
1936-1993
Ascesa del cavalier Berlusconi
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I fatti di Colonia hanno semplificato la discussione sull’immigrazione clandestina: il ministro della Giustizia voleva depennalizzarla a faccenda amministrativa, invece adesso resterà un reato, come previsto dalla famosa legge Bossi-Fini.
• Non sapevo neanche che ci fosse una discussione sul reato di clandestinità. A dire il vero non mi ricordavo neanche dell’esistenza del reato...
La Bossi-Fini fu introdotta dal governo Berlusconi nel 2002. Sostituì la precedente legge del centro-sinistra firmata da Livia Turco e Giorgio Napolitano (1998, governo Prodi). Prevedeva che l’ingresso da clandestini in Italia fosse un reato. Trasformare la clandestinità in reato può sembrare un inasprimento, ma, sulla base di quello che s’è visto in questi tredici anni, direi che è un inasprimento solo apparente. Trattandosi di un reato bisogna fare un processo. Contro la sentenza si può ricorrere, e quindi si guadagna tempo. Ma in genere non c’è neanche bisogno di queste finezze procedurali. I giudici sono, generalmente parlando, nemici di questo punto della Bossi-Fini e tendono per quanto possibile a non applicarlo o a non riconoscerlo nelle fattispecie che si presentano. Per esempio, decidono che il soggetto ritenuto clandestino non è veramente clandestino, perché non ha preso lui la decisione di venire in Italia, ma il suo scafista. E altre sottigliezze del genere. Ieri c’è stata anche l’ennesima dichiarazione contraria dell’Associazione Nazionale Magistrati. Si sa poi che i clandestini, anche se rispediti in patria, generalmete tornano. Parlare con la nostra polizia toglie ogni dubbio: «Alla fine, vediamo sempre le stesse facce». Su questo punto, nonostante gli strepiti di Maroni e Salvini, è abbastanza scontato ammettere che la penalizzazione della clandestinità non ha dato risultati apprezzabili.
• Quindi abolirla avrebbe un senso.
Sì, ma ci sono stati i fatti di Colonia, e cioè i branchi di maschi assatanati che hanno circondato, nella notte di Capodanno, tante donne e ragazze che nella piazza tra il Duomo e la stazione volevano festeggiare l’anno nuovo. Ne abbiamo parlato ieri. Dopo i fatti di Colonia la depenalizzazione della clandestinità verrebbe percepita come un cedimento. Il popolo elettore, si ritiene, vuole il pugno duro. Se la clandestinità passa da faccenda per cui si va in galera a infrazione sanzionabile con una multa come fosse un divieto di sosta, il popolo capirà che il governo rinuncia, fa il buono, perdona, accoglie. Praterie di insulti si aprono alla furia verbale di Salvini e magari anche di Grillo (che però due anni fa la depenalizzazione la voleva). Quindi il problema è stato spostato nel tempo.
• A quando?
Di sicuro a dopo il voto del Senato sul depotenziamento del Senato, cioè la riforma costituzionale. Questa è la priorità di Renzi che vuole andare al referendum su questa riforma (e su se stesso) in ottobre, e perciò vuole che passi adesso, e quindi non vuole fibrillazioni di nessun genere all’interno del quadro politico. L’alleato Alfano, che nel 2002 faceva il consigliere di Berlusconi, non gradisce la depenalizzazione e non gradisce la legge sulle unioni civili. Rinviate perciò tutt’e due. Il premier vuole stare tranquillo.
• Dopo la depenalizzazione, i clandestini diminuiranno?
Ma che dice? Un carico di lavoro immane ricadrà sulle spalle dei prefetti che dovranno multare gli ex fuorilegge derubricati a semplici contravventori. Qualcuno sarà capace di provvedere? Un sollievo però dovrebbe esserci per i carcerati: un terzo di quelli che stanno dentro paga per la sua condizione di clandestino.
• Come va a Colonia?
A Colonia è l’ora delle manifestazioni. Ieri mattina flash mob delle femministe sulla scalinata del Duomo. Fischietti, tamburelli, scritte che invocano rispetto, solidarietà e nessuna tolleranza. Ieri pomeriggio due manifestazioni contrapposte, con duemila poliziotti schierati (la notte di Capodanno non erano più di una settantina). Da una parte quelli del movimento Pegida («Europei patriottici contro l’islamizzazione dell’Occidente») e del partito di estrema destra Pro Köhln. Dall’altra, il corteo degli antirazzisti (tra cui parecchi black bloc). I poliziotti hanno dovuto ricorrere alle cannonate di acqua per sedare gli scontri. Un giornalista è stato ferito e alla fine la doppia manifestazione è stata sospesa. La Merkel intanto, che deve vedersela con la sua opposizione interna, annunciava leggi più dure «e che siano effettivamente applicate». Ha anche detto: «La Germania si trova ad affrontare nuove sfide. Si è avuta l’impressione che si volesse nascondere qualcosa. Ma non è vero. Tutto deve essere chiarito e essere messo sul tavolo». Inoltre, ha detto, saranno espulsi dal Paese tutti i profughi condannati per le molestie alle donne nella notte di San Silvestro. Anche quelli la cui condanna sarà sospesa con la condizionale.
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