La Lettura, 10 gennaio 2016
Vivere in 30 metri quadri. La nuova moda della Grande Mela
Non solo (un po’ più) low cost. Ma anche belli e glamour. I micro-appartamenti di Carmel Place, Manhattan, voluti dal comune di New York per sperimentare un nuovo stile abitativo in città, saranno pronti a febbraio ma sono già tutti prenotati. Più di 60 mila persone, infatti, hanno chiesto di comprare in leasing o di affittare, a partire da 950 euro, le 55 micro-abitazioni – 14 delle quali, le più economiche, sono attribuite tramite una lotteria i cui vincitori saranno noti nei prossimi giorni. Grandi circa 30 metri quadrati – la misura delle case del futuro, secondo il think tank Urban Land Institute – gli appartamenti sono alti tre metri, dotati di doccia, balcone e un capiente frigorifero. Perché, secondo nARCHITECTS, lo studio di progettazione delle micro-case, i single americani possono rinunciare all’idromassaggio, ma non a un bel refrigeratore. E a una lavanderia, una bike room e una palestra in comune, alla quale accedere senza uscire dall’edificio.
I micro-appartamenti sfidano da tempo la crisi abitativa: anche per questo studi di architettura, urban designer e università sperimentano con successo crescente soluzioni eco-friendly a misura di famiglie sempre più sfilacciate e mononucleari. Da ultimo la Ucla di Los Angeles ha aderito alla filosofia low cost, low impact – basso costo, basso impatto ambientale – progettando una micro-casa sostenibile: trasparente, smontabile, efficiente.
In pochi metri, però, come si vive? Christopher Bledsoe, designer degli arredi di Carmel Place, è convinto che la qualità della vita possa addirittura migliorare, a patto che i piccoli spazi siano dotati di arredi versatili e adatti a immagazzinare oggetti.
A dargli ragione c’è Pinterest. Tra i contenuti più cercati dell’anno appena concluso, si legge sul blog del social network, ci sono le idee per organizzare micro-bagni e mini-cucine. Dopotutto, spiegano da The Brookings Institution, think tank indipendente di Washington, i millennials amano i micro-appartamenti perché al grande spazio privato, tipico delle dimore suburbane, preferiscono la vita connessa, online e offline. Nel report The Rise of Innovation Districts i ricercatori descrivono, infatti, lo stile abitativo delle future Silicon Valley: non più aree distinte dalle città, ma quartieri integrati, dove avranno sede le aziende e dove sarà piacevole vivere. In case di 20 metri, certo, ma collegate a grandi spazi condivisi: co-working, zone benessere, ristoranti.
Lo stile mini, però, non è per tutti. Ethan Waldman, autore di Tiny House Decisions, spiega, per esempio, che stretto è bello solo per chi non ama ospitare, non soffre di allergie o non colleziona oggetti.