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 2016  gennaio 10 Domenica calendario

In calo nel 2015 il consumo di tv

Col 2015 si è presumibilmente concluso l’effetto della digitalizzazione della Tv, del passaggio al Dtt, dell’approdo della televisione italiana alla multicanalità, del decollo della pay-tv, della frammentazione (e della crescita) dell’offerta. Si tratta di fenomeni che hanno caratterizzato lo scenario televisivo dell’ultimo decennio, e che sono stati accompagnati da una costante crescita dei consumi di tv.
Il picco si è toccato nel biennio 2013-2014, con 260 minuti di televisione media giornalmente visti dagli spettatori italiani. Nell’anno solare 2015, appena finito, c’è un primo cenno di arretramento: i consumi medi scendono a 253 minuti, ovvero più di quattro ore al giorno (che sono comunque molti, a conferma della perdurante centralità della tv). In sostanza, col 2015 si è tornati ai livelli di consumo del 2011, quando lo switch off e l’avvento della multicanalità gratuita non erano ancora pienamente compiuti.
Sono dati, questi, piuttosto interessanti, perché se è vero che la digitalizzazione ha portato a un incremento dell’offerta disponibile, è anche vero che l’intero processo è avvenuto durante uno dei periodi peggiori che i media e la tv ricordino, per via della crisi economica e della restrizione delle risorse pubblicitarie, che danno benzina alla parte più rilevante del sistema. Dunque, più domanda di programmi e reti, ma anche meno risorse a disposizione. Se andiamo ad analizzare i programmi più visti nel 2015, notiamo che il pubblico resta molto tradizionalista. In testa alla classifica ci sono Sanremo (9.552.000 spettatori medi) per Rai1 e la Champions League in chiaro (7.280.000 spettatori) per Canale 5. Tolto il calcio, è la fiction il genere specifico più popolare sul piccolo schermo generalista, con titoli come «Un passo dal cielo 3», «L’angelo di Sarajevo» e «Braccialetti Rossi 2», tutti di Rai1, che conferma la sua leadership. (a.g.)
In collaborazione con Massimo Scaglioni,
elaborazione Geca Italia su dati Auditel.