Carlo Federico Grosso, la Stampa 16/09/2009, 16 settembre 2009
SAREBBE ORO IL SILENZIO DEI MAGISTRATI
Antonio Laudati, neo Procuratore della Repubblica di Bari, ha fama di magistrato serio e preparato. Impegnato in passato in complesse indagini di mafia, è altresì autore di saggi su temi di diritto penale e criminalità organizzata. Ha stupito, pertanto, vederlo attivo, al momento dell’insediamento, in tante dichiarazioni e parole davanti a microfoni e giornalisti.
Il momento, alla Procura di Bari, non è sicuramente tranquillo. Le inchieste in corso sono scottanti, riguardando la grande corruzione pugliese nella Sanità, coinvolgendo ampi settori del mondo politico, interessando le ragazze ormai famose di Tarantini, chiamate a partecipare alle feste del presidente del Consiglio.
Per altro verso, sembra che i rapporti interni alla magistratura locale non siano idilliaci, dato che fra i sostituti procuratori impegnati nei diversi filoni dell’inchiesta vi sono state polemiche e veleni e che due giudici donne avrebbero chiesto addirittura l’esonero dai loro impegni giudiziari in quanto frequentatrici abituali di feste e serate.
Un bel vespaio, e sotto l’attenzione molesta di televisioni e giornali. Ma proprio per questo l’arrivo del nuovo Procuratore doveva essere particolarmente rassicurante: impronta di grande serietà, garanzia assoluta di conduzione imparziale e serena dell’ufficio, totale silenzio su opinioni e intenzioni.
Invece, tante parole.
Poco prima del momento in cui il Procuratore ha messo piede nel nuovo ufficio è esplosa sui giornali la pubblicazione dei verbali degli interrogatori di Tarantini. L’irritazione del nuovo capo, che ha parlato addirittura di rapporti anomali fra strutture degli inquirenti e strutture dell’informazione, è stata durissima. Troppo dura, soprattutto nei confronti dei giornalisti, che, sappiamo, cercano per mestiere con ogni mezzo le notizie, e che, se riescono a procurarsele, inevitabilmente le pubblicano.
Il giorno dopo il Procuratore ha voluto essere esplicito anche sul merito delle indagini: « di tutta evidenza - ha dichiarato - che Berlusconi è assolutamente fuori da qualsiasi responsabilità». Di tale specifica circostanza sono assolutamente convinto anch’io, quantomeno per quanto concerne il traffico delle fanciulle. Era tuttavia prudente, o opportuno, che il nuovo capo dell’ufficio si lanciasse - proprio lui, che sarà, d’ora in avanti, la voce più importante nella conduzione delle indagini - in tale esplicita pubblica valutazione sulla posizione del presidente del Consiglio?
Poi, le più o meno velate censure ai colleghi: basta con le sovraesposizioni mediatiche che danneggiano inchieste e magistrati e determinano tensioni con il mondo della politica, ha dichiarato. Le indagini rimarranno ai loro titolari, ma sarà compito del Procuratore svolgere un’incisiva attività di coordinamento generale. Tutto corretto: ma, ancora una volta, che bisogno c’era di parlare?
stata pubblicata infine la notizia che è intenzione del Procuratore di rifiutare a Tarantini il patteggiamento. Segno che le dichiarazioni di costui non lo hanno convinto fino in fondo. Bene. Ma, di nuovo, perché dichiararlo?
Io confido che il Procuratore Laudati, forte delle sue capacità e del suo carisma personale, sappia affrontare con la fermezza e l’equilibrio necessari il difficile compito che lo attende nel complesso mondo pugliese, mettendo, se del caso, anche in riga i sostituti procuratori, la cui pregressa attività ha, talvolta, lasciato perplessi o preoccupati gli osservatori esterni.
Il suo problema è comunque rilevante. E non è soltanto un problema tecnico. Egli proviene da un’esperienza ministeriale, dove ricopriva l’importante ufficio di Direttore generale per gli affari penali. La sua frequentazione con il ministro Alfano, del quale era uno dei più stretti collaboratori, era pertanto, per necessità, costante. Il suo incarico viene quindi guardato oggi, da taluno, con sospetto: nel timore che la sua missione sia di governare la Procura di Bari cercando di «normalizzarla» in qualche modo, o di indirizzarla nell’una o nell’altra direzione.
Suo compito dovrebbe essere invece attivarsi affinché le indagini vengano chiuse il più rapidamente possibile nel totale rispetto delle regole della legalità e della serietà investigativa. Chi sulla base delle risultanze processuali deve essere colpito, chiunque esso sia, sia inflessibilmente colpito. Chi non risulta raggiunto da prove di colpevolezza, sia velocemente archiviato. Cessino strumentalizzazioni e inutili polveroni.
Ma per fare questo, e nella fiducia di tutti, è necessaria una immagine forte di magistrato incorruttibile, equilibrato e imparziale. Una immagine che il trambusto e le troppe parole dei primi giorni non hanno rafforzato, ma che, si spera, il Procuratore Laudati saprà presto garantirsi, con i fatti, nella sua quotidiana attività di capo dell’ufficio di Procura.