La Stampa, 10 gennaio 2016
Il Milan combina qualcosa, la Roma è in agonia
Dove se non nella città del Colosseo poteva andare in scena questa sfida da mors tua vita mea? Un Colosseo semi-deserto, assai più predisposto al fischio che all’applauso, alla contestazione che all’incoraggiamento: come in fondo era al tempo dei morituri, quando la folla reclamava il sangue e più che un vincitore pretendeva una vittima.
Beh, tempo cinque minuti e l’identità del morituro era già abbastanza chiara. Tre palle gol, se vogliamo costruite dalla Roma ma in realtà regalate da una difesa del Milan in versione dilettanti allo sbaraglio. Zamparini, che a un match del genere andava invitato come ospite d’onore, perché era la sua partita del cuore, l’avrebbe cacciato in quel momento il povero Mihajlovic per manifesta inferiorità di organizzazione difensiva. A costo di dimenticare che l’ultimo, e unico, baluardo, il portierino-portierone Donnarumma lo aveva lanciato lui, tra lo scetticismo generale. Poi, sia pur senza esagerare, qualcosa il Milan ha incominciato a produrre. E si è visto che in materia di organizzazione difensiva la Roma era combinata anche peggio. In particolare dalle parti di Florenzi, che può giocare in tanti ruoli ma il terzino proprio non lo può fare. Né a campo aperto, né tantomeno in chiusura aerea, come si è visto quando Kucka lo ha sovrastato sullo stacco del pareggio.
Poi è vero che in questo periodo alla Roma tutto gira storto. In questo caso prima la traversa che ha negato il 2-0 di Rudiger, poi l’infortunio a Manolas, cioè a quel poco mastice che teneva insieme un reparto allo sbando. Ma se De Rossi, in teoria il leader che dovrebbe far coraggio agli altri, non fa che giocarla all’indietro, possibilmente al portiere, il messaggio alla squadra qual è? Nemmeno l’ingresso del vecchio gladiatore ha più spostato l’ago della bilancia. Semmai è il Milan che si è spento sul più bello, mentre anche Totti arrancava come i suoi.
E allora a chi il pollice verso? Beh Mihajlovic si è chiamato fuori da solo, facendosi cacciare da Orsato. Ma dopo quell’avvio raggelante il Milan la partita se l’è giocata. Sicché se la sfida reclamava una vittima, questa non può che essere Garcia. Primo, perché il potenziale della Roma è superiore al Milan. Secondo, perché se quello rossonero somiglia a un modesto tran tran, il momento –prolungato – giallorosso ha molto se non tutto dell’agonia.