Varie, 16 settembre 2009
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Rotondo Nunzio
• Palestrina (Roma) 1924, Roma 15 settembre 2009. Trombettista • «L’ultima volta che è assurto sulla ribalta è stato grazie a Sonny Rollins, che gli aveva dedicato un brano durante il suo tour italiano [...] è stato un protagonista fondamentale del jazz italiano, uno dei primi solisti con preparazione serissima alle spalle a introdurre il be bop in Italia e probabilmente il primo trombettista italiano a ottenere riconoscimenti e notorietà internazionale. A definire la sua personalità basta un episodio: a metà degli anni ’50 Lionel Hampton gli offrì un posto nella sua orchestra, dove, nella sezione trombe, c’erano Clifford Brown e Quincy Jones. Rotondo disse di no [...] aveva cominciato a farsi notare nel jazz romano alla fine degli anni ’40, suonando con Trovajoli, Loffredo, Marinacci, Pes. Poi negli anni ’50 la consacrazione con la registrazione di brani che segnano la nascita del be bop a Roma e le partecipazione a festival in Italia e in Francia, premi, incontri e jam session con personaggi come Ellington, Roy Eldridge, Zoot Simse buona parte dei migliori musicisti italiani dell’epoca» (’l’Unità” 16/9/2009) • «[...] ”Fare del jazz è una cosa talmente bella e completa che ti dà tutto. Dovresti riuscire a far capire che il jazz è la cosa più bella che ci sia” spiegava nel 1970 con calore e passione al giornalista Enrico Cogno che tratteggiò nel libro Jazz inchiesta Italia uno dei più riusciti ritratti del trombettista di Palestrina: un poeta della musica, un ricercatore istintivo, un artista inquieto che viveva un po’ ai margini del mondo. Eppure Rotondo ha avuto manifestazioni di stima da Dizzy Gillespie, Sonny Rollins e Miles Davis, con cui suonò un blues in jam-session. Nel 2004 si era esibito al club capitolino Alpheus, nell’ultimo dei suoi ritorni in scena, ma da allora era soprattutto dedito alla composizione. La tromba prese a studiarla a nove anni, a dieci si iscrisse in conservatorio e a ventiquattro si lanciava in jam session, spesso al fianco di Carlo Loffredo e Carlo Pes con cui formerà il sestetto dell’Hot Club di Roma. Rotondo si orienterà precocemente verso il linguaggio bebop e affiancherà al solismo il lavoro negli studi di registrazione. La sua tromba ebbe occasione di duettare con quella di Louis Armstrong (1949) e di Roy Eldridge, con il sax di Zoot Sims ed il piano di Duke Ellington. Con la partecipazione al secondo festival jazz di Parigi (1952) Nunzio Rotondo dimostrò di essere ai vertici in Europa ed in Italia. La sua carriera lo ha visto spesso impegnato in radio, con una presenza concertistica altalenante, tra luci della ribalta e ritiri pensosi. Suonò nel 1955 nella big-.band di Lionel Hampton per poi quasi eclissarsi per un decennio. Dal ”70 al ”73 tenne in vita un magnifico quartetto che univa due generazioni: Enzo Scoppa, Franco D’Andrea, Bruno Tommaso e Bruno Biriaco. Un nuovo ritiro fino al 1980, poi spazi sempre più ampi per la composizione e rari live set. Nei suoi gruppi hanno via via suonato Pepito Pignatelli, Franco Mondini, Franco Tonani, Romano Mussolini, Mal Waldron, Raymond Fol e Gato Barbieri. L’etichetta Via Asiago 10 aveva negli ultimi anni ristampato gli album Sound and Silence e The Legend che testimoniano la statura di un artista che tanto ha seminato nella sua lunga seppur ombrosa carriera» (Luigi Onori, ”il manifesto” 16/9/2009).