Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 26 Mercoledì calendario

RCS CHIEDE RESPIRO ALLE BANCHE

Rcs MediaGroup archivia i risultati del primo semestre con una perdita netta di 95,4 milioni, in aumento rispetto ai 70 milioni di rosso dei primi sei mesi del 2014, e bussa nuovamente alla banche per cercare di ottenere una «ridefinizione ulteriormente migliorativa dei termini e delle condizioni del contratto di finanziamento» sottoscritto nel giugno del 2013 e modificato una prima volta nell’agosto dello scorso anno.
Sebbene il management del gruppo editoriale, guidato da Pietro Scott Jovane, ritenga di poter rispettare i covenant indicati nell’accordo in vigore con gli istituti di credito (una posizione finanziaria netta a fine 2015 uguale o inferiore a 440 milioni e un rapporto tra debito ed ebitda del 3,5), a fine giugno l’indebitamento finanziario netto di Rcs ha raggiunto quota 526,3 milioni, in aumento di 43,8 milioni. Un incremento legato ai 23 milioni di investimenti effettuati nel semestre, tra cui il lancio di Gazzetta Tv, e al fatto che la gestione ordinaria, pur bruciando meno cassa che nel primo semestre 2014, ha comunque assorbito risorse per circa 23 milioni. Questo a causa di fattori legati alla stagionalità del business, spiega la nota del gruppo di Via Rizzoli, il cui management è comunque fiducioso di poter rispettare i covenant, anche «escludendo la cessione dei Libri».
Il passaggio di proprietà definitivo, come spiegato nella conferenza telefonica con gli analisti dal direttore finanziario Riccardo Taranto, avverrà «probabilmente nel 2016», considerato che bisognerà attendere anche il pronunciamento dell’Antitrust.
La determinazione dei vertici di Rcs di procedere spediti su questo dossier appare comunque immutata. Finalizzare la vendita dell’area Libri, ha spiegato Jovane agli analisti, «è la nostra priorità immediata» e l’obiettivo è farlo «entro settembre», visto che proprio ieri la società ha fatto sapere che il periodo di esclusiva per la trattativa con Mondadori è stato oggi esteso al 30 settembre prossimo. Perché allora la richiesta alle banche di rivedere «in senso migliorativo» per Rcs gli accordi sul debito in vigore? Probabilmente perché, al di là dei covenant di fine anno, il 30 settembre 2015 rappresenta comunque una data chiave. Gli accordi in essere con gli istituti di credito prevedono infatti che se «alla data dell’approvazione della situazione semestrale consolidata al 30 settembre 2015», dunque attorno a novembre, «il rapporto tra posizione finanziaria netta e ebitda sarà superiore a 4,5» o se «i proventi effettivamente incassati» da Rcs attraverso la cessione di asset non strategici saranno inferiori a 250 milioni, la società dovrà comunque chiamare l’aumento di capitale da 200 milioni o in alternativa procedere entro il 31 marzo 2016 alla cessione di altri cespiti diversi da quelli inseriti nella lista degli asset non strategici. «Abbiamo anticipato le nostre richieste alle banche», si è per ora limitato a spiegare Jovane, «non appena presenteremo il nuovo piano (l’investor day si terrà a settembre, ndr) e sarà resa nota l’evoluzione della vendita dei Libri, entreremo in una fase di negoziazione più intensa con loro».
Tornando ai conti del semestre, la perdita di oltre 90 milioni è prevalentemente legata alle svalutazioni (che non hanno dunque comportato uscite di cassa) effettuate sulle testate spagnole del gruppo Unidad Editorial, che hanno pesato sui conti per 34,7 milioni su svalutazioni totali di asset per 50,8 milioni (6,9 milioni nel primo semestre 2014). I ricavi consolidati, come anticipato in luglio al momento dell’approvazione dei risultati preliminari, sono stati pari a 591,9 milioni, in flessione del 3,1% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il calo, spiega la società, è attribuibile principalmente al trend di mercato della raccolta pubblicitaria e, in minor misura, al decremento dei ricavi editoriali diversi. I ricavi diffusionali ammontano a 287,2 milioni, sostanzialmente in linea rispetto al pari periodo del 2014, che registrava ricavi diffusionali per 288,1 milioni, per il buon andamento Media Italia, sostenuta degli aumenti di prezzo di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport e dall’andamento positivo dei ricavi dei collaterali. I ricavi pubblicitari ammontano nel semestre a 236 milioni, in decremento rispetto al primo semestre 2014 (-5,9%), penalizzati dal persistente andamento in contrazione del mercato italiano e da un confronto con il secondo trimestre 2014 caratterizzato dalla Coppa del Mondo di calcio. In lieve flessione rispetto al 30 giugno 2014 anche i ricavi editoriali diversi, che passano da 72,2 a 68,7 milioni.
Andrea Di Biase, MilanoFinanza 26/8/2015