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 2016  gennaio 10 Domenica calendario

3.L’ORCHESTRA MORTIFICATA: "LA PROSSIMA VOLTA DEVONO AVVISARCI PRIMA"


Lorenzo Tozzi per “Il Tempo”



Adesso provano a gettare acqua sul fuoco, dopo i giorni caldi seguiti alla messa in onda del concerto napoletano di Andrea Bocelli su Rai Uno con la prestigiosa Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino. Bocche cucite tra gli orchestrali o comunque tendenza a minimizzare anche per la stringente normativa delle aziende in fatto di interviste. «Il polverone è eccessivo – dice il violoncellista Ermanno Franco – ed è stato causato da una serie di equivoci.

CAPODANNO MATERA
CAPODANNO MATERA



Forse c’è stata incomprensione da entrambe le parti. Se ci fosse stato spiegato prima che avremmo dovuto suonare su base preregistrata... Siamo stati presi in contropiede, l’operazione era comunque un evento. Si stanno facendo molti sforzi per dare visibilità all’orchestra fuori dall’area torinese Di qui l’evento su Rai Uno. Importante è che questa vicenda non sia strumentalizzata per altri scopi. Noi vogliamo portare arte e cultura in giro per il mondo attraverso la tv. L’incidente è ormai chiuso, ma magari la prossima volta meglio saperlo prima. Non bisogna versare benzina sul fuoco».



L’episodio sarebbe grottesco se non fosse vero, se fosse solo una barzelletta da bar tra musicofili. Invece è quello che è successo in occasione della registrazione del concerto di Bocelli con l’Orchestra Sinfonica della Rai, ovvero quel che resta delle gloriose quattro orchestre Rai nel 1994 criminalmente soppresse.



Rai, l’anno che-verra- 2016 - bestemmia
Rai, l’anno che-verra- 2016 - bestemmia

La selezionata orchestra infatti ha subito un affronto senza precedenti. Due i motivi della protesta. Innanzitutto si è preteso di mescolare per fattori di telegenia i componenti dell’orchestra. Pare infatti che la "spalla” non fosse un adone, e tra i primi violini si sono preferite più presenze femminili. Insomma basta che l’occhio abbia la sua parte anche a scapito della distribuzione delle parti. Ma la cosa peggiore, in quanto coinvolge proprio la ragion d’essere del fare musica, ovvero il suonare dal vivo, era il fatto che l’orchestra ha dovuto suonare in playback su una registrazione della London Symphony Orchestra, traendo in inganno gli stessi telespettatori.



L’infuocata lettera di protesta inviata dalla Commissione artistica dell’Orchestra alle alte cariche della TV pubblica di Viale Mazzini parla del resto chiaro: "L’orchestra Sinfonica della Rai, in occasione della trasmissione televisiva dedicata a Bocelli ha vissuto un’esperienza senza precedenti, che ha squalificato l’orchestra stessa da un punto di vista professionale ed artistico.”

Rai, l’anno che-verra- 2016 - bestemmia
Rai, l’anno che-verra- 2016 - bestemmia



Non sarebbe stata neppure concessa la pausa di rito e gli orchestrali sarebbero stati trattati come studentelli alle prime armi o dilettanti di una sagra paesana.

Ma forte era la conclusione della lettera che accusa la Rai di sminuire il livello della compagine sinfonica screditandone l’immagine: ”L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai non è un fenomeno da baraccone, non è lo sfondo di uno spettacolo per le masse, e non è disposta a ricevere tale umiliante mancanza di rispetto e squalifica artistica e professionale”. Toni forti ma giustificati per quella che è stata avvertita come una grave umiliazione.



giorgio assumma
giorgio assumma

Si è fatto sentire l’onorevole del Pd Michele Anzaldi, della Commissione di Vigilanza Rai, presto smentito dall’Ufficio stampa dell’Ente: "É grave che la Rai smentisca un membro della Vigilanza con una motivazione falsa, visto che la serata di RaiUno con Bocelli è stata addirittura oggetto di una protesta formale. Sono curioso di vedere come la Rai risponderà all’interrogazione da me presentata".



Viene da pensare quanto diverso fosse nell’ancien regime il rapporto tra committenti principeschi e i musicisti che indossavano la livrea come i camerieri. Basterebbe citare il notissimo episodio della Sinfonia degli Addii di Haydn in cui, per far capire che volevano finalmente tornare a Vienna dalle loro famiglie, l’Orchestra di Esterhaza improvvisò a sorpresa una chiusura in cui uno ad uno gli strumenti spengevano la candela sul leggio e uscivano di scena. Il principe non solo non si irritò e non licenziò in tronco l’ensemble, ma benevolmente accolse alla richiesta dei suoi sottoposti. Ma allora c’era un’altra considerazione del far musica.