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 2009  ottobre 02 Venerdì calendario

Quello sguardo più veloce della mente- Il segreto degli occhi: fanno da sentinella verso tutto ciò che si avvicina ROMA – Capita spesso di percepire la presenza di un oggetto o di una persona che si muove verso di noi prima ancora di vederla

Quello sguardo più veloce della mente- Il segreto degli occhi: fanno da sentinella verso tutto ciò che si avvicina ROMA – Capita spesso di percepire la presenza di un oggetto o di una persona che si muove verso di noi prima ancora di vederla. Succede all’uomo nelle mil­le situazioni vissute ogni giorno come al topo che de­ve sfuggire al gatto. Capacità condivisa da tut­ti i mammiferi. Si pensava dipendesse esclusivamente dalla aree visive del cervel­lo. Adesso sappiamo che non è solo così. Il segreto è nella retina, la sottile lami­na nervosa situata sul fon­do dell’occhio e sensibile al­la luce. Qui abitano cellule nervose super specializzate che svolgono una funzione equiparabile a quella di una sentinella. Avvertono imme­diatamente il movimento di cose e persone in avvicina­mento e restano del tutto in­sensibili a tutto ciò che si al­lontana o si sposta lateral­mente. La scoperta è stata pubbli­cata sulla prestigiosa rivista Nature Neuroscience e por­ta la firma di una squadra in­ternazionale di neuroscien­ziati appartenenti a quattro centri, università di Tubin­gen, Scuola normale supe­riore di Parigi, Friedrich Miescher Institute di Basi­lea e università canadese di Dalhousie. Parliamo di isti­tuzioni di grande prestigio. Quella svizzera ad esempio, diretta dal poco più che 42enne Botond Roska, può contare su un parco biotec­nologico modernissimo cre­ato dall’università e dal­l’azienda Novartis. Geneti­ca, microscopia, elettrofisio­logia. Enrica Strettoi, primo ri­cercatore dell’Istituto di neu­roscienze del Cnr di Pisa, an­drà il prossimo mese da Ro­ska per stabilire un rappor­to di collaborazione proprio in questo specifico settore. «E’ uno studio molto inte­ressante – lo commenta con entusiasmo la neurobio­loga ”. Combinando una serie di tecniche sofisticate i colleghi sono riusciti a isola­re nei topi una nuova cate­goria di neuroni già noti per una funzione diversa ma non per questa che oltretut­to non si immaginava fosse propria della retina». Si trat­ta appunto di cellule senti­nella che si allertano all’avvi­cinarsi di un oggetto e resta­no invece inattive se si allon­tana o si muove lateralmen­te ». Pensiamo a quanto sia utile una capacità del gene­re agli animali che devono difendersi dai predatori. «La retina spesso viene considerata solo un sempli­ce filtro che colleziona im­magini e invia segnali desti­nati alla corteccia cerebrale cui spetta elaborarli – spie­ga la Strettoi ”. Invece si è capito che è una vera e propria sezione di cervello situata nella peri­feria del corpo e possiede straordinarie capacità di adattamento e elaborazio­ne. La rete di questi neuro­ni- sentinella era stata de­scritta in parte anche da noi a Pisa in collaborazione col professor Elio Raviola di Harvard. Avevamo dimo­strato che lavorano per tra­smettere segnali in basse condizioni luce». I quattro gruppi interna­zionali sono andati oltre, scoprendo una seconda mo­dalità di funzionamento del circuito in presenza luce. La stessa «squadra» di neuroni viene riconvertita in modo economico. Come un abito che può essere indossato in inverno o in estate semplice­mente togliendo le mani­che. Ricadute terapeutiche? Per ora non si intravedono applicazioni immediate per la cura di patologie dell’oc­chio. Dal punto di vista del­la conoscenza invece sono state rivelate qualità igno­te di organo che è forse la parte più conosciuta del sistema nervoso cen­trale. In prospettiva si potrebbe arrivare a correg­gere difetti della percezione del movimento.