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 2016  gennaio 10 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA STORIA DI EL CHAPO E DI SEAN PENN


REPUBBLICA.IT
L’attore americano Sean Penn è indagato dalle autorità messicane per la sua intervista esclusiva a ’El Chapo’, il barone della droga messicano, pubblicata su Rolling Stone. Lo rivela la Abc citando fonti del governo messicano. L’incontro segreto tra l’attore e il boss di Sinaloa, aggiungono le fonti, avrebbe aiutato le autorità messicane a trovare El Chapo. L’accusa sarebbe per riciclaggio di denaro. Ma la conferma dell’incontro avvenuto tra la star e El Chapo durante la latitanza del boss del narcotraffico, di cui gli Usa chiedono l’estradizione, e soprattutto i contenuti del colloquio messi nero su bianco per la celebre rivista, hanno mandato "su tutte le furie" anche la Casa Bianca, come ha affermato il capo dello staff Denis McDonough interpellato dalla Cnn, sottolineando come la posizione di Sean Penn e degli altri personaggi coinvolti nella vicenda (in primis l’attrice di telenovela Kate del Castillo, che ha avuto un ruolo cruciale nell’organizzazione dell’incontro, ndr) ponga dei quesiti. "Il modo spocchioso con cui (El Chapo, ndr) parla di quanta eroina fa circolare nel mondo, compresi gli Stati Uniti, fa andare su tutte le furie", ha detto McDonough intervistato dalla Cnn. "In questo Paese assistiamo a un’epidemia di dipendenza da eroina, da oppiacei... Ma El Chapo è dietro le sbarre, è lì che deve rimanere". Interpellato poi nello specifico sul ruolo di Sean Penn e sulla sua posizione, McDonough non si è sbilanciato ma ha osservato che la situazione "solleva diversi quesiti interessanti per lui e per gli altri coinvolti in questa cosiddetta intervista. Vedremo cosa succede".

Penn ha incontrato (e intervistato) durante la latitanza il boss del narcotraffico messicano "El Chapo" Guzman. Rolling Stone pubblica un lungo articolo in cui l’attore statunitense racconta tutte le procedure e tutti i sotterfugi adottati per incontrare in Messico, durante la latitanza dopo la fuga dalla prigione di Altipiano, del boss dei Narcos.

L’intervista è stata realizzata in un incontro che si è svolto lo scorso 2 ottobre in una zona della giungla, ed è proseguita poi con contatti telefonici registrati. L’attore americano è stato accompagnato nei luoghi dove era nascosto il boss della droga dopo la sua fuga dal carcere dall’attrice messicana Kate del Castillo, anche lei indagata.
La rivista intitola l’articolo "Parla El Chapo" e racconta "le visite segreta all’uomo più ricercato del mondo".


Secondo quanto rivelato dall’attore Usa, il capo dei narcos avrebbe voluto far girare un film sulla sua vita.


Anche se era stato successivamente fissato un nuovo appuntamento dopo quella prima conversazione, il secondo incontro sarebbe saltato a causa dell’attività di ricerca dell’esercito messicano in corso proprio nella zona dove Sean Penn aveva visto "El Chapo". Otto giorni dopo, il boss della droga ha inviato all’attore americano una registrazione video con le risposte alle domande che Sean Penn aveva rivolto a lui.



L’intervista riassume gli sforzi compiuti per raggiungere lo spacciatore, i colloqui con altre persone in contatto con l’attrice messicana e i dettagli della vita del capo del cartello di Sinaloa. L’incontro aveva lo scopo di fare proprio l’intervista per "Rolling Stone", ma Sean Penn ha rivelato che "El Chapo" Guzman aveva espresso interesse per realizzare un film sulla sua vita. Nell’intervista segreta concessa all’attore, il boss messicano racconta che aveva mandato per tre mesi degli ingegneri in Germania perchè imparassero come evitare problemi scavando il lungo e profondo tunnel attraverso cui il capo del "cartello di Sinaloa" è evaso da una prigione di massima sicurezza. Nella stessa intervista, raccolta in una radura nella giungla in cima ad una montagna in una località segreta del Messico, ’El Chapo’ si vanta anche di essere il più grande fornitore di droga del mondo e di avere una flotta di sottomarini, aerei, camion e navi.

La rivista, tuttavia, non specifica se i contatti che ci sono stati tra Sean Penn e il "signore della droga" erano parte del lavoro di intelligence che potrebbe aver portato poi alla sua cattura. "Rolling Stone" pubblica anche una foto mentre l’attore stringe la mano a "El Chapo" Guzman, realizzata in occasione della riunione avvenuta in luogo imprecisato, sicuramente però il 2 ottobre e il colloquio sarebbe durato fino all’alba in un campo della giungla nel Messico centrale.

Alcuni giorni dopo la zona è stata oggetto di una intensa ricerca da parte delle autorità messicane, che, secondo l’attore, impedivano un secondo incontro formale e i contatti con gli intermediari si sono raffreddati.
Catturato el Chapo, il presidente Nieto: "Missione compiuta"
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L’intervista con l’attore Sean Penn ha contribuito alla cattura di Guzman, ha detto una fonte della procura generale. La fonte ha spiegato che a questi incontri tenuti dallo scorso ottobre in una zona della giungla, si riferiva il procuratore generale, Arely Gomez quando ha detto che uno dei motivi che hanno portato alla cattura era aver saputo della sua intenzione di fare un film autobiografico. La conoscenza di contatti con attori e produttori ha permesso di aprire una nuova linea di ricerca per trovare il boss del narcotraffico, ha detto la fonte della procura generale, senza aggiungere ulteriori dettagli.

Joaquin ’El Chapo’ Guzman, il boss del narcotraffico catturato nei giorni scorsi, potrebbe essere presto estradato negli Stati Uniti. Dall’ufficio del procuratore generale del Messico fanno sapere di essere pronti a concedere l’estradizione del narcotrafficante, arrestato nuovamente dopo essere evaso nei mesi scorsi.

La richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti, presentata nel mese di giugno e poi ancora nel mese di agosto dello scorso anno, dovrà essere approvata dai tribunali competenti e dal ministero degli Esteri. Ma fonti della procura messicana hanno fatto intendere che ci vorranno almeno sei mesi prima di poter dare una risposta positiva alla richiesta americana.

REPUBBLICA DELL08 GENNAIO SULLA CATTURA

Chi ha venduto la testa del Chapo, re dei narcos
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Messico: catturato Guzman, re del narcotraffico
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Messico, la cattura di Joaquín el Chapo Guzman
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Messico, evasione del narcoboss: il tunnel della fuga
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Messico, arrestato El Chapo: dentro al nascondiglio del boss
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Messico, sindaca uccisa poche ore dopo insediamento
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Guzman: i tunnel del ’’Re della droga’’
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Messico: la fuga del boss Guzman ripresa dalle telecamere della cella
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Messico, catturato
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Catturato el Chapo, il presidente Nieto: "Missione compiuta"
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CITTA’ DEL MESSICO - "Missione compiuta. Lo abbiamo preso". Così il presidente messicano Enrique Pena Nieto ha annunciato su Twitter l’arresto Joaquín Guzman Loera, detto El Chapo, capo del cartello del narcotraffico di Sinaloa. "Voglio informare i messicani che Joaquin Guzman Loera è stato arrestato", ha annunciato Peña Nieto sul suo account senza precisare dove e quando sia avvenuto l’arresto. Lo scorso ottobre El Chapo, 8 anni, era stato ferito a una gamba e al volto durante un’operazione di polizia che aveva provato a catturarlo in una zona montuosa nel nord-ovest del Messico.

L’arresto è avvenuto prima dell’alba di oggi. I dettagli dell’operazione sono stati rivelati dal procuratore generale messicano Arely Gomez nel corso di una conferenza stampa all’aeroporto di Città del Messico. El Chapo è stato catturato dopo una sparatoria con marines messicani a Los Mochis, nel suo Stato natale di Sinaloa. Cinque persone sono state uccise nell’irruzione in una casa dove si nascondeva, altre sei sono state arrestate. Il narcotrafficante e i suoi soci avevano a disposizione un vero arsenale: due veicoli blindati, otto fucili, una pistola e un lanciagranate a razzo. Due dei fucili sequestrati erano da cecchino, calibro 50, in grado di penetrare la maggior parte dei giubbotti antiproiettile e le auto. Il lanciagranate è stato trovato carico. Uno dei fucili aveva un lanciagranate 40 mm, e almeno una granata.

Guzman era stato localizzato a Pueblo Nuevo, nello Stato settentrionale di Durango, già in ottobre: avvistato da un elicottero, si era salvato perché accompagnato da due donne e una bambina ed aveva fatto perdere le sue tracce infilandosi in una stretta vallata. L’intelligence, prosegue il racconto del procuratore, a fine dicembre aveva scoperto che il ricercato avrebbe voluto trasferirsi nella zona urbana. Pedinando i membri della cerchia più stretta di ’El Chapo’ aveva poi intercettato una persona specializzata nello scavare tunnel: stava realizzando impianti di aria condizinata in diversi edifici a Sinaola e Sonora. Si è risaliti così alla casa di Los Mochis, sottoposta da quel momento a costante monitoraggio. Intorno all’abitazione dal 6 gennaio sono stati osservati movimenti insoliti, fino all’arrivo di un veicolo prima dell’alba del 7 gennaio. Con la certezza che a bordo vi fosse Guzman è scattata l’operazione. Dopo lo scontro a fuoco, tra i sei arrestati non c’era ’El Chapo’: si era infilato in una conduttura di scarico e, sbucato da un tombino, aveva proseguito la nuova fuga in auto. Ma questa volta ha trovato ad attenderlo la polizia sulla strada Los Mochis-Navojoa.

Un passaggio del racconto del procuratore Gomez aggiunge un ulteriore e rivelatorio tassello della personalità di Guzman. A tradirlo, ha affermato il magistrato, è stata la sua vanità. Il boss del narcotraffico era intenzionato a realizzare un film autobiografico per il quale aveva preso contatto con attrici e produttori. Movimenti che lo hanno portato a compiere altri decisivi passi falsi. Il procuratore Gomez ha poi aggiunto che El Chapo verrà ricondotto nella stessa prigione di Altiplano da dove l’11 luglio scorso era fuggito attraverso un tunnel sotterraneo lungo un chilometro e mezzo. Una fuga spettacolare, che evidentemente secondo el Chapo meritava di essere raccontata cinematograficamente dal suo punto di vista, forse in risposta a un altro film già girato dalla casa di produzione messicana Dragon Films e intitolato El Chapo: The Escape of the Century (El Chapo: la fuga del secolo) la cui premiere è prevista per il 15 gennaio.
Messico, arrestato El Chapo Guzman. Il Presidente su Twitter: "Missione compiuta"
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’El Chapo’ è considerato il ’lord’ dei narcotrafficanti. Uno tra i più potenti del mondo. Era stato arrestato e chiuso in carcere di massima sicurezza a febbraio del 2014 ma Joaquin Guzman Loera era riuscito a evadere, per la seconda volta in 14 anni, l’11 luglio dello scorso anno. La prima evasione era avvenuta nel 2001. Guzman era fuggito alle 20,52 usando condotti e scale di un carcere di massima sicurezza messicano, e infine un tunnel scavato da complici che lo ha portato lontano dal penitenziario.
Messico: El Chapo, ’signore’ della droga
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Al comando del potente cartello di Sinaloa l’ultima volta che era stato visto e controllato, si trovava nella zona delle docce della prigione, su un altiplano poco distante da Città del Messico. Secondo quanto dichiarato dalla Commissione per la Sicurezza Nazionale, Guzman era andato nei bagni poco prima delle 9 di sera.
Messico: la fuga del boss Guzman ripresa dalle telecamere della cella
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Al momento del controllo serale non era più nella sua cella. Le guardie l’hanno trovata vuota. Dopo aver passato al setaccio il carcere, è stato trovato un buco di 50 per 50 centimetri che portava a un tunnel di un metro e mezzo sotto al pavimento.
Messico, evasione del narcoboss: il tunnel della fuga
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Il primo arresto risale al 10 Giugno 1993: le autorità messicane annunciano la prima cattura di Guzman in Guatemala . Nel 1995 è ritenuto colpevole e condannato a 20 anni di carcere. Il 19 gennaio 2001 Guzman fugge da una delle due carceri di massima sicurezza del Messico, nello stato di Jalisco, presumibilmente in un carrello di lavanderia. Nel 2012 la polizia federale messicana lo sfiora in una villa costiera di Los Cabos, un giorno dopo l’incontro tra il Segretario di Stato Hillary Clinton con decine di ministri degli Esteri. Non viene catturato fino al 22 febbraio 2014 quando Guzman viene catturato in un condominio a Mazatlan dopo dopo giorni di fuga attraverso tunnel a Culiacan, nello Stato di Sinaloa. L’11 luglio del 2015 Guzman fugge dal carcere di massima sicurezza messicano attraverso un tunnel lungo un chilometro e mezzo. L’ultima cattura, oggi, in un’operazione a Los Mochis, Sinaloa. E tornerà, per ora, nella stessa prigione di Altipiano da cui era scappato.

Ora il Messico dovrà decidere se estradare El Chapo in Usa, come richiesto dalle autorità federali degli Stati Uniti, o trattenerlo ancora. L’orientamento sembra essere quello di attendere qualche mese prima di trasferire il prigioniero in Usa, per due motivi: il primo, quello di non far vedere una "dipendenza" o una "debolezza" messicana nei confronti dei vicini americani, il secondo per ottenere ulteriori informazioni sul traffico di droga guidato dal boss dei narcos.

Roberto Saviano ha twittato però un commento molto duro: "Se non sarà estradato subito negli Stati uniti, anche questo arresto sarà stato vano". E ha poi aggiunto, sempre su Twitter: "Come fa a vantarsi il presidente Nieto della cattura del boss, dopo che è scappato per ben due volte dalle prigioni messicane?"