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 2015  agosto 26 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Renzi non parlava da venti giorni, e ieri invece non è stato zitto un momento, ha cominciato al meeting di Comunione e liberazione a Rimini, ha continuato al teatro Rossini di Pesaro, poi all’Aquila...

No all’Aquila non c’è andato, perché c’era troppa gente a contestarlo...
Ma no, è solo saltato l’incontro in Comune, per via dei contestatori secondo le agenzie, ma più probabilmente perché s’era fatto troppo tardi. A pochi metri da Palazzo Fibbioni, sede del Comune, s’era piazzato un gruppo di manifestanti al grido di “L’Aquila libera”, contro i quali la polizia ha tirato dei fumogeni, perché avevano forzato dei posti di blocco. Invece Renzi è arrivato poco prima delle sei di sera, ha incontrato Legnini (vicepresidente del Csm) il governatore della Regione Luciano D’Alfonso, il sindaco Cialente. E ha detto: «No agli annunci choc, no agli annunci show, no alle comparsate, no alla medianizzazione dell’Aquila che è già stata sufficientemente resa mediatica, anche per alcuni aspetti positivi, buona l’idea di farci il G8, sì a una discussione di merito sulle questioni aperte». Prima era stato al Gran Sasso Science Institute dove s’erano radunati per contestarlo: i comitati contro le trivelle, il comitato contro la realizzazione del metanodotto, il comitato delle 3 e 32, ecc. Slogan: «non vogliamo le trivelle» «non vogliamo i metanodotti» «non vogliamo le lobby» «non ci piace lo Sblocca Italia». Contento? Anche se non ho capito questa sua mania di cominciare il racconto delle cose sempre dalla fine.  

D’accordo, cominciamo dall’inizio.
L’inizio è la partecipazione al meeting di Comunione e liberazione a Rimini, meeting al quale l’anno scorso Renzi s’era rifiutato di partecipare, suscitando parecchio rumore con la sua assenza. Anche quest’anno - dice - aveva pensato di non andare: «Non volevo venire al Meeting di Rimini. Qualche mio predecessore ha usato il Meeting per questioni politiche, altri per questioni legate all’industria. A me non andava di trovare domani i titoli sui giornali... Invece riconosco questo luogo per il luogo in cui tanti amici e amiche hanno arricchito il loro percorso di vita». Gli analisti, oggi, si interrogheranno sul perché politico della sua assenza nel 2014 e della sua presenza nel 2015.  

E che diranno?
Che tira aria di elezioni, come si vede anche dalla promessa di tagliare le tasse di cui le dirò tra un attimo e dall’annuncio di un giro in cento teatri d’Italia per spiegare tutto quello che ha fatto (ha cominciato, appunto, ieri dal Rossini di Pesaro). E se si va alle elezioni, il voto dei cattolici è importante. A Rimini, Renzi ha intelligentemente battuto sul tasto dei migranti, delicatissimo per la Chiesa. Aderendo del tutto al messaggio di papa Francesco, che non ha avuto bisogno di citare: «Quando parliamo di Mediterraneo non parliamo di frontiera Ue ma del cuore dell’Ue [...] non c’è stata sufficiente attenzione della politica nel considerare il Mediterraneo il cuore del dibattito Ue [...] Non cederemo mai al provincialismo della paura, l’Europa non è solo spread, non è solo un’accozzaglia di numeri, l’Europa è ideali, noi non dobbiamo far passare il messaggio del provincialismo della paura. Possiamo perdere pure tre voti ma non rinunciamo a secoli di civiltà». A queste affermazioni se ne deve aggiungere un’altra, piuttosto importante: dopo aver sostenuto che l’Italia, bloccandosi sul dilemma berlusconismo-antiberlusconismo, ha buttato via vent’anni, il premier ha criticato la pretesa di fare l’Europa contro la Russia, «come vuole fare qualche Paese recentemente entrato», cioè, prima di tutti, la Polonia. Quindi l’Italia comincia ufficialmente ad essere almena dubbiosa sulle sanzioni.  

Sono ansioso di sentire il discorso sulle tasse.
Ma niente. Già a Rimini, davanti a quelli di Cl, Renzi aveva sostenuto che intervenire oggi sul fisco «non è per far trovare consenso al premier. La riduzione delle tasse aumenta il tasso di libertà del paese, aumenta il tasso di giustizia sociale». Discorsi generici, ma al teatro Rossini di Pesaro, dove il premier è andato subito dopo Rimini, Renzi ha fatto un discorso concreto: «Il prossimo anno togliamo Tasi e Imu per tutti. Non è possibile continuare questo giochino. In Italia la tassazione è esagerata» e bisogna abbassare le imposte ma per fare questo «non basta un anno. Nel 2017 ci possiamo concentrare sull’Ires cioè sulle tasse che pagano le imprese, oggi al 31% e portarla al 24% sotto la Spagna. Poi per il 2018 intervenire sull’Irpef».  

Ma dove li trova i soldi per fare tutto questo?
Chi lo sa. Imu e Tasi sono imposte con cui si finanziano soprattutto i comuni. Forse il capo del governo ha deciso di far la guerra agli enti locali. Forse in primavera si andrà sul serio a votare. (leggi)

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