
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri abbiamo visto Berlusconi a Porta a Porta parlare della ricostruzione di Onna, il paesello completamente distrutto dal terremoto dell’Aquila. Programma in diretta, partito alle 21, cioè in prima serata, e andato avanti fino a notte senza la concorrenza di Ballarò su Raitre e senza quella di Matrix su Canale 5, spostati tutti e due con le motivazioni più varie ma presumibilmente tacitati dalla volontà del capo del governo di non avere controprogrammazione. Ieri sera Berlusconi voleva la maggior quantità possibile di pubblico dato che il momento era favorevole.
• Perché favorevole?
Perché ieri sono state consegnate le prime 94 villette bifamiliari che hanno permesso di sistemare in una vera casa circa 300 persone. Sono passati cinque mesi dalla scossa e il risultato è senza dubbio notevole. Vespa ha mostrato parecchi servizi sulla giornata. Il primo, toccante, dedicato ai genitori di Giulia Carnevale, una ragazza di 22 anni studentessa al quarto anno di ingegneria, morta sotto le macerie. La madre, aprendo il suo computer, aveva trovato il progetto di un asilo e questo asilo è stato oggi effettivamente realizzato. Si chiama ’Asilo Giulia Carnevale’. In un altro filmato abbiamo visto Berlusconi in persona consegnare le chiavi alle famiglie e poi introdurre giornalisti e cittadini all’interno delle villette. Qui il Cavaliere pareva un vero agente immobiliare: ha illustrato la modernità dei frigoriferi, i piani antisdrucciolo dei lavelli, il design ultramoderno degli arredi. Ha detto la frase: «Stiamo montando un armadio». Poi, in studio, il presidente del Consiglio ha fatto sapere che un terzo delle tendopoli (61 su 172) sono già state smantellate e che entro la fine dell’anno non ce ne sarà più nessuna. Tutti i 36 mila senza tetto saranno in case prese in affitto o in altre villette o in edifici costruiti con criteri antisismici come a Bazzano.
• Finalmente si sono decisi ad adottare criteri antisismici?
Berlusconi, aiutato da qualche tecnico, ha illustrato la tecnica dei settemila isolatori di potenza impiegati a Bazzano per assorbire i tremiti del suolo e che, a suo dire, rendono assolutamente sicure e ’uniche al mondo’ queste costruzioni. Ha poi spiegato che la rapidità con cui si è proceduto, e si procede, è dipesa dal fatto che in Abruzzo i cantieri hanno lavorato 24 ore su 24 compresi sabato, domenica e festivi. Un sistema che era già stato sperimentato alla Maddalena e che, secondo il Cavaliere, dovrà essere adoperato anche per costruire nuove carceri (il presidente del Consiglio ha denunciato l’indegna condizione in cui sono costretti a vivere 67 mila detenuti in spazi pensati per 47 mila) e per realizzare, in un paio d’anni, migliaia di case destinate a giovani sposi «in 10-15 città».
• Qualcuno ha obiettato qualcosa a quello che Berlusconi diceva?
Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, prima diessino e oggi democratico, ha lamentato l’assenza di piani e di finanziamenti per la ricostruzione del centro storico della città. Berlusconi ha risposto che prima bisognava affrontare l’emergenza. Appena l’emergenza sarà finita e la responsabilità della ricostruzione sarà tornata alle amministrazioni locali (dal prossimo 1˚ gennaio), si provvederà alla parte più difficile e delicata, quella della ricostruzione. Possibilmente, senza metter tasse.
• S’è detto qualcosa sulle polemiche relative alla soppressione di «Ballarò» e di «Matrix» e al potere di Berlusconi nella televisione italiana?
Sì, Vespa ha fatto una domanda su questo. Berlusconi ha risposto che le reti televisive Mediaset trattano con il massimo rispetto tutte le parti politiche e da quel lato perciò non ci sono questioni. Quanto ai programmi della Rai , azienda tradizionalmente in mano al partito di maggioranza, trasmissioni come Annozero, Report e Ballarò, nonché tutta la fascia di seconda serata della terza rete, sono pervicacemente schierate contro il governo e prima, quando Berlusconi era all’opposizione, erano pervicacemente schierate contro di lui. Dunque, secondo il premier, è comico parlare in Italia di una questione di libertà di stampa. Ha anche detto: la parte che mi attacca è piena di farabutti. Ha poi citato, senza nominarli per nome e cognome e mutuando espressioni adoperate in questi giorni da Libero e dal Giornale, “l’editore svizzero”, cioè Carlo De Benedetti, e il direttore “evasore fiscale”, cioè Ezio Mauro. Vale a dire, i vertici di Repubblica.
• Sul caso Fini?
Secondo lui non esistono problemi, ma il Pdl non è un partito, è un “popolo” e non può essere ridotto alla vecchia forma dei partiti d’un tempo. Per chi ha davvero voglia di discutere dice - non ci sono mai stati e non ci saranno problemi. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/9/2009]
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