Antonio Martino, Libero 16/09/2009, 16 settembre 2009
Le discussioni in tema di evasione che si succedono ormai da troppi decenni sono in genere contraddistinte da due elementi: la riprovazione per l’evasore e la convinzione che dalla lotta all’evasione lo Stato (
Le discussioni in tema di evasione che si succedono ormai da troppi decenni sono in genere contraddistinte da due elementi: la riprovazione per l’evasore e la convinzione che dalla lotta all’evasione lo Stato (...) (...) possa ricavare ingenti fondi per risanare il bilancio e provvedere alle più disparate esigenze ”sociali”. Quanto al primo elemento, è ovvio che la violazione delle leggi non può essere tollerata, l’evasione va quindi combattuta; per ciò che riguarda il secondo suggerirei una maggiore cautela: da tempo si parla della lotta all’evasione come del rimedio certo per i problemi finanziari pubblici ma, dato che se ne continua a parlare, forse i tentativi fin qui succedutisi non hanno ottenuto l’effetto sperato. Qualcosa evidentemente non funziona nella convinzione che la volontà politica basti a sconfiggere il fenomeno. Dopo avere sottolineato l’inaccettabilità della violazione delle leggi, tuttavia, può forse essere utile guardare al problema dal punto di vista dell’evasore. Questi ha di fronte due possibilità: pagare il dovuto o evadere (in realtà può anche sottrarsi legalmente ai suoi doveri tributari grazie all’elusione). Al momento di decidere se evadere il contribuente mette a confronto il beneficio e il costo; il primo è costituito dalle imposte non pagate, il secondo dalla pena che l’evasione comporta moltiplicata per la probabilità di essere scoperto. Se su cento mila euro di reddito paga il 40%, evadere gli offre un beneficio di 40mila euro; se la penale inflitta fosse di un milione di euro con una probabilità di essere preso con le mani nel sacco del 3%, il costo del reato sarebbe pari a 30mila euro. In queste condizioni l’evasione rende più di quanto costa e l’evasore cede alla tentazione. Questo semplificato esempio suggerisce che per combattere l’evasione bisogna ridurne il beneficio e aumentarne il costo, cioè abbassare le aliquote (se scendesse dal 40% al 20% l’evasione non avrebbe luogo) e innalzare la probabilità di essere scoperti. Aumentare l’entità della pena non serve se la probabilità che venga inflitta resta bassa. Una radicale semplificazione delle norme tributarie renderebbe più facile il lavoro di quanti sono chiamati a farle rispettare; una drastica diminuzione delle aliquote renderebbe meno conveniente l’evasione riducendone l’entità. La nostre aliquote fortemente progressive sulla carta fruttano all’erario circa il 19% del reddito nazionale. Non solo ma aliquote meno proibitive stimolerebbero il lavoro, il risparmio e l’investimento e quindi lo sviluppo con beneficio anche per l’erario. C’è poi da menzionare un caso niente affatto raro: l’”evasione in stato di necessità”. Lo stato di necessità, com’è noto, rende lecito un comportamento altrimenti criminale: l’esempio da manuale è quello di un alpinista che perde la presa e penzola nel vuoto, quello che gli sta davanti nella cordata se vuole salvarsi deve tagliare la corda che li unisce, altrimenti rischia di precipitare assieme al compagno. Se perdoniamo l’omicidio in caso di necessità non vedo perché non dovremmo cercare di comprendere il comportamento dell’evasore in stato di necessità. Sottoposto ad una pressione fiscale insostenibile, un imprenditore può pagare e fallire o cercare di sottrarsi legalmente o illegalmente a un onere che reputa esorbitante. L’evasione va combattuta certamente ma siamo sicuri che lo si debba fare anche a costo di uccidere molte imprese, piccole o grandi, e distruggere migliaia di posti di lavoro? Perché siano rispettate, le leggi devono essere rispettabili; le norme tributarie non vengono rispettate perché non sono rispettabili: inique, farraginose e inefficienti hanno diviso l’Italia in evasori e tartassati, furbi e vittime. Quanto prima porremo fine a questo sconcio con una riforma fiscale degna di questo nome tanto meglio sarà per tutti.