta in Italia e ha messo in moto il marchinge­gno, per 1000 euro, dieci volte il prezzo vero. La società A ha così una scusa per mandare de­naro fuori dall’Italia, a saldo di un acquisto che i documenti cer­tificano come normale. I mille euro vengono poi suddivisi in due provviste: 100 euro servi­ranno a pagare il bene a C, 900 euro finiranno su un conto se­greto collocato in un paradiso fiscale, un posto cioè dove non si pagano le tasse. Il conto ap­partiene naturalmente al padro­ne dell’azienda A. Nei paradisi fiscali, secondo stime di Private Bankers , ci sono in questo mo­mento 7000 miliardi di dollari e di questi almeno 1600 sono frutto di attività criminose.

Cioè chi ha portato soldi al­l’estero ha commesso per for­za uno o più reati. Lo scudo fi­scale ti salva anche da questi reati?
Sì, grazie a un emendamento introdotto in Senato per inizia­tiva del senatore Fleres, lo scu­do protegge da quasi tutti i rea­ti eventualmente commessi a suo tempo, compreso il falso in bilancio. Sono sospesi anche gli obblighi di segnalazione previ­sti dalle norme antiriciclaggio. Insomma, l’evasore la fa franca su tutta la linea, a meno che pri­ma del 15 settembre non sia già cominciata contro di lui un’azione giudiziaria. In que­sto caso, non può ricorrere allo scudo.

Scusi, non è un po’ una porche­ria?
Sì, lo è. Però c’è la crisi e il go­verno ha bisogno di 2-4 miliar­di, che incasserà se rientreran­no almeno 40-80 miliardi di ca­pitali. Con questi soldi si potreb­bero finanziare università e ri­cerca, oppure le missioni milita­ri all’estero, o anche detassare il lavoro o coprire il rinnovo dei contratti pubblici (che da solo vale 2,5 miliardi). Lo scudo è stato varato in forma di decreto due mesi fa, c’è quindi stato il tempo di constatare che le ade­sioni erano poche. Allora è scat­tato l’emendamento Fleres e so­no cominciate le contestazioni. Quando il decreto è stato appro­vato alla Camera mercoledì (og­gi si vota la conversione in leg­ge), molti deputati del Pd non si sono presentati permettendo che lo scudo andasse avanti. Le assenze nei banchi della mag­gioranza erano infatti parec­chie, segno che PdL e Lega sta­vano tranquilli, ma segno an­che che, se l’opposizione avesse voluto, lo scudo sarebbe stato bloccato. L’IdV, che fa un’oppo­sizione molto dura a queste nor­me, ha perciò messo sotto accu­sa anche i democratici.

Che cosa chiede l’Italia dei Valo­ri?
Che Napolitano non firmi la leg­ge e la lasci decadere (questo accadrà se il capo dello Stato non promulgherà lo scudo en­tro domani). Ieri c’è stata una manifestazione dell’IdV davan­ti a Montecitorio. Di Pietro s’è presentato con la coppola ( foto LaPresse in alto ), per significare che queste norme sono un aiu­to alla criminalità. Tuttavia non ci sono in realtà profili di incostituzionalità e perciò Na­politano firmerà. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 2/10/2009]