Alessandro Galimberti, Il Sole-24 Ore 2/10/2009;, 2 ottobre 2009
POLANSKI E L’INDULGENZA PER UBS - E
se Roman Polanski fosse solo l’agnello sacrificale di un accordo dietro le quinte tra Usa e Svizzera? Una "rendition" per intenerire Washington sui (presunti) ulteriori 13mila clienti della Ubs, e relativi 20 miliardi di dollari, sottratti al fisco federale? A disegnare lo scenario suggestivo, ma che spiegherebbe l’improvvisa decisione di Berna di arrestare dopo 31 anni un residente (Polanski possiede una casa a Gstaad dove trascorre spesso lunghi periodi di vacanza), sono gli stessi media americani. The First Post scrive che «se c’è mai un’istituzione svizzera che abbia bisogno di tornare nelle grazie dell’America,questa è la Ubs»;la banca, seguendo quest’ipotesi, potrebbe aver fatto pressioni sul ministero della giustizia per arrestare il regista franco-polacco all’aeroporto di Zurigo, alla vigilia del festival di cinema che lo aveva premiato. Versione che il dipartimento rossocrociato respinge dal primo giorno, spiegando che è stata solo data la doverosa esecuzione a un provvedimento dell’Interpol e in forza di un trattato bilaterale vincolante con gli Usa: «Non c’è alcun legame con alcun altro caso » ha detto il portavoce Guido Balmer, «questa è una faccenda legale che non ha nulla di politico ». Il dipartimento della giustizia Usa, cui è stata sottoposta la medesima ricostruzione, non ha ancora risposto, aggiunge il Los Angeles Times.
Intanto, però, mentre Hollywood continua la sua battaglia per Polanski, le autorità di Francia e Polonia dopo le dichiarazioni dei primi giorni hanno innestato la retromarcia. Polanski «non è al di sopra né al di sotto della legge. Si tratta di una questione seria, lo stupro di una minorenne », ha detto il portavoce del governo, Luc Chatel, prendendo nettamente le distanze dal ministro della Cultura, Frédéric Mitterrand, e da quello degli Esteri, Bernard Kouchner.